Ambiente, per combattere i cattivi odori Arpat si dota del 'naso elettronico'

Monni: 'Il tema delle molestie olfattive è una delle criticità ambientali più frequentemente segnalate in Toscana'

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mercoledì 16 luglio 2025 12:12

E' soprannominato 'naso elettronico' il nuovo strumento per il monitoraggio dei disturbi olfattivi - IOMS (Instrumental Odour Monitoring System) in dotazione ad ARPAT - Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale della Toscana – grazie ad un progetto realizzato in collaborazione con l’Università degli Studi di Firenze - che è stato presentato questa mattina, 15 luglio, alla presenza dell’assessora regionale all’ambiente Monia Monni e del direttore di ARPAT Pietro Rubellini.

 

Il problema dei cattivi odori, spesso legati alla prossimità tra aree residenziali e zone industriali o artigianali, è una delle criticità ambientali più frequentemente segnalate in Toscana, acuito dall’espansione urbana che, nel tempo, ha avvicinato le abitazioni a siti produttivi originariamente isolati. Non tutti i cattivi odori sono collegabili a rischi tossicologici ma le molestie olfattive incidono negativamente sulla qualità della vita delle persone interessate.

 

“Il tema delle molestie olfattive – ha detto l’assessora regionale all’ambiente e all’economia circolare Monia Monni - è una delle criticità più sentite e segnalate dai cittadini, che incide in modo concreto sul benessere quotidiano delle persone e delle comunità. La qualità dell’aria e la vivibilità dei nostri territori sono priorità strategiche per le politiche ambientali della Regione, che ha scelto insieme ad ARPAT di dotarsi delle tecnologie più avanzate nel monitoraggio e nella misurazione degli odori. Stiamo investendo in strumenti innovativi come i laboratori di olfattometria dinamica e sistemi di monitoraggio strumentale, capaci di rilevare e valutare scientificamente la presenza e l’intensità delle emissioni odorigene. Il nostro obiettivo – ha concluso - è quello di essere tra le Regioni più all’avanguardia in questo ambito, non solo per rispettare gli standard normativi nazionali ed europei, ma per dare delle risposte concrete ai cittadini, che quotidianamente vivono situazioni di difficoltà”.

 

Pietro Rubellini, direttore di Arpat, ha sottolineato che "questo strumento rappresenta una svolta tecnologica, infatti la scienza degli odori, negli ultimi anni, ha segnato importanti progressi anche grazie agli algoritmi, che hanno reso possibile il riconoscimento del mix di odori. Un chiaro esempio della portata innovativa di questi strumenti si ha in campo medico, dove, attraverso respirometri accoppiati a nasi elettronici, si è reso possibile diagnosticare precocemente importanti malattie, come il tumore del polmone, senza esami invasivi. Anche in ambito ambientale - ha proseguito Rubellini - questa strumentazione migliorerà il lavoro di ARPAT, che si è basato, fino ad oggi, soprattutto sulla conoscenza del territorio da parte del personale tecnico, sulle segnalazioni dei cittadini, vere e proprie ‘sentinelle’ delle molestie olfattive e su campagne di rilevamento con il coinvolgimento attivo della popolazione nel monitoraggio degli odori, come accaduto in zone limitrofe alla SILO di Firenze o all'area Picchianti di Livorno. Con l’introduzione del naso elettronico - ha concluso il direttore - questo approccio entra in una nuova era".

 

Lo strumento, IOMS (Instrumental Odour Monitoring System), aspirando l’aria, è in grado di rilevare in tempo reale, grazie alle sue peculiarità tecniche, la cosiddetta ‘impronta odorigena’, ovvero il mix di sostanze responsabili dei cattivi odori, permettendo di identificare rapidamente la fonte dell’emissione. Superata una determinata soglia di intensità olfattiva, il dispositivo attiva automaticamente un campionatore, accessorio, che raccoglie l’aria in apposite sacche. Queste vengono, poi, analizzate in laboratorio da un gruppo selezionato di persone, che, con un olfattometro dinamico, quantificano le sostanze odorigene presenti nelle sacche. La Norma UNI EN 13725 stabilisce che l’impatto odorigeno è valutato in base ai dati di concentrazione di odore espressi in unità odorimetriche o olfattometriche al metro cubo (ouE/m3) che rappresentano il numero di diluizioni necessarie affinché il 50% degli esaminatori non avverta più l’odore del campione analizzato. Infine, un sistema di hardware e software gestisce e elabora tutti i dati raccolti.

 

Attualmente, il naso elettronico è stato addestrato per riconoscere la miscela di sostanze emesse (profilo olfattivo) durante la produzione di conglomerati bituminosi ed asfalti, ma l’obiettivo è quello di espandere progressivamente la sua capacità di riconoscere profili olfattivi provenienti da differenti impianti produttivi (ad esempio: discariche, impianti di trattamento rifiuti, impianti di compostaggio, raffinerie, impianti di trattamento acque, depuratori e molti altri impianti industriali). Il sistema non solo renderà più efficiente il lavoro degli operatori ARPAT, ma fornirà dati oggettivi che potranno essere utilizzati per aggiornare le autorizzazioni ambientali già rilasciate o, in caso di necessità, per modificare quelle esistenti, con prescrizioni più stringenti per le aziende che producono odori molesti.  

 

Grazie a questo strumento saranno superati i limiti delle indagini tradizionali, spesso lunghe e complesse, e potrà essere offerta una risposta più rapida e precisa alle segnalazioni dei cittadini. Con l’attivazione di una Web-App per le segnalazioni degli odori si chiuderà il cerchio, dando ai cittadini la possibilità di attivare in modo semplice il monitoraggio delle maleodoranze.

 

 

 
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