Vis Art

Desiderio e amore, dolore e sacrificio: a Palazzo Strozzi arriva Tracey Emin con Sex and Solitude

La più grande mostra mai realizzata in Italia dedicata a Tracey Emin, con opere storiche, recenti e nuove produzioni

1 Visualizzazioni

lunedì 17 marzo 2025 12:48

"Sex and Solitude": sono le parole che campeggiano sulla facciata di Palazzo Strozzi, un grande neon azzurro che accoglie i visitatori della mostra Tracey Emin. Sex and Solitude, che riempie le sale di Palazzo Strozzi dal 16 marzo al 20 luglio 2025.

 

L'intervento site-specific dell’artista è parte della più grande mostra mai realizzata in Italia dedicata a Emin, una delle artiste più famose e influenti del panorama contemporaneo. Curata da Arturo Galansino, Direttore Generale della Fondazione Palazzo Strozzi, l’esposizion  indaga la poliedrica attività di Emin che spazia tra pittura, disegno, video, fotografia e scultura, sperimentando tecniche e materiali come il ricamo, il bronzo e il neon. Il titolo fa riferimento a due parole chiave, sesso e solitudine, che permeano le oltre 60 opere di un percorso che attraversa diversi momenti della carriera dell’artista, dagli anni Novanta a oggi, in un intenso viaggio sui temi del corpo e del desiderio, dell’amore e del sacrificio. 

 

Molte delle opere della mostra sono presentate in Italia per la prima volta, come la  monumentale scultura in bronzo I Followed You To The End (Ti ho seguito fino alla fine, 2024), esposta in dialogo con lo spazio rinascimentale del cortile di Palazzo Strozzi, dove è stata calata in notturna con una gru, o la storica installazione Exorcism of the last painting I ever made (Esorcismo dell’ultimo dipinto che abbia mai  fatto, 1996), ricostruita in una delle sale del Piano Nobile. Parte fondamentale del percorso sono anche nuove produzioni, in diversi media, realizzate in occasione della mostra. 

 

Tracey Emin è celebre per l’approccio diretto e crudo con cui traduce esperienze personali in opere profondamente intime, intense e potenti. Non rappresenta mai eventi specifici, ma cattura emozioni come la passione sessuale e la malinconia, che si esplicitano in un universo artistico fatto di dimensioni, forme e media diversi, in cui desiderio e amore si intrecciano con dolore e sacrificio.  

 

In mostra, dipinti come It - didnt stop - I didnt stop (Non si è fermato - Non mi sono fermata, 2019) o There was blood (C’era sangue, 2022) incarnano tali forze espressive, in cui figurazione e astrazione si fondono sulla tela attraverso intensi gesti pittorici e cromie audaci che delineano frammenti di corpi e immagini di forte carica sessuale. Sculture come All I want is you (Tutto quello  che voglio sei tu, 2016), invece, traducono l’energia emotiva in volumi tridimensionali, dando forma alla vulnerabilità e alla forza del corpo umano attraverso una marcata materialità e posture dinamiche che comunicano profonda intimità e introspezione. Anche le opere testuali di Emin agiscono in modo simile, utilizzando un linguaggio diretto ed esplicito per coinvolgere visceralmente il pubblico, e una gestualità totalmente personale basata sulla traduzione visuale della propria scrittura a mano, come nell’installazione al neon Those who Suffer LOVE (Chi soffre  AMA, 2009) oppure in ricami o coperte decorate con applicazioni quale I do not expect (Non mi  aspetto, 2002). 

 

Nella pratica di Emin vita e arte si intrecciano, con opere in cui momenti intimi e privati si  trasformano in metafore esistenziali, riflettendo su grandi temi dell’essere umano, dalla sessualità alla malattia, dalla solitudine al rapporto con gli altri. Attraverso una ricerca onesta e fortemente autobiografica, Emin si concentra in particolare sull’idea della figurazione, ponendosi in particolare rapporto con maestri come Edvard Munch ed Egon Schiele, due degli artisti da lei più amati.

 

La mostra è composta da oltre sessanta opere, provenienti da collezioni pubbliche e private di tutto il mondo ed esposte tra il Piano Nobile e gli spazi pubblici del cortile e della facciata di Palazzo Strozzi. Il percorso, tematico, riprende temi e momenti diversi della carriera dell’artista attraverso diversi media e l’utilizzo di tecniche e materiali eterogenei.

 

Un grande neon sulla facciata di Palazzo Strozzi accoglie i visitatori con l’intensa dichiarazione visiva che dà titolo alla mostra: Sex and Solitude (Sesso e solitudine, 2025). Questo intervento introduce immediatamente due poli della ricerca di Tracey Emin: il corpo e la sessualità da un lato, la solitudine e la vulnerabilità dall’altro. Il corpo, fragile e carnale, è sempre al centro della sua indagine, sospeso tra desiderio e sofferenza, amore e perdita, come testimonia l’opera esposta nel cortile di Palazzo Strozzi, I Followed You To The End (Ti ho seguito fino alla fine, 2024), monumentale scultura in bronzo di una figura femminile che domina lo spazio, in una forte tensione tra monumentalità e intimità. 

