Gaza, la lettera-appello a Giani: 'Interrompere relazioni con Israele'
Tra i firmatari nomi del mondo della cultura, dello spettacolo, della chiesa, da Tomaso Montanari a Irene Grandi
lunedì 29 settembre 2025 17:06
E' una lettera appello su Gaza quella rivolta al presidente della Regione Eugenio Giani e firmata da nomi del mondo della cultura, dello spettacolo, della chiesa. Ci sono Tomaso Montanari (Rettore dell’Università per Stranieri di Siena), gli artisti Finaz della Bandabardò, Irene Grandi, Piero Pelù, Daniela Morozzi, David Riondino, i parroci Andrea Bigalli e Alessandro Santoro ma anche professionisti, avvocati, docenti.
Al centro della lettera le richieste a Giani di "interrompere qualunque fornitura di armi, tecnologie e servizi militari allo Stato di Israele che transitino da porti e aeroporti della Toscana", e di "interrompere ogni relazione economica politica, commerciale, accademica, sociale e culturale con lo Stato di Israele".
Ecco il testo della lettera: "Signor Presidente, Ci rivolgiamo a Lei nella semplice veste di cittadini, dolorosamente colpiti dalla complicità e dall'inerzia del governo italiano di fronte alla violazione dei più elementari diritti umani perpetrata a Gaza dallo Stato di Israele. La Corte internazionale di Giustizia ha già ravvisato un rischio plausibile di genocidio nelle gravi violazioni del diritto internazionale che si consumano in quel territorio e si concretizzano nel massacro indiscriminato di civili inermi tra cui molte migliaia di donne e bambini. A tale rischio la Corte ha ribadito non solo gli obblighi di Israele, ma gli obblighi degli Stati terzi, i quali sono giuridicamente tenuti non solo a non prestare aiuto o assistenza a possibili atti di genocidio, ma anche a fare tutto ciò che è in loro potere per prevenire la commissione di atti di genocidio. Tra gli stati terzi figura l’Italia, che ha ratificato la Convenzione per la prevenzione e repressione del genocidio con legge del 1967. La medesima corte, in un parere rilasciato nel luglio del 2024, ha sancito che l’occupazione da parte di Israele del territorio palestinese occupato è di per sé illecita, gli Stati terzi sono tenuti a non riconoscere questa situazione di illegalità e a fare tutto ciò che è in loro potere per porvi fine".
"A fronte di questo quadro giuridico, per soddisfare gli obblighi internazionali che ha assunto, l’Italia è tenuta a: 1. interrompere qualunque fornitura di armi, componenti d’arma, tecnologie e servizi militari allo Stato di Israele; 2. rivedere le proprie relazioni economiche, politiche, accademiche, sociali e culturali con lo Stato di Israele, interrompendo immediatamente qualunque relazione che possa rafforzare o giustificare la commissione di gravi violazioni del diritto internazionale da parte di Israele o ostacolare l’esercizio del diritto di autodeterminazione del popolo palestinese e astenendosi dall’intrattenere con Israele qualunque relazione economica o commerciale che riguardi il Territorio palestinese occupato o parte di esso che possa in qualunque modo sostenere la presenza illegale di Israele in quel Territorio".
"Fino ad ora il Governo italiano, violando il diritto internazionale, non ha ottemperato a nessuno di questi obblighi. Non solo sono continuate le forniture di armamenti allo Stato di Israele, ma recentemente è stato rinnovato il ‘Memorandum’ Italia-Israele per la collaborazione militare e in materia di difesa. Non ci risulta poi che il Governo abbia rivisto le proprie relazioni economiche, politiche, sociali o culturali con lo Stato di Israele".
"Vogliamo ricordarLe (ed è questo il principale scopo della nostra lettera) che nei casi in cui tali obblighi riguardino anche competenze proprie degli enti territoriali, Regioni e Comuni sono tenuti a garantirne l’attuazione. Com’è noto, con riferimento alle Regioni, la Corte costituzionale ha da tempo riconosciuto una valenza extraterritoriale alle competenze delle Regioni stesse, che, in quanto enti politici, possono perseguire gli interessi della propria comunità di riferimento anche oltre i propri confini amministrativi (C. Cost. sent. n. 276/1991). Ne consegue in via diretta che le Regioni possono e devono, nella sfera di propria competenza, sostituirsi allo Stato inadempiente. D’altronde, è lo stesso art.117, comma 9, della Costituzione che riconosce un vero e proprio potere estero in capo alle Regioni, titolari di una propria legittimazione di diritto internazionale al pari dello Stato (C.Cost. sent. nn. 238/2004 e 258/2004). Lo stesso comma 1 dell’art. 117 richiede tanto allo Stato quanto alle stesse Regioni il rispetto della Costituzione e degli obblighi derivanti dall’ordinamento comunitario e internazionale. Il successivo comma 5 richiama, di nuovo, le Regioni all’attuazione e all’esecuzione degli accordi internazionali".
