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Lorenzo Orsetti, parlano i genitori: 'Era davvero a fianco degli ultimi, speriamo venga ricordato'

Recuperato il corpo

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mercoledì 20 marzo 2019 15:37

"Grazie per l’attenzione che c’è per Lorenzo e per la sua scelta a fianco della lotta curda, scelta che l’ha portato a dare la vita", con queste parole Alessandro, il padre di Lorenzo Orsetti, ha aperto un'iniziativa in Palazzo vecchio. Lorenzo, 33 anni, è rimasto ucciso in Siria, dove si trovava da un anno e mezzo come volontario a combattere con le milizie curde dell'Ypg contro l'Isis. 

 

Presenti all'incontro, organizzato dai consiglieri di Firenze riparte a sinistra Tommaso Grassi e Donella Verdi e dalla consigliera di Potere al Popolo Miriam Amato, erano presenti anche la madre Annalisa, lo zio Luca e la sorella minore Chiara.


"Ci hanno chiesto come abbiamo vissuto questa situazione, da genitore ovviamente con grosso dolore, ma ci ha riempito di orgoglio perché abbiamo sentito che questa scelta era importante sia per lui che per la nostra società e non solo per i curdi. Naturalmente abbiamo vissuto questo anno e mezzo con trepidazione, ogni volta, tra le manifestazioni e le battaglie capitava che non lo sentissimo anche per un mese e ci diceva che era meglio così, perché se avessimo avuto notizie sarebbe stato un brutto segno".


La speranza dei genitori è che Lorenzo non venga dimenticato. "Oltre tutti i pareri, speriamo che ognuno possa prendere da questa esperienza quello che può. C'è chi lo vede solo come un crociato andato a a combattere l’Isis, ma speriamo che si possa vederci di più, prendendolo come uno stimolo per l’Italia, per certi valori, per la lotta, per l’impegno, la solidarietà e per non girarsi dall’altra parte. Il rischio è che tra cinque giorni ci si scordi di Lorenzo, invece spero che rimangano segni di lui, e che qualcuno ne tragga ispirazione per fare qualcosa di concreto. Sono convinto che i giovani se hanno cause e sentono che c’è qualcosa si muovono, spero che da qui parta qualcosa, un movimento, e che Lorenzo non sia morto invano, che venga fuori qualcosa di concreto".

 

"La Farnesina ha ufficializzato di aver recuperato il corpo di Lorenzo, che è custodito in un ospedale nel Kurdistan iracheno e la famiglia deciderà come muoversi", fa sapere lo zio di Lorenzo. "Vorrei ringraziare i combattenti curdi che si sono impegnati per recuperarlo - dice Alessandro - è stato il risultato di una loro azione. Ci tenevano loro e ci tenevamo noi. Lui aveva detto di voler essere sepolto lì ma ci ha lasciato la scelta di poterlo riportare a casa, ci piacerebbe avere una tomba su cui piangerlo". 
 

L'appello va anche all'amministrazione fiorentina, che ricordi Lorenzo. "Spero che la città di Firenze dia dei segnali e lo ricordi. Con il sindaco Nardella abbiamo parlato, ci ha telefonato il giorno dopo, è stato molto gentile, ci ha dato la sua solidarietà come padre, ci ha detto che Lorenzo è stato ricordato in consiglio comunale e che vorrebbe fare un’iniziativa in palazzo vecchio. Spero che ci sia un riconoscimento di Lorenzo come parte viva e buona di questa comunità fiorentina, la causa mi sembra lo meritasse".


Alessandro Orsetti si sofferma anche sul futuro che aspetta i foreign fighters al loro ritorno a casa. "Come Lorenzo altri ragazzi sono morti, ma questi ragazzi che sono andati come internazionali, partiti per ricordare al mondo che c’è una guerra lì, quando rientrano sono messi sotto inchiesta, in un clima che non condivido, perché da un lato si sbandiera la lotta contro l’isis e poi quando tornano questi ragazzi vengono trattati così. Vorrei che fossimo solidali con loro e facessimo sentire la nostra voce perché non vengano messi in mezzo. Non ce li dimentichiamo, riscopriamoli cone parti della nostra comunità".



“Sono degli eroi e li vanno a processare, è vergognoso - parla a gran voce la madre di Lorenzo - se uno muore se ne vogliono impossessare tutti per la propria causa".

 

"Lui ce lo disse un mese prima di partire, abbiamo provato a trattenerlo ma era la sua vita, lo abbiamo potuto abbracciare e ora possiamo essere fieri di lui. Spesso si parla degli ideali e delle minoranze ma lui l’ha fatto davvero, ha dato la sua vita. Era davvero vicino agli ultimi, non solo a parole come molti di noi. Spero solo che non abbia sofferto. In un'altra occasione lo aveva salvato un giubbotto anti proiettile che gli avevamo regalato per Natale, ma in questo agguato è andata così. Sono morti anche altri ragazzi con lui", racconta la madre Annalisa.

 

 La Comunità curda Toscana ha annunciato che domenica 31 marzo si terrà una manifestazione nazionale a Firenze.



"Lorenzo ci aveva detto che difendeva donne e bambini come popolo martoriato - spiega Alessandro Orsetti - Vorremo sostenere un’iniziativa la, che sia una scuola o un ospedale. Ci attiveremo una per raccolta fondi. Spero che non si spenga l’attenzione su queste cose, che ci sia attenzione maggiore sulla lotta dei curdi. Siamo abituati ad un clamore mediatico di qualche giorno e poi si azzera tutto ma spero che qualcosa resti. Cercheremo di tenere viva questa cosa". 


"Ieri sera c’è stata un'assemblea in cui anniamo parlato su a chi appartenga Lorenzo, ma appartiene a tutti e ognuno si riconosce in alcuni aspetti, chi si riconosce nella lotta al l’isis, chi in altro. Ci sono tanti pezzetti di lui e ognuno prenda quello che vuole", conclude Alessandro Orsetti.

 

 

 
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