Maggio Musicale Fiorentino, proclamato uno sciopero per il 4 dicembre
Tra le motivazioni la riduzione salariale dei dipendenti, 'questione di assoluta gravità'
martedì 02 dicembre 2025 19:57
Proclamato uno sciopero al Maggio Musicale Fiorentino per il 4 dicembre, giorno della prima dell'opera Matthäus-Passion (Passione secondo Matteo) di Johann Sebastian Bach.
"Le Rsa del Maggio Musicale Fiorentino Slc Cgil, Fistel Cisl, UilCom, Fiaals Cisal rendono noto che, nelle Assemblee del personale, è stata deliberata all’unanimità la proclamazione dello sciopero. Pur avendo atteso fino all’ultimo un segnale positivo dall’attuale Dirigenza e dalla Sovrintendenza della Fondazione del Maggio Musicale Fiorentino, ad oggi non si sono registrati sviluppi utili alla soluzione delle criticità esposte. Lo sciopero sarà il 4 dicembre", si legge nella nota diffusa dalla Cgil.
"Premesso che la volontà delle scriventi e dei lavoratori del Maggio Musicale Fiorentino è sempre stata e continua ad essere quella di garantire il massimo impegno e la massima collaborazione affinché il Teatro possa proseguire il proprio percorso nella direzione della stabilità, della qualità artistica e della piena valorizzazione della sua funzione sociale e culturale, prendono atto, con profondo rammarico, che numerose questioni poste nel corso del tempo non hanno ricevuto risposte adeguate nè interventi concreti da parte della Direzione", si legge nel documento di proclamazione dello sciopero e comunicazione delle motivazioni inviato dai sindacati alla Sovrintentenza e al Consiglio di Indirizzo del Maggio musicale Fiorentino.
Prima delle motivazioni elencate nel documento l'assenza della nomina del Direttore Amministrativo. "A tutt'oggi la Fondazione è priva della figura del Direttore Amministrativo. Questa mancanza non rappresenta un mero vuoto formale, ma compromette la corretta distribuzione delle competenze, dei controlli e delle responsabilità. In assenza di tale ruolo, infatti, si crea una concentrazione di funzioni e poteri che, indipendentemente dalla qualità. professionale dell'attuale Sovrintendenza, non garantisce un assetto equilibrato e trasparente della governance".
Lamentate anche criticità strutturali negli assetti dirigenziali. "Da anni le scriventi richiedono una revisione complessiva degli assetti dirigenziali, tale da garantire piena qualità e funzionalità. Le difficoltà operative derivanti da un'organizzazione non adeguatamente strutturata determinano sofferenze operative e lavorative non più compatibili con un teatro che ha riconquistato una stabilità produttiva. E' necessario un pronto intervento non più rinviabile".
"Il modello produttivo attualmente in essere presenta significative criticità in ordine alla distribuzione temporale dei carichi di lavoro nonché alla successione e alla calendarizzazione degli spettacoli e delle prestazioni necessarie alla preparazione degli allestimenti. Si tratta di problematiche più volte segnalate dalle Rappresentanze Sindacali ma senza che vi sia stato alcun riscontro. Un fatto che, oltre a non essere rispettoso delle professionalità coinvolte, rischia di compromettere seriamente la necessaria continuità operativa, la qualità artistica e l'efficienza complessiva", si legge nel documento dei sindacati.
"Le scriventi hanno richiesto ripetutamente senza ottenere alcun riscontro la piena e totale trasparenza in merito alle voci retributive aggiuntive riconosciute ad alcuni soggetti all'interno della Fondazione. È stato formalmente chiesto di conoscere chi siano i beneficiari, quale sia l'entità dei trattamenti e quali tipologie di emolumenti aggiuntivi siano in essere, incluse eventuali forme ad personam, superminimi o altre voci non visibili nelle comunicazioni ufficiali. La persistente mancata risposta su questioni che attengono ai principi fondamentali di equità interna, corretta gestione delle risorse e trasparenza amministrativa rappresenta una criticità non più tollerabile".
Tra le questioni rilevate anche il mantenimento della riduzione salariale dei dipendenti. "Questione di assoluta gravità non più giustificabile e tollerabile, riguarda il permanere della stragrande maggioranza dei dipendenti della Fondazione in condizioni retributive ancora allineate ai tagli introdotti durante la fase di risanamento, ovvero a salari decurtati dal 2014. Il risanamento è concluso, come emerge dal fatto che l'attuale Sovrintendente percepisce il massimo compenso consentito dalla legge, numerose figure apicali e dirigenziali godono di retribuzioni in linea o superiori ai livelli nazionali per ruoli analoghi. Nonostante ciò, e benché le scriventi abbiano più volte sollecitato una programmazione economica adeguata, non è stato previsto alcun accantonamento destinato al rinnovo del contratto aziendale, né manifestata la reale volontà di affrontare il tema del ripristino delle condizioni retributive precedenti ai tagli. Resta pertanto del tutto inaccettabile l'idea che un incremento produttivo possa poggiarsi sul mantenimento dei lavoratori in condizioni salariali penalizzanti e senza il recupero del potere d'acquisto perso negli ultimi dieci anni".
"Si registrano dichiarazioni secondo cui eventuali incrementi delle entrate proprie come quelle derivanti dalla bigliettazione verrebbero nuovamente destinati esclusivamente ad attività produttive aggiuntive, senza considerare il necessario recupero salariale dei lavoratori. Le scriventi, pur confermando la propria disponibilità a sostenere lo sviluppo della produzione ammesso e non concesso che l'offerta non risulti già eccedente rispetto alla domanda espressa dal territorio ribadiscono con fermezza che tale crescita può realizzarsi solo se accompagnata dalle risorse necessarie per il personale e mai a discapito della dignità professionale e retributiva dei dipendenti. Resta pertanto del tutto inaccettabile l'idea che un incremento produttivo possa continuare a poggiarsi sul mantenimento dei lavoratori in condizioni salariali penalizzanti. Una simile impostazione non è sostenibile nè sotto il profilo sociale, né sotto quello etico, né tantomeno rispetto alla qualità degli esiti artistici che la Fondazione è chiamata a garantire.
"Le scriventi ritengono non più rinviabile una riflessione seria e strutturata sull'adeguatezza della pianta organica in essere rispetto al modello produttivo adottato. Il ricorso continuativo a personale a termine, che una volta raggiunto il limite dei 36 mesi, non prosegue la propria attività presso la Fondazione, non solo interrompe la continuità operativa ma mette in atto una grave ingiustizia sociale. Questa situazione evidenzia una carenza strutturale che non può essere compensata mediante rapporti precari. E' necessario definire un organico stabile, sufficiente e coerente con i reali fabbisogni del Teatro capace di assicurare continuità artistica, qualità delle produzioni e pieno rispetto delle professionalità impiegate", conclude la nota delle Rsa del Maggio Musicale Fiorentino Slc Cgil, Fistel Cisl, UilCom, Fiaals Cisal.
