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'A cosa servono i russi', Paolo Nori porta il suo reading-spettacolo al Teatro di Fiesole

Lo spettacolo dello scrittore, saggista e traduttore nell'ambito dell'Autunno Fiesolano

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mercoledì 06 novembre 2024 11:57

Scrittore, saggista e traduttore, Paolo Nori porta in scena il reading teatrale “A cosa servono i russi”, giovedì 7 novembre al Teatro di Fiesole, nell’ambito dell’Autunno Fiesolano, festival che, insieme alla Primavera Fiesolana, si propone come estensione fisica e temporale dell’Estate Fiesolana.


I biglietti (posto unico 10 euro) sono disponibili.

 

Che potere hanno i grandi autori russi del passato, sulle nostre vite di occidentali del ventunesimo secolo? Perché li leggiamo ancora, ammesso che li leggiamo? E che effetto potrebbero farci, se li leggessimo, ammesso che non li leggiamo? “A cosa servono i russi” è un monologo con la musica di Modest Musorgskij, le immagini di Claudio Sforza e le voci originali di Lev Tolstoj, Anna Achmátova e Iosif Brodskij.


“Tutte le volte che vado in Russia – spiega Paolo Nori -  una delle prime cose che faccio è guardare il cielo e mi vien sempre in mente una breve poesia di Velimir Chlebnikov che dice: «Poco, mi serve / Una crosta di pane / Un ditale di latte / E questo cielo / E queste nuvole». E quando penso alle due donne della mia vita, mia figlia e sua mamma, mi vien sempre in mente un’altra poesia di Chlebnikov che inizia con «Le ragazze / Quelle che camminano / Con stivali di occhi neri / Sui fiori del mio cuore». E quando leggo una poesia che mi piace, mi viene in mente Anna Achmatova che diceva che quando Mandel’štam leggeva i propri versi «Sembrava che si alzasse in volo un cigno». E quando sto male, ma male, mi viene in mente quel verso di Pasternàk che dice che : «Vivere una vita non è attraversare un campo». E quando penso che probabilmente la cosa che sto facendo è destinata al fallimento, mi viene in mente Iosif Brodskij quando dice che, se saremo sconfitti, dobbiamo perlomeno provare a interpretare la parte dell’uomo libero. E «Quando è sconfitto», dice Brodskij, «un uomo libero, non dà la colpa a nessuno». Che è poi quello, Brodskij, che ha scritto: «Per uno che ha molto letto Dostoevskij, sparare su un proprio simile in nome di una qualche idea è un’impresa un tantino più problematica che per uno che Dostoevskij non l’ha letto mai»”.



Autunno Fiesolano è realizzato con il contributo di Regione Toscana e Fondazione CR Firenze. Il Teatro di Fiesole è nato ed opera grazie al sostegno di Dorin, Banca Cambiano 1884 S.p.A., Unicoop Firenze, Stefano Ricci e Ludovico Martelli.
 

 

 
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