Videomessaggio del presidente Rossi: ‘Dalla Liberazione idee e valori per guardare al futuro’
Il discorso del Presidente della Toscana in occasione della Festa della Liberazione
sabato 25 aprile 2020 13:15
“Oggi si festeggia il 25 aprile, la festa della Liberazione dell’Italia e della Toscana dalla dittatura del fascismo e dall’invasione dell’esercito dei nazisti tedesco. È una grande festa, perché è l’inizio di una fase nuova nel nostro Paese. La fase delle libertà, delle conquiste sociali, di tanti problemi e conflitti, ma anche una fase di avanzamento e di allargamento della democrazia che ci ha portato fino ad oggi”. È così che inizia il videomessaggio che il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, ha postato sulla sua pagina Facebook in occasione della Festa della Liberazione.
“Quello che celebriamo oggi è un 25 aprile ancora una volta contestato da alcune forze – ha continuato Rossi - C’è chi vorrebbe proporre un generico ricordo di tutti i morti: ci sono altre date per ricordare tutti i morti. Noi abbiamo rispetto per i caduti dell'una e dell'altra parte. Non ci nascondiamo che furono commessi errori, ma non si può venire meno a un punto fondamentale: da una parte c'era chi combatteva dalla parte sbagliata, quella della dittatura, quella del terrore, e dall'altra c'era chi combatteva, come i partigiani, per la Liberazione del Paese, insieme all'esercito di liberazione angloamericano. Era uno spartiacque fondamentale: repubblichini e fascisti con i nazisti di Hitler a compiere le stragi anche in Toscana. Più di 4.000 sono stati i civili ammazzati in Toscana dalle stragi compiute dall'esercito tedesco in ritirata, spesso accompagnati da militanti della Repubblica Sociale di Salò nei luoghi dove le stesse stragi furono compiute a danno, tante volte, il più delle volte, di innocenti”.
Per Enrico Rossi se i nazifascisti avessero vinto, l'Europa si sarebbe trasformata in un immenso campo di concentramento e la libertà non ci sarebbe stata per nessuno. Gli italiani avevano già provato la distruzione delle leghe, degli oratori, delle case del popolo, dei sindacati, delle libertà politiche, con la carcerazione di tutti gli oppositori. “Questo è stato il fascismo – ha aggiunto il presidente - oltre all'avventura distruttiva della guerra, oltre alla violenza, oltre al rifiuto del diverso, oltre alla sottomissione delle donne e di chi comunque avesse opinioni, manifestazioni, interessi che non rientravano nella rigida ideologia di quel regime. Questo non deve essere dimenticato, perché ricordare bene, nel modo giusto, nel rispetto di tutti morti e, ovviamente, anche nel rispetto della verità è la condizione per costruirci un futuro migliore anche nei tempi che stiamo attraversando”.
Rossi non è d’accordo con chi dice che oggi fronteggiare il coronavirus è come essere in guerra: “Molti hanno usato in questo periodo la metafora bellica: ‘E’ come essere in guerra’. Non è stata la stessa cosa. Io penso che la guerra sia stata un fatto enormemente più spaventoso, più distruttivo: l'uno contro l'altro armato. Gli stessi italiani, armati gli uni contro gli altri. Adesso abbiamo un solo nemico: il virus. È vero che si riproducono anche all'interno di questa tragedia tante disuguaglianze. Il virus, abbiamo detto, colpisce tutti allo stesso modo, ma in particolare colpisce la parte più debole della popolazione. Può preparare anche un futuro di ulteriori disuguaglianze nel nostro Paese”.
“E allora rifarci al 25 aprile e poi alla Costituzione, che dalla lotta e dalla Resistenza è sgorgata, è stata originata, nell’intesa di tanti orientamenti politici, ideali, anche fra loro diversi, è un modo per ritrovare la strada giusta, per affrontare le sfide che abbiamo davanti a noi” ha detto in conclusione Rossi.
“Ritrovare quella forza che ebbero i nostri genitori di guardare al futuro, di sacrificarsi anche, per costruire a noi un futuro migliore. Un discorso analogo oggi può essere fatto e sono certo che passa nella testa di tanti cittadini della Toscana – ha terminato così il suo discorso Enrico Rossi - Dalla Festa di Liberazione possiamo trarre quindi lo stimolo, le idee, i valori con i quali guardare al futuro, sicuri che ce la faremo”.