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Firenze, sindacati in piazza per cambiare la Legge di Stabilità. Presente il Collettivo Gkn

Le bandiere dei tre sindacati hanno riempito piazza Santissima Annunziata

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sabato 27 novembre 2021 15:43

Cambiare la Legge di Stabilità: è la richiesta lanciata stamani da Cgil, Cisl e Uil della Toscana, scese in piazza a Firenze nell’ambito della mobilitazione nazionale decisa dai sindacati confederali per chiedere di cambiare la legge di bilancio su fisco, pensioni, sociale, giovani, sviluppo.

 

Le bandiere dei tre sindacati hanno riempito piazza Santissima Annunziata, con delegazioni arrivate da tutta la regione. In piazza hanno parlato alcuni delegati dei vari settori, uno studente, a nome di chi ancora nel mondo del lavoro non è entrato, e poi i segretari generali di Cgil e Cisl Toscana, Dalida Angelini e Ciro Recce, mentre le conclusioni sono state affidate a Tiziana Bocchi, della segreteria nazionale Uil.

 

“In questi mesi difficili di crisi e di pandemia – ha detto dal palco Dalida Angelini, segretaria generale Cgil Toscana – siamo riusciti a conquistare misure importanti su lavoro, sicurezza, contratti, appalti pubblici, ammortizzatori sociali. Nessuno ci ha regalato nulla. Ma non ci accontentiamo, questo non basta: troppe crisi industriali, troppi posti di lavoro persi, troppe morti sul lavoro. Finché non avremo risposte la nostra mobilitazione non si fermerà, anzi si intensificherà nei territori, nei luoghi di lavoro, nelle piazze. La nostra non è solo una battaglia sociale e sindacale ma soprattutto per la democrazia, perché senza giustizia sociale la democrazia perde valore. E le risposte servono già nella Legge dI Bilancio, perché l’Italia ha davanti a sé sfide epocali e non può perdere tempo: Pnrr, crisi demografica, transizione digitale, riconversione industriale. C’è un percorso lungo da fare, queste sfide non si vincono senza o contro il mondo del lavoro”.

 

Per il segretario generale della Cisl Toscana, Ciro Recce, “ci sono almeno tre questioni prioritarie: il fisco, per il quale chiediamo meno tasse per lavoratori e pensionati, che da sempre pagano e pagano anche troppo; le pensioni, per le quali serve un’uscita flessibile, superando la legge Fornero: 62 anni di età o 41 di contributi sono più che sufficienti; i giovani, per i quali serve una pensione di garanzia e la possibilità di costruirsi una pensione complementare. A questi temi si affianca la necessità di dedicare più risorse al sociale, a cominciare dalla non autosufficienza”.

 

“Questa giornata – ha detto concludendo la mattinata Tiziana Bocchi, segretaria nazionale Uil – è l’inizio della mobilitazione di Cgil, Cisl e Uil per dire al governo che questa legge di bilancio non ci piace. Non ci piacciono le proposte su pensioni e fisco, non ci piace la mancanza di un confronto vero sullo sviluppo e sulla messa a terra del Pnrr. Oggi siamo in piazza per dire no a quota 102, serve una riforma strutturale per le pensioni che superi la ferita della Legge Fornero. Per questo chiediamo che si possa uscire dal mondo del lavoro o a 62 anni di età o con 41 anni di contributi. Chiediamo anche una pensione di garanzia per i giovani, e per le donne che sia riconosciuto il lavoro di cura che è tutto sulle loro spalle. Infine chiediamo che gli 8 miliardi di taglio al fisco vadano interamente al mondo del lavoro. Le imprese sono già state sostenute, adesso è arrivato il momento di redistribuire una parte della ricchezza a lavoratori e pensionati.”

 

Anche una delegazione del collettivo di fabbrica Gkn ha partecipato alla manifestazione. Secondo Dario Salvetti, delegato Rsu Gkn: “c’è bisogno ora più che mai di uno sciopero generale e generalizzato, per questo siamo venuti a ribadirlo in piazza, in una giornata che riteniamo altamente insufficiente e inadeguata. Lo sciopero generale, è necessario come l'ossigeno per unificare e sostenere vertenze in crisi prese in giro ai tavoli ministeriali per contrastare il precariato dilagante, per tutti gli assassinati sul lavoro. Necessario perché in Gkn non riaprano la procedura di licenziamento, per sostenere la legge contro le delocalizzazioni. Noi non abbiamo altra scelta che la lotta” ribadisce Salvetti. “Una lotta che abbiamo scelto di accompagnare con proposte concrete che parlano di nazionalizzazione del sito produttivo e di una sua riconversione in un polo per la mobilità sostenibile, come discuteremo il 5 dicembre prossimo assieme ad economisti della Scuola Sant’Anna di Pisa, ingegneri e ricercatori”.

 

Secondo Matteo Moretti, delegato Rsu Gkn “siamo venuti oggi a questa manifestazione anche per rimarcare la nostra situazione, nel momento in cui la proprietà sta minacciando la riapertura della procedura di licenziamento che potrebbe ripartire ai primi di dicembre. Vogliamo uno sciopero generale e generalizzato per rivendicare punti importanti, come la legge sulle delocalizzazioni già incardinata in Parlamento che permetterebbe di fermare una politica che non colpisce solo noi, ma anche molte altre aziende nel nostro Paese. Ma anche per contrastare l’attacco alle pensioni, per sostenere una sanità pubblica, e una vera lotta al cambiamento climatico. Uno sciopero, “conclude Moretti, “che non dovrà essere solo una data sul calendario, ma un vero percorso di lotta che non smetterà di convergere con tutte le date di lotta del nostro Paese”.

 

In piazza anche studenti medi ed universitari: "La nostra posizione è chiara e la strada da percorrere altrettanto: serve una mobilitazione intergenerazionale e di classe. Non possiamo continuare ad accettare la narrazione dei governi che da troppo tempo guidano il nostro paese, la quale addossa ai lavoratori la responsabilità del precariato giovanile, del lavoro in nero e dello sfruttamento. Non possiamo accettare di essere attaccati se per sopravvivere ci ancoriamo al minimo contributo che offre il reddito di cittadinanza. Il nostro paese vive un fenomeno fin troppo chiaro: mentre i più ricchi accrescono il loro patrimonio, la maggioranza più colpita si avvicina sempre più alla soglia di povertà. Tutta questa situazione è stata esasperata dal periodo pandemico. Adesso ci troviamo qua per discutere la ripartenza di questo paese e lo dobbiamo fare portando all’attenzione di questo governo un’elaborazione trasversale che parta da noi e dalla scuola per coinvolgere tutti fino ai pensionati. Noi in questa fase di ricostruzione non ci sottrarremo e continueremo a portare la nostra visione, la visione della generazione precaria del presente e del futuro".

 

 

 
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