'Basta morti sul lavoro', a Calenzano il presidio per le vittime al deposito Eni riempie la piazza
Nel pomeriggio il presidio indetto dai sindacati davanti al palazzo comunale. Oggi lutto regionale
mercoledì 11 dicembre 2024 18:10
"Al lavoro in sicurezza". Sono le parole che campeggiano fuori dal comune di Calenzano, nella piazza in cui centinaia di persone si sono riunite oggi pomeriggio, due giorni dopo la tragedia avvenuta nel deposito Eni, in questa città, poco lontano da qui. Dove hanno preso la vita cinque persone.
Le bandiere che sventolano sopra al palazzo comunale hanno il drappo nero. A Calenzano sono stati proclamati tre giorni di lutto, a cui oggi si è aggiunta una giornata di lutto regionale in tutta la Toscana.
E oggi piazza Vittorio Veneto si è riempita per il presidio organizzato da Cgil Firenze, Cisl Firenze Prato e Uil di Firenze, che per oggi hanno anche indetto uno sciopero provinciale.
In piazza ci sono tante persone, colleghi, cittadini, istituzioni. In silenzio, con rabbia e dolore.
Ci sono i sindaci dei comuni del fiorentino, a cominciare da quelli più vicini, come Firenze, Campi Bisenzio, Sesto Fiorentino e Signa.
Un territorio sotto shock, dove in tanti due giorni fa hanno sentito un boato, visto i vetri tremare, e una nube nera alzarsi nel cielo. Lo stesso territorio in cui appena dieci mesi fa, il 16 febbraio 2024, hanno preso la vita sul lavoro altre cinque persone, nel crollo del cantiere Esselunga in via Mariti a Firenze.
Ci sono i parlamentari Nicola Fratoianni ed Emiliano Fossi. Presente la sindaca Sara Funaro: "Era fondamentale esserci oggi. Siamo qui per ribadire la vicinanza al sindaco di Calenzano, a tutte le famiglie, per una tragedia troppo vicina ad quella accaduta in via Mariti a Firenze. Aderiamo alla manifestazione dei sindacati che chiedono attenzione alla sicurezza sui luoghi di lavoro e noi ci siamo, come amministrazione comunale e come città metropolitana. Sulla locazione dello stabilimento stamani in consiglio metropolitano abbiamo avviato una riflessione. Siamo disponibili a ragionare perché i territori sono cambiati. Avevamo annunciato di voler lavorare ad una revisione del piano urbanistico metropolitano e questo sarà un punto da cui partire. Troppi morti sui nostri territori. Troppi morti nell'ultimo anno. Troppi morti sempre"
Il presidio si apre con i nomi delle cinque persone che hanno perso la vita nel deposito, seguiti da un lungo applauso.
Il suono delle chiarine annuncia poi un momento di raccoglimento in cui cala il silenzio nella piazza.
Il segretario generale della Cisl Firenze-Prato ha aperto gli interventi del presidio. "Dietro ogni incidente sul lavoro c'è un mancato investimento sulla sicurezza, una volontà di accorciare la filiera produttiva per un maggior controllo, un abuso di appalti e subappalti. Siamo qui ribadire che la sicurezza sul lavoro è una priorità permanente, occorre che tutte le forze politiche, sociali, sindacali, datoriali si impegnino responsabilmente insieme per costruire un domani in cui tragedie come quelle di lunedì non si ripetano".
Il sindaco di Calenzano Giuseppe Carovani: "Noi non sappiamo farci una ragione di quanto è successo, non era mai accaduto dal dopoguerra in poi un evento così nefasto a Calenzano. Oggi ci troviamo a piangere dei morti in quello che non possiamo definire un niente o una tragica fatalità, è successo quello che poteva succedere e che non è stato trovato il modo di evitare. Crediamo che si debbano fare tutti gli approfondimenti per trovare l'innesto di quella esplosione. Dobbiamo interrogarci se le misure previste sono sufficienti e se le tecnologie per il trasferimento di carburanti sulle autocisterne sono adeguate. Penso che da questo punto di vista una riflessione vada fatta, quanto si investe in ricerca per garantire livelli di sicurezza maggiore rispetto a quelli che abbiamo, e quanto si investe invece in automazione per risparmiare manodopera. Bisogna risparmiare la vita delle persone e non manodopera. L'onda d'urto è andata ben al di là delle aspettative arrivando a toccare edifici e abitazioni nel comune di campi Bisenzio. Abbiamo una riflessione da mettere al centro dell'agenda politica, se questo tipo di impianti debbano funzionare così, qual è il contesto in cui sono inseriti e se è garantita una sicurezza per chi ci vive vicino. Chiediamo di aprire un tavolo di confronto su questo tema. Non possiamo consegnare la nostra comunità ad un futuro con questa spada di Damocle. Non oso immaginare cosa sarebbe successo se fosse passato un treno in quel momento o cosa poteva succedere se l'incendio non fosse stato contenuto. Porre questo tema non è strumentale, oggi dobbiamo aprire una riflessione, se i carichi sulla Piana sono ancora tollerabili. Dobbiamo pensare alla Piana come un luogo dove mettiamo sempre nuove cose, compreso un aeroporto? Dobbiamo riflettere se quello che è successo non sia il frutto tremendo di una stagione storica che abbiamo alle spalle, concentrata sulle fonti fossili. Abbiamo ancora un sistema che si basa su questo e non c'è volontà di fare una scolta chiara in una direzione diversa. Dobbiamo cambiare con forza e subito".
