Vis Art

Obscured Existence, a Palazzo Pitti la mostra di Wang Guangyi sul lato oscuro del quotidiano

La reggia medicea accoglie 28 lavori del celebre artista cinese, alcuni dei quali mai esposti in Occidente

Galleria immagini

1 Visualizzazioni

mercoledì 06 settembre 2023 12:33

Ha come titolo Obscured Existence la prima esposizione personale in Italia del celebre artista cinese Wang Guangyi, a Palazzo Pitti dal 6 settembre al 10 dicembre.

 

Cosa si nasconde nella rassicurante familiarità degli ambienti domestici, nelle ombre degli spazi legati all’intimità della vita quotidiana? La ripetitività delle azioni quotidiane può essere interpretata come un rito quasi religioso? Queste alcune delle domande poste dalla mostra, composta da 28 dipinti di Wang Guangyi, alcuni dei quali mai esposti in Occidente, è un percorso a tappe attraverso quattro distinti cicli, che indagano cosa sta davvero dietro la ritualità dei gesti di tutti i giorni e l’uso degli oggetti più comuni. Allo stesso tempo, le opere esplorano anche il modo in cui la cultura d’origine di ciascuno influenza la percezione di un’opera d’arte.  

 

Il viaggio si apre con Daily Life, dipinti incentrati sull’intimità dei piccoli gesti abituali di ogni giorno. In questa prima serie, Wang Guangyi si ritrae in momenti della vita privata, solo, inerme di fronte alla propria corporeità; la ripetitività dell’ordinario assume quasi la valenza di un rituale, mentre l’incedere meccanico dell’abitudine si carica di un’aura sacra.

 

Come quando, leggendo un libro, il senso della narrazione si svela man mano che la lettura procede, nella serie Ritual (che compone il secondo ciclo) la fragilità della figura umana lascia il posto alla mobilità inaccessibile dell’oggetto. Esso, spogliato della sua solita connotazione, diventa simbolo di una liturgia segreta e personale, traccia di un significato che supera la cosa, suscitando sensazioni contrastanti. In Ritual n. 3, per esempio, l’artista protegge un normale water di ceramica bianca tramite un cordone rosso sorretto da due colonnine in ottone, il tipico separatore in uso nei musei o nei luoghi sacri. Dal paradosso scaturiscono due sentimenti opposti: l’inquietudine dovuta  alla consapevolezza che qualsiasi luogo può essere dichiarato inaccessibile, e il sorriso  dovuto al fatto che si salvaguarda un oggetto di indubbia ordinarietà. In questo incontro di sensazioni, secondo l’artista, viene spronato il pensiero e quindi la consapevolezza di esistere.

 

Il seme della mostra, però, arriva a piena fioritura solo con la serie Obscured Existence, che dà il titolo anche al concetto che l’ha generata. Riprendendo un’antica tecnica pittorica cinese, il Wu Lou Hen, Wang Guangyi inonda le sue figure di una fitta sgocciolatura che ne cancella l’aspetto ordinario per rivelarne un’anima oscura, mistica, inafferrabile. Determinato a dimostrare come sistemi sociali differenti portino a una diversa comprensione del mondo, il pittore si immerge nell’iconografia occidentale, descrivendo le forme della tradizione cristiana attraverso un linguaggio a loro estraneo, orientale e personale. In Enlarged Medusa, ispirato dallo scudo di Caravaggio conservato alle Gallerie degli Uffizi, l’artista sovrappone all’ immagine una particolare griglia a nove quadri, retaggio della tradizione cinese, che riduce la percezione estetica dell’originale e ne sminuisce l’intensità emotiva. Ne consegue che gli osservatori, spiazzati dall’imprigionamento della testa di Medusa, si ritrovano così a dover “scavalcare” visivamente il famosissimo dipinto di Caravaggio, per afferrare invece la verità sepolta nell’opera.

 

Il percorso si chiude con il ciclo The shadow of memory, che registra quel che resta del nostro passaggio nella memoria di un luogo. L’autoritratto di Wang Guangyi, al termine dell’esposizione, verrà donato alle Gallerie.

 

Il direttore degli Uffizi Eike Schmidt: “l’artista tratta spazi “normali” e semplici oggetti d’uso con lo stesso rispetto, indagando in essi e nella loro traduzione pittorica un’anima trascendentale. Da questa prospettiva riesce ad unire - senza confonderle - le tradizioni occidentali e orientali in modo originale e innovativo. Con questa mostra si conferma la vocazione universale delle Gallerie degli Uffizi, aperte alle ricerche sul passato e alle voci più interessanti e importanti dell’arte contemporanea”.

 

Il curatore Demetrio Paparoni: “Nel Novecento la svolta nell’arte cinese l’ha data la generazione di Wang Guangyi. Nella seconda metà degli anni Ottanta lui è tra quanti in Cina hanno dato vita a una rivoluzione linguistica e contenutistica con lo stesso spirito che tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo ha animato in Europa l’azione delle avanguardie storiche. Il peso assunto dalla sua ricerca filosofica e spirituale, portata avanti attraverso la pittura, la scultura, le grandi installazioni, fa di Wang Guangyi uno dei grandi protagonisti della Storia dell’arte contemporanea cinese”.

 

L’artista Wang Guangyi: “Ho visto per la prima volta le opere dei maestri nella collezione degli Uffizi trent'anni fa. Questi lavori hanno avuto un impatto profondo su di me. Mi sentivo come se avessi scoperto una nuova altissima montagna da scalare. La mostra che si apre oggi qui vuole essere sia il mio omaggio ai maestri di un tempo che uno sguardo indietro alla mia giovinezza. A mio modo di vedere, la storia è vuota/non significa nulla. Solo la storia dell'arte può testimoniare l'esistenza degli esseri umani”.


 

Notizie Recenti

 
logo-055 firenze

C & C Media s.r.l.
p.iva 06282890489

powered by Genetrix s.c.r.l. - web agency, applicativi web, siti internet, grafica

055firenze.it
Quotidiano online
registrato presso il tribunale di Firenze
nr. 5937 del 18/10/2013.