Sollicciano, l’associazione dei volontari: ‘Il Natale illumina Firenze, ma il carcere resta nell’ombra’

L’associazione Pantagruel: 'La scelta dell’arcivescovo Gambelli di celebrare la messa di Natale a Sollicciano rappresenta un segnale importante'

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lunedì 22 dicembre 2025 11:18

Il Natale accende la città, illumina le strade, richiama parole come comunità, famiglia, attenzione agli altri. Ma non Sollicciano, dove tutto resta fermo e immobile: il carcere e chi lo vive rimangono in un cono d’ombra che sembra non appartenere alle feste”. A dirlo è l’associazione Pantagruel, impegnata da anni all’interno della casa circondariale di Sollicciano a Firenze.

 

A Natale il contrasto tra città e comunità del carcere diventa quasi violento. Mentre fuori da Sollicciano si moltiplicano le luci e i messaggi di solidarietà – dicono da Pantagruel – dentro restano isolamento, silenzio e problemi quotidiani irrisolti, che pesano ancora di più su chi è detenuto e su chi lavora nella struttura. Sembra paradossale ma è la triste realtà: il carcere scompare dallo sguardo collettivo proprio nel momento in cui si parla di valori condivisi, di attenzione agli ultimi, di umanità. Sollicciano resta fuori dal racconto del Natale, come se non facesse parte della città”.

 

“È in questo contesto che assumono un significato ancora più urgente le condizioni materiali e umane della detenzione, perché il Natale non dovrebbe essere solo un momento per ritrovarsi e festeggiare insieme – continuano i volontari – ma un’occasione per interrogarsi su ciò che resta buio tutto l’anno”.

 

“In questo senso – aggiungono da Pantagruel – la scelta dell’arcivescovo di Firenze, monsignor Gherardo Gambelli, di celebrare la messa di Natale all’interno di Sollicciano rappresenta un segnale importante e tutt’altro che scontato, tanto più che Gambelli è stato cappellano del carcere. È un gesto che rompe simbolicamente quell’isolamento e richiama la città a non voltarsi dall’altra parte, ricordando che anche il carcere fa parte della comunità e che chi lo vive non può essere escluso nemmeno nel tempo delle feste”.

 

“Nei giorni scorsi - raccontano i volontari - abbiamo incontrato la direttrice del carcere, il comandante della polizia penitenziaria e la responsabile dell’area educativa per affrontare criticità concrete: dal bancomat di Poste Italiane non funzionante agli ascensori guasti, dalle infiltrazioni nel magazzino del progetto Francesco agli spazi per i colloqui, insieme a temi più ampi come l’area trattamentale, la tossicodipendenza e la salute mentale”.

 

“Siamo e restiamo convinti che solo il dialogo tra istituzioni e volontariato possa restituire dignità a chi vive e lavora a Sollicciano – concludono da Pantagruel – e aiutare il carcere a disincagliarsi dopo troppo tempo passato come un vascello fantasma”.
 

 

 
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