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Caro energia, in Toscana possibili perdite per 2,1 miliardi di euro in minori consumi

L'allarme di Confesercenti: 'Costi in crescita di oltre il 70% per famiglie e imprese'

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martedì 15 marzo 2022 18:55

A due anni dall’inizio della crisi innescata dal Covid-19 – i cui danni sono ancora da recuperare – una nuova emergenza sta investendo l'economia. “L’effetto della corsa dei prezzi di energia, gas e carburanti, esasperata dalla crisi Ucraina, rischia infatti di portare già nel 2022 il tasso di inflazione all’8%: un livello che in Italia non si vedeva dagli anni ‘80 e che solo in Toscana potrebbe costare quest’anno 2,1 miliardi di euro in minori consumi e una riduzione di 2,8 miliardi dell’aumento previsto del prodotto interno lordo”. A lanciare l’allarme è Confesercenti Toscana.

 

“Mentre ancora stentiamo ad uscire da un’emergenza sanitaria, altre due emergenze bussano alle nostre porte, alle porte delle nostre imprese e alla porta del nostro Paese - afferma Nico Gronchi, presidente di Confesercenti Toscana -: il caro-energia e l’effetto del conflitto in Ucraina. Il rischio per la nostra economia e per le nostre imprese è quello di entrare in una condizione di “emergenza strutturale””.

 

Nonostante gli interventi straordinari del Governo nel primo trimestre del 2022, “i costi di energia elettrica e gas per famiglie e piccole imprese sono in crescita rispettivamente del +78% e del +71,5%. Un aumento monstre che - in termini reali - corrisponde ad una spesa aggiuntiva di oltre 800 euro all’anno per le utenze domestiche e ad una vera e propria stangata per le imprese, con aumenti fino a +12/15 mila euro annui per i ristoranti”, continua Confesercenti.

 

“Un impatto in parte moderato dalle misure già introdotte dall’esecutivo, ma che resta comunque drammatico per attività economiche e consumatori. Se i prezzi degli energetici non diminuiranno a breve, infatti, un’utenza domestica che consuma 1.400 m3 di gas e 2.700 kWh di energia elettrica nel 2022 rischia di veder lievitare il conto delle due forniture rispettivamente di +458 e +307 euro. E per le imprese, gli aumenti sono ancora più forti: un negozio di commercio alimentare di ortofrutta pagherà nel 2022 4.371 euro, 1.754 in più del 2021; un parrucchiere 8.108, per una maggiorazione di 3.307 euro sull’anno precedente; un bar 12.295 euro (+5.648 euro rispetto al 2021) e un ristorante 26.160 euro, con una spesa aggiuntiva vicina ai 12mila euro in più (+11.780)”.

 

“Dobbiamo fare tutto il possibile per contenere la tensione inflazionistica – aggiunge Gronchi -, ma occorrono anche nuovi e più incisivi interventi per contenere i costi energetici per famiglie e imprese, a partire da misure per calmierare il costo della materia prima. Le risorse ci sono: il solo aumento dei prezzi dei carburanti porterà nelle casse dello Stato 2,7 miliardi di euro di più in accise. Un tesoretto che dobbiamo utilizzare per tutelare le piccole imprese incentivando consorzi e gruppi di acquisto, agevolazioni fiscali e interventi su tasse”.

 

 
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