Il Duca Nero e la lama del traditore: vita e morte di Alessandro de’ Medici
Primo duca di Firenze, tra scandali, vizi e leggende nere, fino al delitto che cambiò la storia della città
mercoledì 08 ottobre 2025 14:00
Alessandro de’ Medici non fu soltanto il primo duca di Firenze: fu anche il primo a entrare nella memoria collettiva con l’aura del maledetto. Nato illegittimo intorno al 1510, di pelle olivastra – tanto che i fiorentini lo soprannominarono “il Moro” – Alessandro salì al potere a vent’anni, con l’appoggio dell’imperatore Carlo V.
Il suo governo, breve ma deciso, trasformò Firenze in un principato. Autoritario, accentratore, poco disposto a compromessi, si guadagnò presto il soprannome di Duca Nero. E insieme al potere, crebbe la sua leggenda: quella di un sovrano giovane e arrogante, pronto a tutto pur di soddisfare i propri desideri.
Le cronache del tempo lo accusavano di vizi e di dissolutezza. Si raccontava che avesse un debole per le donne e che non si fermasse davanti a nulla: c’è chi sostiene che abbia perseguitato la nobildonna Luisa Strozzi, morta in circostanze mai chiarite, o che si divertisse a travestirsi pur di introdursi nelle case e ottenere conquiste. Erano verità o maldicenze? Difficile dirlo: gli storici moderni tendono a leggere queste storie come propaganda messa in giro dai suoi nemici, ma a Firenze bastava poco per alimentare la leggenda di un tiranno corrotto.
La tensione cresceva. I fuoriusciti repubblicani lo odiavano, e perfino dentro la famiglia Medici qualcuno meditava tradimento. Quel qualcuno era il cugino Lorenzino de’ Medici, un giovane apparentemente scapestrato, che passava per poeta e libertino, ma che stava preparando la trappola perfetta.
La notte tra il 5 e il 6 gennaio 1537, Lorenzino invitò Alessandro nei suoi appartamenti con il pretesto di un incontro galante. Il duca, convinto di andare a un appuntamento amoroso, si presentò disarmato. Ad attenderlo, invece, c’erano Lorenzino e il suo fedele uomo di mano, Piero di Giovannabate, detto Scoronconcolo.
Alessandro si addormentò in attesa della donna promessa. Ma quando Lorenzino e Scoronconcolo entrarono nella stanza, il duca si svegliò e reagì con furia: ci fu una colluttazione violenta, si disse perfino che riuscì a mordere un dito al cugino. Ma contro due uomini armati non aveva scampo. I colpi di pugnale e di spada posero fine alla sua vita: il corpo del Duca Nero venne avvolto in un tappeto e portato via in fretta per essere sepolto a San Lorenzo.
Lorenzino fuggì immediatamente da Firenze, protetto dai suoi alleati. In un’Apologia scritta poco dopo si presentò come il liberatore che aveva colpito il tiranno. Ma la città non tornò repubblicana: anzi, pochi giorni dopo venne scelto un nuovo duca, il giovanissimo Cosimo de’ Medici, destinato a diventare uno dei sovrani più potenti della storia toscana.
Quanto a Lorenzino e Scoronconcolo, la loro parabola si concluse anni dopo, a Venezia. Nel 1548, Lorenzino fu assassinato da sicari, probabilmente inviati da Cosimo I. Di Scoronconcolo, invece, si persero le tracce: la sua figura rimane avvolta nell’ombra, ricordata solo come il “boia maledetto” che aveva compiuto il lavoro sporco.
Così finì il regno breve e controverso di Alessandro de’ Medici: un duca giovanissimo, travolto da vizi veri o presunti, vittima di un tradimento di sangue che, invece di abbattere il potere dei Medici, lo rafforzò per secoli.