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Coronavirus, la situazione in Toscana all'inizio della fase 2: ecco l’analisi dell'Ars

Lo studio dell'Agenzia regionale di sanità

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lunedì 04 maggio 2020 11:32

A quasi due mesi dai primi provvedimenti di restrizione, il contagio in Toscana, pur proseguendo ha trovato un trend in discesa.

 

La chiusura delle attività non essenziali e le limitazioni degli spostamenti dei cittadini hanno ridotto il diffondersi del virus, in particolare riducendo il valore di R0, che rappresenta il numero medio di altri individui che ciascuna persona positiva al virus è in grado di infettare, che è tornato stabilmente sotto 1 a partire dal 10 aprile.

 

In un’ottica di riapertura, riferisce la Regione Toscana, sarà fondamentale tenere sotto controllo anche questo indice calcolato per provincia. Il trend dei nuovi casi degli ultimi 10 giorni ha mostrato una concentrazione territoriale verso la provincia di Firenze, dove è emersa oltre la metà dei casi totali.

 

E’ salito fortemente il numero delle persone guarite. Al 3 maggio erano quasi 3.400 (il 35% della casistica totale), più del 60% di queste guarito viralmente. L’aumento dei guariti è salito 8 volte tanto quanto la media italiana nell’ultimo mese. Il trend dei ricoveri è sicuramente il dato più confortante in ottica di riapertura: dal 3 di aprile, giorno in cui si trovavano 1427 persone ricoverate nei reparti COVID, siamo arrivati ieri al numero di 625. Le persone ricoverate in terapia intensiva sono più che dimezzate nello stesso periodo (da 297 a 112). Prendendo a riferimento l’ultima settimana di marzo come data indicativa a partire dalla quale le misure di contenimento si stima abbiano cominciato ad avere effetto, si è osservata per i ricoveri totali una riduzione media di più del 45% in Toscana a fronte del 30% in Italia, e di quasi il 50% per le terapie intensive (in Toscana come in Italia).

 

Focalizzando l’attenzione sui posti letto di terapia intensiva, la percentuale dei letti occupati rispetto alla capienza massima (cioè letti intensivi disponibili sommati a quelli attivabili entro 48 ore, definiti “impegno su surge capacity” che in Toscana sono 440) è attualmente circa del 25%. Il sistema ospedaliero sembra aver gestito l’ondata di ricoveri di fine marzo inizio aprile senza eccessiva difficoltà.

 

Sempre in ottica riapertura è bene concentrare l’attenzione sulle caratteristiche dei casi. La piattaforma dell’Istituto superiore di sanità, alimentata dai Dipartimenti di Prevenzione delle tre Asl toscane, ad oggi annovera quasi il 90% delle schede dei casi. L’età media dei casi è di 60 anni (61 negli uomini e 59 nelle donne), coerente con il valore nazionale di 62 anni. In generale, la fascia di età in cui si osserva la maggior parte dei casi è quella dei 50-59enni (19,8% dei casi di SARS-CoV-2), seguita da quella dei 60-69enni (15,0% dei casi), e quindi da quella dei degli 80-89enni (14,7%). Nella fascia di età 0-19 è stato rilevato appena il 3,1% dei casi totali, l’1,3% sotto i 10 anni. Per quanto riguarda il genere, sotto i 60 anni la prevalenza dell’infezione è lievemente maggiore nelle donne, tra i 60 e i 79 anni ci sono più casi tra gli uomini e dopo gli 80 anni nuovamente tra le donne.

 

La strategia di allargamento dei tamponi e l’effettivo andamento dell’epidemia ha fatto emergere nel primo mese la casistica più grave (stati clinici severi e critici), mentre a partire dall’inizio di aprile si è sempre più intercettata la casistica con sintomatologia lieve. I casi severi e critici sono passati dal 46,4% della prima settimana al 16,7% dell’ultima, mentre i totalmente asintomatici dal 6,3% al 61,5% nello stesso periodo.

 

Sono i servizi territoriali quindi quelli maggiormente impegnati adesso su di una casistica che ha bisogno di essere isolata velocemente e controllata periodicamente rispetto alla sintomatologia. I tempi di guarigione continuano ad essere piuttosto lunghi: sono di 28 giorni in media totale dalla comparsa dei sintomi, con poche variazioni tra i vari stati clinici (dal lieve al severo). E’ in questo senso che va letta la lenta discesa del numero di persone in isolamento domiciliare, che hanno cominciato a scendere decisamente solo nelle ultime due settimane.

 

Le province con maggiore presenza sul territorio di RSA sembrano essere quelle maggiormente colpite dai casi in quell’ambito di contagio.

 

Sono 872 i deceduti dall’inizio dell’epidemia cosi ripartiti, 8 di questi persone sono decedute sul suolo toscano ma erano residenti fuori regione. Il tasso grezzo di mortalità toscano (numero di deceduti / popolazione residente) per Covid-19 è di 23,4x 100.000 residenti contro il 47,6X100.000 della media italiana (12esima regione). I tassi provinciali seguono le aree geografiche caratterizzate da maggior contagio: la provincia di Massa e Carrara è quella in cui il tasso è più alto, seguita da Lucca e Firenze. Come per i casi, sono i territori delle province a Sud della Toscana (Siena, Arezzo e Grosseto), ad avere i tassi di mortalità più contenuti.

 

L’analisi per genere conferma una maggior letalità per il genere maschile: considerando solo i pazienti deceduti per i quali è nota l’età al momento del decesso, a fronte di un dato complessivo del 7,4%, la letalità dei maschi è quasi doppia rispetto alle femmine (9,8% nei maschi e 5,4% nelle femmine). Le donne decedute per COVID-19 hanno un’età al decesso più alta rispetto agli uomini (età mediane: donne 86 - uomini 81). Sui soggetti deceduti per COVID-19, almeno una comorbosità era presente in quasi il 70% dei casi; quasi il 45% aveva tre o più malattie croniche concomitanti, ed un quarto ne aveva almeno due. Le patologie prevalenti sono il diabete mellito, le malattie cardiovascolari e le respiratorie croniche.

 

Immagine di repertorio

 
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