Pegaso d'oro a Virzì, il regista premiato al cinema La Compagnia
"E' un premio bellissimo, perché viene dalla Toscana, dalla mia gente"
mercoledì 27 novembre 2019 17:04
Con i suoi 14 film, molti dei quali ambientati in Toscana, soprattutto nella sua Livorno, è Paolo Virzì a ricevere il Pegaso d'Oro della regione Toscana.
Il riconoscimento è stato consegnato al regista e sceneggiatore livornese dal presidente della Regione Enrico Rossi, in una cerimonia aperta al pubblico al cinema La Compagnia.
Una giornata tutta dedicata a Virzì alla sala di via Cavour: dal pomeriggio fino alla sera vengono infatti proiettati (ad ingresso gratuito) alcuni dei film del regista toscano, da La prima cosa bella all'indimenticabile Ovosodo.
E proprio su una delle sue pellicole diventate cult Virzì dice: "Il finale amaro di Ovosodo, con il ricco rampollo che va a studiare in America e invece il protagonista che entra in fabbrica, non sarebbe così amaro ai giorni nostri, perché entrare in fabbrica a tempo indeterminato ai giorni d'oggi è una gran fortuna, altro che!"
Livorno è la sua città ma i film di Virzì hanno toccato molto luoghi della costa toscana, da Viareggio a Piombino.
"A Piombino ho girato il mio primo film, La bella vita, e la città mi ha spalancato le braccia, tutti ci aiutavano tantissimo, compreso il sindaco di allora. Poi ci tornai per ambientarvi l'Elba di fine 800, per il film su Napoleone. Lo ambientai al porticciolo la Marina senza lamentele, tutti si misero a disposizione. Mi sono sentito adottato da questa mini Livorno".
Prima della premiazione Paolo Virzì si è intrattenuto in una conversazione con Enrico Rossi e con il pubblico in sala, rispondendo alle domande dei presenti, tra cui molti ragazzi delle scuole.
"Se farò un film drammatico? In realtà se dicessi le trame dei miei film in una riga sembrerebbero tutti drammi, tra la mamma che sta morendo di cancro in La prima cosa bella, i due vecchi malati di Ella e John e via dicendo, ma poi mi viene detto che sono commedie. E questa per me è una gioia, aver raccontato i drammi in una forma che sembra commedia".
"Questo è un premio ad un grande intellettuale della Toscana che non ha mai lasciato il popolo. Tornare a discutere con il popolo è quello che dovrebbe fare anche la politica", commenta Rossi.
"E' un premio bellissimo, perché viene dalla Toscana, dalla mia gente. E' la risposta a quella promessa segreta che avevo fatto sul treno che mi portava a Roma: io andrò laggiù e vi racconterò. In questo modo voi mi dite grazie. E io ringrazio voi. È un premio che metterò in prima fila tra quelli ricevuti, anche perché simboleggia questo animale selvaggio che vola e per me è anche un incoraggiamento, visto che non sono tanto più tanto giovane, come a dirmi di provare a volare ancora, prendendo le cose pesanti della vita e raccontarle, dando voce a tante storie", spiega Virzì.
"Il movimento delle sardine? Mi entusiasma quello che vedo e sinceramente me lo aspettavo, perché mi stupiva che il discorso pubblico fosse solo improntato sulla paura, sulle bugie, sull'ignoranza, quando sento invece che l'Italia è piena di bellezza ed energia e finalmente vedo persone che chiedono verità, serietà e basta con l'odio, è arrivato qualcosa che porta vita e speranza".
Queste le motivazioni del presidente Enrico Rossi per l'assegnazione del Pegaso d'Oro della Regione Toscana a Paolo Virzì. "Con la sua opera Paolo Virzì ha creato un cinema universale, capace di arrivare al pubblico nella sua interezza, per chiamarlo a riflettere su questioni sociali in una chiave critica e contemporanea. Muovendo dai margini e dal quotidiano, i suoi film raccontano e ritraggono con grande intensità e realismo la condizione umana. La Toscana nel suo cinema e nella sua letteratura non è solo paesaggio o carattere, ma sostanza sociale, lingua e vita. Nella scelta delle storie, dei personaggi e dei dialoghi, il lavoro e la sofferenza sono due delle dominanti attraverso cui l'autore indaga e narra i rapporti tra gli individui, aderendo alle pieghe del nostro tempo. Da queste direttrici deriva una costellazione di connessioni morali e sociali che ci aiutano a riconoscere esperienze estreme che ci appartengono: la malattia e la cura, lo sfruttamento e il riscatto, l'avidità e la solidarietà, la precarietà, la solitudine e la dignità. Nel cinema di Paolo Virzì ritroviamo le voci dell'Italia di oggi i suoi conflitti e le sue speranze. Grazie al suo talento e alla sua sensibilità lo spettatore riesce a identificarsi e a prendere posizione".