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Scandicci, il Presidente Mattarella alle celebrazioni per il decennale Scuola di Magistratura

Il discorso del Presidente della Repubblica

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mercoledì 24 novembre 2021 12:30

Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, a Scandicci in occasione delle celebrazioni per i primi dieci anni di attività della Scuola superiore della magistratura.

 

La prima sessione della giornata, mercoledì 24 novembre, presso la sede didattica di Villa Castel Pulci, è stata aperta dal discorso del Presidente del Comitato direttivo della Scuola, Giorgio Lattanzi, a cui hanno fatto seguito gli interventi del Vice Presidente del Consiglio superiore della magistratura, David Ermini, e della Ministra della giustizia, Marta Cartabia.
 

La cerimonia si è conclusa con l'intervento del Presidente Mattarella: “Vorrei, in apertura, ringraziare molto il Presidente Lattanzi, e con lui tutto il Comitato Direttivo per lo sforzo profuso negli ultimi anni affinché l’attività formativa della Scuola seguisse il proprio corso, nonostante l’emergenza pandemica tuttora in atto. In questo momento storico l’elaborazione dei percorsi di formazione assume rilievo particolare. La Scuola Superiore della Magistratura è il luogo privilegiato per percorsi formativi idonei a favorire il consolidamento della preparazione professionale, elemento vitale per un corretto svolgimento della funzione giurisdizionale. Accanto allo scopo di approfondimento professionale, specifico dell'istituto, non sfugge a nessuno come due temi si affianchino: da un lato la questione etica, dall'altro il ruolo significativo che la Magistratura riveste nell'ambito dello sforzo che la Repubblica sta compiendo per raggiungere gli obiettivi delineati nel Piano di ripresa e resilienza”.

 

"Le vicende registrate negli ultimi tempi nell’ambito della Magistratura non possono e non devono indebolire l'esercizio della “funzione giustizia”, essenziale per la coesione di qualunque società. Attività svolta quotidianamente, con serietà, impegno e dedizione, negli uffici giudiziari. Se così non fosse, ne risulterebbero conseguenze assai gravi per l'ordine sociale e un nocumento per l’assetto democratico del Paese. Ma occorre un ritrovato rigore – ha continuato Mattarella - La Magistratura è chiamata, in questo periodo, a rivitalizzare le proprie radici deontologiche, valorizzando l’imparzialità e l’irreprensibilità delle condotte individuali; rifuggendo dalle chiusure dell’autoreferenzialità e del protagonismo”.

 

Il Presidente della Repubblica ha poi sottolineato l’importanza della riforma del Consiglio Superiore della Magistratura: “L’organo di governo autonomo, quale presidio costituzionale per la tutela dell’autonomia e dell’indipendenza della Magistratura, è chiamato ad assicurare le migliori soluzioni per il funzionamento dell’organizzazione giudiziaria, senza mai cedere ad una sterile difesa corporativa – ha evidenziato Mattarella - L’attività del C.S.M. deve mirare a valorizzare le indiscusse professionalità su cui la Magistratura può contare, senza farsi condizionare dalle appartenenze e dedicando particolare attenzione anche alla promozione della parità di genere. Il dibattito sul sistema elettorale dei componenti del Consiglio superiore deve ormai concludersi con una riforma che sappia sradicare accordi e prassi elusive di norme che, poste a tutela della competizione elettorale, sono state talvolta utilizzate per aggirare le finalità della legge. È indispensabile, quindi, che la riforma venga al più presto realizzata, tenendo conto dell'appuntamento ineludibile del prossimo rinnovo del Consiglio superiore. Non si può accettare il rischio di doverne indire le elezioni con vecchie regole e con sistemi ritenuti da ogni parte come insostenibili”.

 

Sergio Mattarella ha fatto poi riferimento al sostegno che la “funzione giustizia” è chiamata a dare per la ripresa del Paese, nell'ambito del processo di modernizzazione, per realizzare gli obiettivi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. “Le risorse aggiuntive di mezzi e di personale previste rappresentano un’occasione, da non perdere, per innovare le modalità di esercizio della giurisdizione, in vista del raggiungimento dell’obiettivo dei tempi processuali come indicati nel Piano ed in linea con i parametri europei – ha detto il Presidente della Repubblica - Il potenziamento dell’Ufficio del processo si pone, in questa prospettiva, come strumento diretto ad aumentare gli standard di produttività nella volontà di dare risposte alla domanda di giustizia in maniera più efficace e tempestiva. Affinché ciò avvenga, occorre un significativo mutamento nelle modalità di svolgimento del lavoro giudiziario con l’adozione di un modulo organizzativo basato sulla collaborazione e sul confronto con altre figure”.

 

La stagione di rinnovamento avviatasi con l’entrata in vigore della legge di riforma del processo penale è destinata a completarsi con le indispensabili modifiche al processo civile e all’ordinamento giudiziario – ha aggiunto - Il coraggio del cambiamento è la sfida di fronte a cui si trova il nostro Paese, Magistratura inclusa. Sono convinto che si tratti di una sfida che essa saprà raccogliere, manifestando l’indubbia volontà di essere all’altezza della funzione essenziale che l’ordinamento democratico le attribuisce, ottenendo la fiducia che questa funzione merita. Il contributo della Scuola si presenta fondamentale in questa direzione, attraverso l’elaborazione di corsi formativi capaci di sostenere un cambiamento organizzativo e di mentalità non più rinviabile”.

 

“L'esercizio della giurisdizione è stato sempre influenzato dalle sensibilità del contesto storico-sociale. Pertanto oggi, ancor più che in passato, le decisioni della Magistratura devono essere “comprensibili e riconoscibili” e, per essere tali, vanno improntate ai canoni costituzionali della ragionevolezza e dell’equità, valori che devono guidare nel giudizio – ha dichiarato Mattarella - In questa prospettiva, l’applicazione delle norme va sempre responsabilmente orientata ad assicurare una risposta giudiziaria puntuale, che consideri le varie esigenze, senza perdere di vista il loro contesto e l’interesse generale in cui incidono. Per questo il giudice deve conoscere il fatto e le norme, e saper inquadrare la specificità e la complessità del caso alla luce dei principi costituzionali”.

 

L’emergenza pandemica, dalla quale potremo uscire soltanto grazie al completamento della campagna vaccinale, ha reso ancor più evidente l’irrompere, anche nelle aule di tribunale, di istanze individuali alla ricerca di risposte con attese sovente contraddittorie. Al giudice compete trovare soluzioni ancorate al diritto positivo e, al contempo, correttamente declinate in ragione della loro incidenza sull’intera società”.

 

“Certo che i risultati già conseguiti saranno ulteriormente sviluppati, auguro buon lavoro al Comitato Direttivo, al personale della Scuola e, soprattutto, ai partecipanti ai corsi. Auguri” ha concluso il Presidente Mattarella.

 

Nel corso della seconda sessione si svolgerà una tavola rotonda, moderata dalla prof.ssa Paola Severino, Ministro della giustizia all’epoca dell’insediamento del primo Comitato, con Valerio Onida, Gaetano Silvestri e Giorgio Lattanzi, presidenti dei Comitati che si sono alternati durante i dieci anni di attività. L’ultima sessione si focalizzerà sullo studio concernente il percorso formativo compiuto nel corso di questi anni dalla Scuola con uno sguardo rivolto al futuro, realizzato in collaborazione con la sede di Bologna dell’Istituto di Informatica Giuridica e Sistemi Giudiziari (IGSG) del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR).
 

 
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