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Firenze, 'pietre d’inciampo' per ricordare i deportati nei lager nazisti

Posa di piccole targhe in ottone della dimensione di un sampietrino nella zona prospiciente l’abitazione della vittima

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venerdì 19 aprile 2019 12:16

Prende vita a Firenze il progetto delle “Pietre d’inciampo”, voluto dalla Comunità Ebraica di Firenze, dopo la delibera dell’assessore alla Toponomastica approvata dalla Giunta del Comune il 9 aprile scorso.

 

La posa della prima “Pietra d’inciampo” è in programma a gennaio 2020 in occasione delle celebrazioni per il Giorno della Memoria, e si stima che saranno circa 50 quelle che in diversi periodi dell’anno e in diverse strade, sul marciapiede di fronte alle abitazioni dei deportati, saranno posizionate in città.

 

Si tratta di un piccolo sampietrino e una piastra in ottone per tramandare alle future generazioni la memoria di chi, durante il periodo nazifascista, fu deportato nei campi di concentramento, spesso senza fare più ritorno.

 

"Sono molto orgogliosa di questa iniziativa a cui come Comunità stavamo lavorando da molti anni - dichiara il presidente della Comunità Ebraica di Firenze Daniela Misul – durante i quali abbiamo visto in molte città della Toscana comparire “Pietre d’inciampo” in memoria di chi non è più tornato dai campi di sterminio nazisti. Per Firenze, da dove sono partite più di 300 persone che non hanno mai più fatto ritorno a casa, era un diritto-dovere fare altrettanto. Numerose sono state le famiglie che ci hanno chiesto che la città custodisse la memoria dei loro cari. L’apposizione delle “Pietre d’inciampo” è il giusto traguardo, dopo un grande lavoro, per preservare il ricordo dei nostri concittadini".  

 

L’idea di portare le opere dell’artista tedesco Gunter Demnig a Firenze è nata su sollecitazione di alcune famiglie fiorentine per ricordare i propri familiari deportati. Da qui la richiesta da parte della Comunità Ebraica al Comune.

 

Le “Pietre d’Inciampo” nascono a metà degli anni ’90 per ricordare tutte le vittime della deportazione nei campi di concentramento nazisti, indipendentemente da credo religioso, appartenenza politica, origine etnica, nazionalità, orientamento sessuale. Sono così chiamate perché hanno lo scopo di far “inciampare” in senso figurato le riflessioni dei passanti, cittadini o turisti, costringendoli a ricordare il motivo per il quale i sampietrini si trovano in quel preciso luogo.

 

Il progetto consiste nella posa in opera di piccole targhe in ottone della dimensione di un sampietrino (10 x 10 cm) sul selciato nella zona prospiciente l’abitazione della vittima, su cui ne sono incisi i dati personali. Ad oggi si contano oltre 60mila pietre in molti Paesi europei, tra cui tante città italiane.  

 

 

 
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