"Noi abbiamo ben presenti le ricadute di natura politica che il rispetto degli obblighi internazionali da parte della Regione Toscana potrebbe avere nelle materie di competenza legislativa concorrente tra Stato e Regioni individuate dall’art. 117, comma 3, Cost., dal momento che l’azione della Regione, di fronte alla permanente violazione degli obblighi da parte del Governo, darebbe un segnale inequivocabile di rispetto del diritto internazionale. Le ricordiamo, a conferma della fondatezza delle richieste che seguono, che nella giornata del 18 settembre scorso il Sindaco di Ravenna, sostenuto dal Presidente della Regione Emilia Romagna, ha fermato due container di esplosivi diretti ad Haifa, con la motivazione che “occorre schierarsi con le vittime innocenti e non dalla parte dei governi criminali”.
"Tanto premesso, Le chiediamo nella sua qualità di Presidente della Regione Toscana e nell’ambito delle Sue competenze sopra specificate: A) di fare quanto è di sua competenza per interrompere qualunque fornitura di armi, tecnologie e servizi militari allo Stato di Israele che transitino da porti e aeroporti della Toscana, avvalendosi della competenza concorrente della Regione con quella dello Stato in materia di porti e aeroporti (art. 117, co. 3 Cost.); B) di interrompere ogni relazione economica politica, commerciale, accademica, sociale e culturale con lo Stato di Israele e di astenersi dall’intrattenere con Israele qualunque relazione che riguardi il Territorio palestinese occupato o parte di esso che possa in qualunque modo sostenere la presenza illegale di Israele in quel Territorio".
"Non le sfuggirà, signor Presidente che le decisioni che Le chiediamo devono essere adottate con assoluta urgenza e che ogni ritardo corre il rischio di vedere Gaza completamente distrutta insieme ai suoi cittadini inermi. Un esito di cui dovremo vergognarci finché vivremo", conclude la lettera.
Firme: Beniamino Deidda (già Procuratore generale della Repubblica di Firenze), Tomaso Montanari (Rettore dell’Università per Stranieri di Siena), Danilo Conte (avvocato), Tullio D’Amora (avvocato), Tommaso Fattori (già presidente della Commissione per le Politiche Europee e gli Affari Internazionali del Consiglio regionale della Toscana), Micaela Frulli (docente di Diritto Internazionale, Università di Firenze), Daniela Morozzi (artista), Alessandro Santoro (prete della Comunità delle Piagge), Donatella della Porta (Accademica del Lincei; professoressa di Scienza Politica, Scuola Normale Superiore di Pisa), Alessandro Benvenuti (artista), Finaz (artista, Bandabardò), Irene Grandi (artista), Piero Pelù (artista), Anna Meacci (artista), Chiara Riondino (artista), David Riondino (artista), Simona Baldanzi (scrittrice), Andrea Bigalli (parroco, docente all'Istituto Superiore di Scienze Religiose della Toscana), Lorenzo Calvani (avvocato), Stefano Cocco Cantini (artista), Giovanni Conticelli (avvocato), Sandra Gesualdi (giornalista), Anna Marson (professoressa di Pianificazione del territorio presso l'Università IUAV di Venezia), Serena Pillozzi (ricercatrice, Università di Firenze), Mauro Santoni (docente di scuola media superiore), Alfredo Zuppiroli (medico cardiologo).
In città intanto va avanti la mobilitazione per Gaza, nel fine settimana si è svolto un presidio lanciato da Usb Firenze in Piazza Indipendenza, durato 48 ore, da sabato mattina a domenica sera, in adesione all'iniziativa del sindacato "100 piazze per Gaza". Domenica pomeriggio si è tenuta un'assemblea al presidio alla quale hanno partecipato, in ordine di parola: USB, Giovani Palestinesi, Potere al Popolo, CPA, Collettivo di Fabbrica GKN, Firenze per la Palestina, SuddCobas, Fuori Binario, Cobas Firenze, Antitesi, CUB, Ferrovieri contro la guerra, K1, Studentx per la Palestina, Rifondazione Comunista, La Polveriera Spazio Comune, Giovani per la Palestina.
Foto Usb Firenze Sindacato