 

La riappropriazione del corpo femminile emerge in numerose opere della mostra, tra cui Exorcism of the last painting I ever made (Esorcismo dell’ultimo dipinto che abbia mai fatto, 1996), installazione presentata per la prima volta in Italia, che documenta la storica performance che segnò il ritorno di Emin alla pittura dopo anni di interruzione. In una sala di Palazzo Strozzi è ricostruito lo studio temporaneo in cui l’artista visse e lavorò nuda per tre settimane e mezzo di fronte agli occhi del pubblico, creando disegni e dipinti ispirati ad artisti uomini come Egon Schiele, Yves Klein e Pablo Picasso. Diventando soggetto e oggetto della sua arte, Emin attua una sorta di esorcismo artistico, sovvertendo il ruolo della donna: non più semplice modella ma attiva protagonista. 

 

Fulcro dell’esposizione, la pittura è mezzo espressivo centrale per Emin, che in ogni tela crea un campo di tensioni emotive, segnato da una forte materialità, come in Hurt Heart (Cuore ferito,  2015), It was all too Much (Era tutto troppo, 2018), It - didnt stop - I didnt stop (Non si è fermato - Non mi sono fermata, 2019), There was blood (C’era sangue, 2022) Not Fuckable (Non scopabile,  2024), o I waited so Long (Ho aspettato così a lungo, 2022) in cui l’artista lavora istintivamente, lasciando emergere forme in bilico tra figurazione e astrazione. 

 

L’amore è tema centrale nell’opera di Tracey Emin, esplorato nelle sue sfaccettature, tra desiderio, romanticismo e dolore, come nei ricami I don’t need to see you I can feel you! (Non ho bisogno di  vederti, posso sentirti! , 2016) e No Distance (Nessuna distanza, 2016). Un’analoga intensità permea le sue sculture, in bronzo con patina di nitrato d’argento, come Coming Down From Love (Scendendo dall’amore, 2024) e In my defence - I thought of only you (In mia difesa: ho pensato solo a te, 2017). Fondamentale nella pratica dell’artista è l’uso del linguaggio, nei titoli e all’interno delle opere stesse. Le parole che Emin utilizza sono sempre dirette ed esplicite per coinvolgere il pubblico. Celebre è l’utilizzo del neon, con cui crea frasi che riproducono la sua scrittura manuale, come sulla facciata di Palazzo Strozzi, e in opere come Love Poem for CF (Poesia d’amore per CF, 2007), basata su versi  scritti negli anni Novanta per l’ex fidanzato Carl Freedman, o Those who Suffer LOVE (Chi soffre AMA, 2009), in dialogo nello  spazio espositivo con un video dallo stesso titolo. 

 

"L’arte contemporanea è parte integrante dell’identità di Palazzo Strozzi e siamo orgogliosi di presentare l'opera di Tracey Emin in una grande mostra senza precedenti in Italia, permettendo al pubblico di scoprire una delle artiste più famose e influenti del panorama contemporaneo. - afferma Arturo Galansino, Direttore Generale della Fondazione Palazzo Strozzi e curatore della mostra - E' una mostra ambiziosa, anche da un punto di vista di dimensioni, diretta cruda poetica, tanto drammatica quanto dolcissima a tratti, che parla del vissuto di questa artista, che ha utilizzato come medium principale la sincerità".

 

"L’esposizione a Palazzo Strozzi segue un percorso tematico, offrendo al pubblico un’immersione  nei sentimenti che animano l’arte di Tracey Emin. Sesso e solitudine, poli opposti evocati dal titolo, rappresentano il fulcro della sua pratica artistica, un dialogo intimo tra il desiderio di connessione e l’inevitabile isolamento dell’esistenza". 

 

"Grazie a tutti quelli che fanno in modo che questo luogo sia sempre attrattivo, visitato e in cui la cultura nasce e rinasce continuamente e attraverso cui vengono mandati massaggi - ha detto la sindaca Sara Funaro - Ogni mostra manda un messaggio e ci lascia qualcosa di nuovo che poi lavora nei nostri pensieri. Il lavoro della Fondazione Palazzo Strozzi è eccelso e io non posso che essere orgogliosa di questo, oggi finalnente dopo anni di lavoro abbiamo siglato un accordo col Demanio dello Stato e Palazzo Strozzi è a tutti gli effetti del comune di Firenze. Vogliamo fare di questo luogo un polo di arte, cultura, confronto e vivacità e coinvolgimento delle tante realtà che ci sono all'interno, e possiamo dare un impulso maggiore ora".
 

"Non penso che potrei fare di più che esporre in questo posto magnifico, a Firenze. Sono venuta qui in auto dall'Austria, ho trovato questa città così bella, abbiamo camminato di strada di notte e sono stata sopraffatta dalla bellezza della architettura e della storia. Per me fare una mostra qui è stato uno shock, è un'estasi", ha detto l'artista.

 

Tracey Emin. Sex and Solitude è promossa e organizzata dalla Fondazione Palazzo Strozzi.  Sostenitori pubblici: Comune di Firenze, Regione Toscana, Città Metropolitana di Firenze, Camera  di Commercio di Firenze. Sostenitori privati: Fondazione CR Firenze, Intesa Sanpaolo, Fondazione  Hillary Merkus Recordati, Comitato dei Partner di Palazzo Strozzi.  

 

 
logo-055 firenze

C & C Media s.r.l.
p.iva 06282890489

powered by Genetrix s.c.r.l. - web agency, applicativi web, siti internet, grafica

055firenze.it
Quotidiano online
registrato presso il tribunale di Firenze
nr. 5937 del 18/10/2013.