Teatro di Rifredi, al via la nuova stagione con la prima nazionale di 'A.K.A'
Angelo Savelli dirige il testo del giovane drammaturgo argentino/spagnolo Daniel J. Meyer, che sarà presente a Rifredi
mercoledì 20 novembre 2024 18:11
Riparte il Teatro di Rifredi, con il primo spettacolo della nuova stagione, un monologo che parla di identità, di differenza tra ciò che pensiamo di essere e ciò che la società vuole che noi siamo.
Dal 22 novembre al 1° dicembre (il 26 e 27 novembre in matinée per le scuole), Angelo Savelli dirige in prima nazionale A.K.A. (Also Known As) del giovane drammaturgo argentino/spagnolo Daniel J. Meyer (Premio MAX Awards 2019 e Butaca Awards 2018) con protagonista Vieri Raddi, produzione Teatro della Toscana. Traduzione di Manuela Cherubini, scenografie di SKIM, musiche di Jaidem, Lupus Mortis, Vieri Raddi.
Il 22 e 23 novembre Daniel J. Meyer sarà presente a Rifredi e terrà due incontri informali con il pubblico alla fine degli spettacoli.
Lo spettacolo, prodotto dal Teatro della Toscana, con il contributo di Gobierno de España Ministerio de Cultura INAEM, racconta le dolorose vicissitudini di un tranquillo adolescente di origini straniere che si trova ad affermare il proprio desiderio di integrazione in una società minata dalla xenofobia.
Si inserisce nel più vasto progetto di scoperta e promozione della nuova drammaturgia internazionale che si tiene presso il Teatro di Rifredi già dal 2018, e che ha visto la traduzione, la rappresentazione e la pubblicazione (attraverso la casa editrice Cue press) di opere di autori come Josep Maria Miró, Sergio Blanco, Remi De Vos e Abel González Melo.
Il testo porta in scena la storia di Carlos, un adolescente di Barcellona, pienamente inserito nella comunità in cui vive e alle prese con tutti i normali problemi dei ragazzi della sua età, comprese le prime avventure sentimentali. Ma Carlos non è un autoctono. È stato adottato ancora piccolissimo e proviene da uno di quei paesi martoriati dalle guerre o dalla povertà. Eppure, Carlos si sente profondamente spagnolo e come tale lo considerano i genitori e gli amici. Ma a un certo momento deve scontrarsi con la xenofobia di una parte della società e con il freddo rigore della legge che lo porteranno addirittura in carcere. Nonostante questo, Carlos non perde mai la fiducia in sé stesso e in una società giusta e inclusiva.