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Ultrasuoni per fermare gli ungulati. Presentato un nuovo progetto per la Toscana

Oltre 400mila ungulati in Toscana

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martedì 19 novembre 2019 16:30

Sono oltre 400mila  gli ungulati stimati in Toscana, regione seconda all’Austria come primato negativo per densità di ungulati. 

 

Nella giornata di oggi, martedì 19 novembre, a Palazzo Strozzi Sacrati a Firenze, sede della presidenza della Regione è  stato presentato il progettp della start up toscana Natech, finanziato anche con fondi pubblici, chiamato "Progetto Ultrarep - Sistemi innovativi di difesa ULTRAsound Animal REPeller" per prevenire i danni alle colture causati dagli ungulati selvatici. Un progetto pilota  che ha come obiettivo la protezione delle attività agricole e forestali con tecnologie innovative in grado di non arrecare danni agli animali e dal basso impatto ambientale. 

 

Si tratta del primo  esperimento in Italia, nato da un’intuizione e poi diventato una possibile soluzione. “Ho installato dei dissuasori in un giardino, erano strumenti non professionali -  racconta Massimiliano Biagi, agronomo e direttore tecnico della Barone Ricasoli Spa – ma funzionò. Da qui l’idea di realizzarli su larga scala grazie alla collaborazione con Natech srl, per proporre una soluzione che sia efficace e soprattutto non impattante per l’ambiente, oltre che meno costosa”. E non poco, se si pensa che le recinzioni costano ben 18 euro a metro. Di dissuasori ne bastano pochi, anche uno ogni 30 metri, non impattano e soprattutto non hanno bisogno di manutenzione”.

 

 La sperimentazione coinvolge tre aree: collina per i vigneti, foreste per impianti forestali e in pianura per coltivazioni ortive. Entro un anno sarà possibile vedere i primi risultati e valutarne l’efficacia.

 

“Non c’è una misura unica per risolvere il problema, delicato e grave – ha commentato l’assessore regionale all’Agricoltura, Marco Remaschi – Noi lo stiamo affrontato con molto impegno sin dall’inizio di questa legislatura, prevedendo forme di abbattimento ulteriori rispetto a quelle tradizionali, ma abbiamo bisogno di trovare altre soluzioni. Sicuramente su questo tema, l’innovazione e la tecnologia offrono altri strumenti che possono ridurre i danni in agricoltura e creare un sistema virtuoso per le aziende. Anche questa sperimentazione credo che abbia una sua importanza, non solo per gli ungulati ma anche per i predatori. Dobbiamo dare delle risposte, questo è quello che si aspetta il mondo dell’agricoltura. E con i Gruppi Operativi e con l’innovazione possiamo centrare certi obiettivi”. 

 
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