Curiosità, perché usiamo il rosso e il verde a Natale
Dalle piante sempreverdi dell’inverno nordico alla spinta del marketing moderno
martedì 02 dicembre 2025 18:46
Rosso e verde sembrano nati per il Natale, ma la verità è un’altra: non li ha scelti nessuno.
Sono arrivati alla festa lentamente, quasi per inerzia, perché per secoli sono stati gli unici due colori vivi dell’inverno europeo. E quando la cultura moderna ha cercato una palette per rappresentare il Natale, quei colori erano già lì: pronti, disponibili e riconoscibili.
Il verde arrivava dalle piante sempreverdi (abete, agrifoglio, edera) che restavano vive anche nei mesi più duri. Il rosso veniva dalle bacche dell’agrifoglio, uno dei pochi tocchi di colore accesi a dicembre.
Questi elementi non erano semplici decorazioni. Nell’Europa nordica avevano un ruolo preciso: proteggere la casa, portare buon auspicio, tenere viva l’idea della continuità. Durante il solstizio d’inverno, la festa di Yule celebrava proprio questo: il ritorno della luce dopo il periodo più buio dell’anno. Le stesse piante, gli stessi colori, diventavano simboli di resistenza e di rinascita.
Con la diffusione del Cristianesimo, queste usanze non sparirono: furono integrate. Le famiglie continuarono a decorare le case con ciò che la stagione offriva, e il binomio rosso-verde rimase, senza che nessuno lo stabilisse davvero. In sostanza, il Natale non inventò quei colori: li ereditò.
Il passaggio decisivo arrivò tra Ottocento e Novecento, quando il Natale divenne anche una festa commerciale. Cartoline, illustrazioni, vetrine e pubblicità avevano bisogno di un linguaggio visivo immediato. Rosso e verde funzionavano già. Il marketing fece il resto: li ripeté, li consolidò, li rese lo standard cromatico che conosciamo oggi.
Oggi basta un ramo d’abete o una bacca rossa per evocare la festa. Non perché quei colori siano “natalizi” per natura, ma perché mille anni di tradizioni, abitudini e immagini li hanno resi inevitabili.
Immagine di Honey Fang
