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Toscana zona rossa, i commenti di CNA e Confesercenti

'Siamo spiazzati'

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venerdì 13 novembre 2020 19:10

Dopo la notizia trapelata ma non ancora confermata del passaggio della Regione Toscana da zona arancione a zona rossa, sono scattate le prime reazioni delle associazioni di categoria. 
 

Giacomo Cioni, presidente di CNA Firenze Metropolitana, all’annuncio della telefonata del Ministro Speranza al presidente per Giani per informarlo del passaggio della regione nella fascia di massimo rischio ha commentato “Siamo spiazzati questa mattina l’ordinanza della regione Toscana con cui si chiariscono i motivi per cui, come zona arancione, sono giustificati gli spostamenti fuori dal comune di residenza ci aveva fatto sperare in un inversione del trend ed invece eccoci in zona rossa”

 

“Occorre mantenere i nervi saldi, resistere e ritrovare quella coesione e compartecipazione di marzo per superare anche questo scoglio – prosegue Cioni – Certo è che anche lo stato, la regione Toscana ed i comuni devono fare la loro parte perché con l’acuirsi della pandemia, il lockdown e la chiusura del commercio la situazione diventerà ancora più dura”.

 

L’associazione torna a chiedere un’inversione di tendenza nelle modalità con cui vengono distribuiti i ristori: stop alla non-logica dei codici Ateco e via ad una serie di aiuti a fondo perduto per ogni impresa, parametrati sulla diminuzione di fatturato.

 

Massimo Biagioni, direttore Regionale di Confesercenti Toscana in una nota commenta "  Si continua con la solita politica delle veline ai giornali per anticipare decisioni che la Regione non conferma; si continua con l’improvvisazione che vede addirittura in una settimana cambiare ben tre volte colore. Con un evidente corto circuito del confronto Stato-regioni, se solo un giorno fa il Presidente della Toscana firmava un’ordinanza per la raccolta delle olive, i laboratori della formazione in presenza e altre norme, ed oggi il Ministro delegato dal Governo allo scopo firmerà (se firmerà) la chiusura. Continuando nell’andamento a zig zag senza una linea definita che porti risultati sensibili e rapidi. Già con la ristorazione le imprese sono state messe nelle condizioni di non sapere cosa fare, che approvvigionamenti, che programmazione del personale, aprire o no. Le mancanze pesanti di mesi fatti trascorrere invano si riverberano ancora una volta in maniera più pesante sul mondo dell’impresa. Ancora dobbiamo attaccarci ai ristori e alla possibilità di sopravvivere chiedendo con forza scelte rapide e efficaci senza che la burocrazia ci faccia affogare. Imprese allo stremo potrebbero non reggere l’impatto"

 

 

 

 

 
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