Sul palco si avvicendano i delegati dei sindacati.
Elisa Goretti Filctem Cgil: "Sono qua in rappresentanza dei lavoratori, sono operaia in una fabbrica di pelletteria. Questi avvenimenti così gravi ci colpiscono. Non è possibile uscire per andare a lavorare e non tornare più. Ci mettiamo nei panni delle famiglie che dovranno passare il Natale senza un padre, un marito, un figlio. Ci sentiamo come criceti in una ruota che gira, dei numeri, quanto vale una vita? Rendiamoci che ne abbiamo una sola. Dobbiamo prenderci cura gli uni degli altri".
Leonardo Mugnaini coordinatore Uil Firenze:
"E' l'ennesima stage nel territorio fiorentino. Siamo di nuovo qui, a cercare di fermare questa strage continua. Cinque vittime qui, come in via Mariti. Ogni vita spezzata sul lavoro è una sconfitta. Tutti dobbiamo assumerci le nostre responsabilità. Dobbiamo fermare tutto questo. Oggi nel mondo del lavoro la fa da padrone il precariato, la paura di perdere il lavoro e la ricerca del profitto anche a discapito della vita. Il mondo del lavoro ci vuole disposti a tutto, pone la produzione davanti a tutto. Una cultura malata che dipinge come eroi chi lavora tutto il giorno. In modo subdolo questa cultura si insinua nel mondo del lavoro. Malattie, infortuni, morti, non sono fatalità ma gli effetti collaterali che denunciamo come sindacati da anni".
Matranga Massimiliano, UIL Trasporti, conosceva le vittime: "Sto cercando di rappresentare i miei colleghi perché purtroppo quello che è avvenuto lunedì è avvenuto in un posto in cui ho lavorato. Un mestiere che ho fatto come Vincenzo, come Emiliano, che oggi è a Pisa in ospedale. Vorrei farvi presente qual è la loro vita, partono alle tre di notte e iniziano una giornata di scarichi e ricarichi, più volte al giorno, nelle raffinerie, a Livorno o a Calenzano. Come autisti sono molto professionalizzati perché hanno fatto molti corsi di formazione, sono molto attenzionati dagli ispettori. Tutti i giorni esprimono professionalità, e non perché è successo questo loro sono meno, sono lavoratori encomiabili. Carmelo l'ho conosciuto, era la guardia giurata che lavorava in portineria, poi prese le patenti e iniziò a lavorare con lui, e oggi lo vedo invece perdere la vita e non ho parole".
In piazza anche il presidente della regione Eugenio Giani. "Grazie a chi è qui, anche nel dolore della rabbia, legittimo di fronte a questo momento che vede cinque lavoratori che non ci sono più. Stamani dover consolare le due ragazze che volevano vedere il luogo dove aveva vissuto per l'ultima volta loro padre, cosi come gli altri familiari, sono cose che non devono più accadere. E non farle più accadere tocca a me e a chi ha responsabilità il senso di un impegno che deve essere primario. Quello è un impianto che c'è dal 1956, ma quando veniva inaugurata l'autostrada a Calenzano lì erano tutti i campi, ora no. Parlavo lunedì in ospedale con due lavoratori che guidavano le autobotti, che sono feriti ma non in pericolo di vita, che raccontavano che quando si è sotto la pensilina si deve stare sopra il mezzo. Ma ci deve essere un altro modo per caricare. Dobbiamo essere presenti con serietà nelle indagini. Ci vuole un impegno collettivo".
Il sindaco di Calenzano annuncia poi che l'amministrazione comunale ha aperto un conto corrente per raccogliere fondi per le famiglie delle vittime.
In chiusura l'intervento del segretario generale di Cgil Firenze Bernardo Marasco: "Fare i discorsi in queste situazioni è complicato ma è necessario perché eil lavoro non può restare muto. La rassegnazione non può prendere il posto della parola. Questa piazza non sta zitta e dice basta, con un lavoro che mortifica la dignità delle persone. La sicurezza si costruisce giorno per giorno nei posti di lavoro e non solo nella ribalta mediatica della tragedia. Non servono interventi spot, serve un lavoro quotidiano, un impegno sul campo, lo stesso impegno richiediamolo ai legislatori".
La giornata si era aperta con una commemorazione davanti al deposito Eni a Calenzano, alla presenza anche di colleghi e familiari delle vittime.
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Calenzano, commemorazione davanti al deposito Eni. Oggi lutto regionale