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Firenze, Nardella sullo stadio: 'Anche io sto con Commisso. La mia porta è aperta'

'La proprietà ha diritto a valutare altre ipotesi, nessuna irritazione verso altri Comuni che si propongono'

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mercoledì 03 giugno 2020 15:54

"Anche io sto con Rocco". Sono le parole con cui il sindaco di Firenze Dario Nardella apre la conferenza stampa a tema stadio, indetta a Palazzo Vecchio con l'obiettivo di "dire alcune cose una volta per tutte e spero più chiaramente possibile".

 

Parole che Nardella ha messo anche nero su bianco su uno striscione "#IostoconRocco", come uno dei tanti che sono comparsi in giro per Firenze nei giorni scorsi. "Voglio dire dire alcune cose una volta per tutte. Ho capito che con il fatto che non si è giocato e non si è potuto commentare nulla sulle partite, è rimasto solo il tema dello stadio e ci siamo sbizzarriti su questo argomento. Ho letto tante cose e molte ricostruzioni che per quello che mi riguardano mi sono sembrate non veritiere. Vi dico quindi direttamente quello che penso e quello che intendo fare per il bene di Firenze perché il mio compito da sindaco è quello di fare il bene della città".


"Anche io sto con Rocco Commisso, fin dal primo giorno che siamo andati insieme al Franchi, ho sempre sostenuto con convinzione l'operato di Rocco Commisso, quindi mi associo a chi ha messo striscioni e manifesti, lo faremo anche noi a Palazzo Vecchio. Ho per lui e per la sua famiglia il massimo rispetto, e la massima collaborazione con il suo team, a partire da Joe Barone. Questi mesi di lockdown ci hanno costretto a restare separati e non ho potuto incontrare Commisso ma ci siamo sentiti e gli dico che lo aspetto a Firenze a braccia aperte. E come sempre parleremo di idee e progetti. Non ho perso entusiasmo".

 

"Il dibattito sullo stadio risale a 51 anni fa quando in un articolo si parlava del problema del Franchi e della necessità di dare un nuovo stadio alla città. Il dibattito non si è mai fermato. Negli anni in cui sono stato sindaco ho sempre lavorato pancia a terra con onestà e serietà per questo obiettivo e non mi sono mai fermato, prima ancora di essere sindaco nell'anno da parlamentare, mi sono impegnato per una legge che potesse semplificare la costruzione degli stadi. Nel 2015, con la prima delibera dell'anno, approvammo la dichiarazione di interesse pubblico per lo stadio con la proprietà di allora nell'area Mercafir".

 

La Mercafir ipotesi chiusa. "Poi con la nuova proprietà sono cambiate alcune cose e ci siamo rimessi a lavoro e in poco più di dieci mesi il mio comune ha fatto cose che nessuna amministrazione ha fatto, ovvero una variante urbanistica, una perizia e un bando pubblico per la realizzazione dello stadio. Dopodiché, lo dico con serenità, la vicenda della Mercafir è andata, e ora si va avanti. Il tempo trascorso non è trascorso invano perché la variante serve comunque per il nuovo polo della Mercafir su cui andremo avanti. Siamo pronti ad andare avanti per lo stadio in altre direzioni".

 

Nessun risentimento, chiarisce Nardella. "Lo dico ai tifosi e alla città, la proprietà della Fiorentina ha la libertà di valutare qualunque ipotesi e di presentare qualunque progetto, è un diritto che non posso e non voglio contestare, così come io non ho francamente nessuna irritazione, gelosia o invidia per altri comuni che vogliano proporsi per realizzare lo stadio, ci mancherebbe altro. Sono sereno e tranquillo. Da sindaco di Firenze io ho sempre avuto la priorità di lavorare per la mia città e per la Fiorentina e so che almeno finora anche la proprietà è sempre stata di questa idea, di fare qualcosa per Firenze. Se la proprietà vorrà mantenere lo stadio a Firenze io sarò sempre pronto a fare quello che si potrà fare con impegno e dedizione a cominciare dal lavoro sul Franchi, e sulla cittadella di Campo di Marte".

 

Obiettivo non 'abbandonare' il Franchi. "Ovviamente mi riferisco alla riqualificazione di tutta l'area che è un obiettivo che è nel mio programma elettorale di mandato. Aggiungo che l'area di Campo di Marte è una delle aree più pregiate d'Italia dal punto di vista sportivo e commerciale. Non ho i paraocchi, mi rendo conto di quello che è successo in questi mesi e in ogni caso continuerò a lavorare su questo obiettivo. Lo dico con rispetto per le istituzioni, andrò avanti ad oltranza nei confronti della Soprintendenza e del Ministero dei beni culturali e del Governo perché credo che nessuno si possa permettere di abbandonare uno stadio e un'area di quella storia perché sono considerati monumenti da non toccare. Torno a dire una cosa, qui non c'è un problema Firenze ma un problema italiano. Ed è uno scandalo e una vergogna, che nel nostro paese non si riesca a fare stadi nuovi e sia anche complicato ripensare quelli vecchi. In Italia gli unici stadi nuovi sono stati realizzati sui siti preesistenti, come a Udine, Torino e Bergamo. Allora io trovo che sia assurdo che ci sia un quantità di vincoli sugli stadi italiani storici che sono slegati dalla fruizione del bene pubblico. Una cosa è un acquedotto romano, un'altra è uno stadio in cemento armato, progettato per farci sport.


Altre opzioni a Firenze? "Niente è impossibile, sono pronto a sedermi a tavola con Commisso per discuterne. Sono pronto ad aprire un tavolo con proprietà e tifoserie. I tifosi che incontro mi dicono che se si può fare a Firenze si faccia qui. Non mi sento criticato e contestato dalle tifoserie anzi tendo loro la mano e dico loro lavoriamo insieme perché vogliamo la stessa cosa, il bene di Firenze e uno stadio all'altezza della loro passione e delle loro esigenze. Per me le porte sono spalancate e se la proprietà volesse io sarei pronto ad incontrarmi con tutti per lavorare insieme".

 

 

 
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