Giorno della Memoria: gli Uffizi acquistano un ritratto del pittore ebreo Levy, deportato da Firenze ad Auschwitz
Si chiama ‘Fiamma’, da domani sarà esposto a Palazzo Pitti
lunedì 24 gennaio 2022 11:22
In occasione del Giorno della Memoria, le Gallerie degli Uffizi hanno acquistato un importante ritratto del pittore ebreo tedesco Rudolf Levy, deportato da Firenze ad Auschwitz.
Il ritratto di una giovane donna, realizzato un anno prima della deportazione, si chiama ‘Fiamma’ e fu scelta come immagine di copertina del volume ‘Gli ebrei nell’Italia fascista. Vicende, identità, persecuzione’ di Michele Sarfatti.
Levy (Stettino 1875-Auschwitz 1944) trascorse nel capoluogo toscano gli ultimi anni della sua vita: arrivato in città nel dicembre 1940, vi rimase e lavorò fino al 12 dicembre 1943, quando fu arrestato e deportato ad Auschwitz. A Firenze, dove soggiornò in Piazza Santo Spirito, nella Pensione Bandini in Palazzo Guadagni, l'artista dipinse alcune delle sue opere più significative, tra le quali anche il dipinto acquistato dagli Uffizi.
In occasione della ricorrenza, da domani il quadro sarà esposto a Palazzo Pitti, all’ingresso della Galleria Palatina, nel Corridoio delle Statue.
Il direttore delle Gallerie degli Uffizi Eike Schmidt: “Rudolf Levy era uno dei più importanti artisti ebrei in esilio a Firenze durante la seconda Guerra Mondiale. Le sue opere, ispirate a Matisse, vennero messe nell’indice dell’”arte degenerata” dai nazisti. “Fiamma” è il primo suo dipinto a entrare nelle collezioni degli Uffizi, e farà parte della mostra sull’artista in programma per il 2023, la prima monografica a lui dedicata, che le Gallerie stanno preparando da tempo insieme al Museo e Centro di Documentazione della Deportazione e Resistenza di Prato”.
Oggi, lunedì 24 gennaio, diretta Facebook “Uffizi On Air” dedicata al tema della Shoah: Claudio Di Benedetto e Alessia Cecconi, dalla Biblioteca Magliabechiana delle Gallerie, ricordano Cesare Fasola (1886-1963), per oltre vent’anni direttore della Biblioteca dell’allora Soprintendenza alle Belle Arti, ma soprattutto protettore del patrimonio storico-artistico dei musei fiorentini e di famiglie ebree, durante la seconda guerra mondiale. Fasola, che fu anche esponente del Comitato Nazionale di Liberazione, si adoperò per la difesa delle collezioni (custodite in depositi ritenuti sicuri allo scoppio della guerra), mentre si avvicendavano gli eserciti tra ritirata tedesca e avanzata degli Alleati: fu lui infatti a impedire, in molti casi, il trasferimento di libri e documenti verso il nord. Egli cercò inoltre di contrastare le razzie dei beni degli ebrei, difendendoli dalle bande repubblichine capeggiate dallo spietato maggiore Carità. Nel 1945 Fasola tradusse questa esperienza nel volume ‘Le gallerie di Firenze e la guerra: storia e cronaca’, con l'elenco delle opere d'arte salvate. L’eroico bibliotecario, terminato il conflitto, fu anche attivo assessore e consigliere del Comune di Fiesole.