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Obbligatorietà vaccino Covid, la risoluzione approvata nel Consiglio comunale di Firenze

L’atto proposto dal Pd invita Governo e Parlamento a valutare disposizione legislativa ad hoc

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martedì 14 settembre 2021 11:56

Introdurre una disposizione legislativa per rendere obbligatoria la vaccinazione contro il Covid-19. È l’invito che arriva a Governo e Parlamento da una risoluzione promossa dal gruppo consiliare Partito Democratico e approvata dal Consiglio comunale di Firenze nella seduta di ieri, lunedì 13 settembre, con emendamenti. 

 

“Il vaccino è la strada maestra, lo strumento principale per sconfiggere il Covid-19 e uscire finalmente da questa pandemia - ha detto il capogruppo Pd a Palazzo Vecchio Nicola Armentano - Vaccinarsi è un gesto di responsabilità, lo dobbiamo a chi non può farlo per motivi di salute, lo dobbiamo a chi ha subito sulla propria pelle le conseguenze di questa terribile pandemia e non parlo solo in termini, drammatici, di vittime e contagi, ma penso anche alle ricadute sociali, economiche. La libertà di ognuno di noi finisce quando va a ledere quella di chi ci circonda, partiamo da questo assunto quando ci approcciamo ai vaccini. La campagna vaccinale è andata avanti in questi mesi ma c’è ancora una parte considerevole della popolazione che ha dimostrato diffidenza verso questo strumento. Molteplici e importanti sono state le azioni messe in campo per invitare alla vaccinazione ma ora pensiamo si possa fare uno sforzo ulteriore a livello normativo per arrivare a numeri sempre più ampi. Questo deve essere ovviamente accompagnato da un impegno chiaro del mondo scientifico a ribadire non solo l’efficacia dei vaccini ma soprattutto la loro sicurezza, con letteratura specifica, studi, attività di divulgazione appropriata e corretta. Ma della scienza dobbiamo fidarci, è dalla scienza che ci arrivano le risposte per garantire quel diritto alla salute equo, universale, sancito dalla nostra Costituzione. Non è una questione di libertà individuale ma di libertà collettiva”.

 

L’atto, si legge in un comunicato di Palazzo Vecchio, ricorda che “le vaccinazioni ci proteggono da malattie gravi e potenzialmente mortali e costituiscono uno dei più potenti strumenti di prevenzione a disposizione della sanità pubblica: è soprattutto grazie alla vaccinazione che nel 1980 il vaiolo è stato dichiarato eradicato a livello globale e che la polio è in via di eliminazione. Inoltre le vaccinazioni possono avere un effetto protettivo individuale (ad es. l’antitetanica) o, come nella maggior parte dei vaccini, anche di contrasto alla diffusione delle malattie infettive all’interno di tutta la popolazione, proteggendo anche chi non è direttamente vaccinato”.

 

Sottolinea che “l’immissione in commercio di qualsiasi vaccino viene preventivamente autorizzata e monitorata dall’Agenzia Europea per i Medicinali (EMA) e dall’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) che garantiscono una rigorosa valutazione scientifica, la supervisione e il controllo della sicurezza dei medicinali per uso umano in modo tale da consentire al decisore politico di operare le scelte nella massima sicurezza e consapevolezza”. E ancora, si legge, che “debba essere attentamente considerata la possibilità di introdurre una normativa legislativa che preveda la vaccinazione obbligatoria contro il Covid-19 soprattutto tra chi lavora e sta maggiormente a contatto con gli altri ed, eventualmente, altre misure legislative in tal senso per estendere l’obbligo di vaccinazione laddove si configurino pericoli di contrarre malattie da parte di categorie specifiche di lavoratori o nell’ambito di specifiche professioni e/o fasce d’età della popolazione particolarmente e potenzialmente a rischio”.

 

La risoluzione invita quindi Governo e Parlamento a “considerare la necessità di introdurre una disposizione legislativa per rendere obbligatoria la vaccinazione contro il Covid-19 e valutare l’introduzione dell’obbligatorietà ogni qualvolta vi siano rischi di pandemie, a tutela della salute e della sanità pubblica” e a “valutare l’estensione degli obblighi vaccinali laddove si configurino pericoli di contrarre malattie da parte di categorie specifiche di lavoratori o nell’ambito di specifiche professioni e/o fasce d’età della popolazione particolarmente e potenzialmente a rischio”
 

 

 
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