Ex Gkn, il Tribunale ordina lo sgombero dello stabilimento. Fiom: 'Pronti a difendere il presidio'
Il Collettivo: 'Giù le mani dal presidio ex Gkn. Questo non è un immobile. È una fabbrica che va riaperta'
giovedì 26 giugno 2025 10:49
Il Tribunale di Firenze ha ordinato lo sgombero dello stabilimento ex Gkn, sulla base del sopralluogo dei commissari giudiziali del procedimento di concordato preventivo, aperto su richiesta del l’azienda tramite il liquidatore.
E' il sito industriale di via Fratelli Cervi a Campi, dove tutto è partito nel luglio del 2021, col licenziamento collettivo dei 422 lavoratori. Una notizia che arriva a poche settimane dal 9 luglio, quarto anniversario dell'inizio dell'assemblea permanente, una ricorrenza che i lavoratori 'celebreranno' con la due giorni, 11 e 12 luglio, "Resistere per ri-esistere", con un concerto in piazza Poggi e un'assemblea.
Sullo sgombero si è espressa la Fiom. Questo il testo dell’ordine del giorno assunto dalla presidenza ieri alla assemblea della Fiom Cgil Nazionale. "Apprendiamo dai giornali che il Tribunale di Firenze ha ordinato lo sgombero del presidio dello stabilimento ex GKN. La notizia è grave e arriva, a mezzo stampa, proprio a pochi giorni dal 9 luglio, data che segna 4 anni di presidio permanente dei lavoratori. Il fatto è ancora più grave se si considera che, mentre si decide di agire 'a tutela' dell'immobile, ad ogggi, i lavoratori non hanno alcuna garanzia sulle loro spettanze, dovute da mesi se non anni. L’assemblea nazionale della Fiom, riunita oggi a Roma, esprime totale solidarietà alla lotta della ex GKN e respinge ogni tentativo di repressione del presidio. Siamo pronti a difendere il presidio e sostenere i lavoratori con la forza e la determinazione che sarà necessaria. La ex Gkn è una fabbrica in lotta, per essere riaperta, ad oggi, c’è un solo piano industriale presente: quello faticosamente elaborato da un gruppo di ex dipendenti durante questi anni nel presidio. Si lasci perdere il tentativo di repressione della lotta e si dia invece finalmente risposta alla proposta nata dalla vertenza di questi anni".
"To buy, to resell e sgombera: giù le mani dal presidio ex Gkn. Questo non è un immobile. È una fabbrica che va riaperta", la risposta del Collettivo di fabbrica. "Questo è un presidio sociale che va avanti per ottenere ogni singolo euro di ciò che ci spetta e per riaprire la fabbrica. Non abbiamo né voglia né tempo di entrare nel merito tecnico della manovra in corso. Il tempo è da tempo finito. Basti dire che, senza il presidio, la fabbrica oggi sarebbe solo un guscio vuoto".
"Siamo in attesa di ciò che è nostro: stipendi, permessi, ferie, Tfr contributi... Impossibilitati ad avere una Naspi piena e ad andare in pensione, in attesa di conoscere un piano concordatario, secretato, di cui possiamo solo intuire le enormi incongruenze. Un piano che rischia di essere l’ennesimo stratagemma per il rinvio, l’ennesimo “pagherò”, l’ennesima scadenza che rimanda a un’altra scadenza. E solo per caso tutto questo avviene alla vigilia degli ultimi passi per la creazione del Consorzio industriale pubblico? Con i Comuni e la Regione che passano alle delibere, e il progetto industriale che entra nei dettagli? Che sia tutto studiato o tutto casuale, l’effetto dell’attacco al presidio è oggettivo: seppellire la lotta sociale per riaprire la fabbrica, minare in modo irrimediabile la reindustrializzazione dal basso, diminuire il controllo sociale su quanto è accaduto e accadrà".
"Conclusione semplice: o il movimento nel suo complesso, politico, sindacale e sociale, travalica frantumazioni, inadeguatezze, politicismi, tatticismi, e viene a respingere questa manovra e a prendersi questa vittoria, oppure di tutto questo presto non rimarrà che una storia piena di insegnamenti. Questo non dipende da noi, ma da voi. Noi semplicemente proveremo a fare il nostro dovere fino in fondo. Senza la convergenza, non si cambiano i rapporti di forza. Giù le mani dal presidio ex Gkn: assemblea straordinaria della solidarietà giovedì 26 giugno. 11 e 12 luglio, tenetevi libere, liberi, pronti", conclude il Collettivo.
Antonella Bundu e Dmitrij Palagi - Sinistra Progetto Comune: "La notizia dello sgombero dell'impianto di Campi Bisenzio impone alle istituzioni di agire, per subentrare nella proprietà dell'area. La legge regionale sul Consorzio è arrivata e gli Enti Locali stanno deliberando il loro ingresso in questa realtà. La piena fruibilità e accessibilità degli spazi è sempre stata la migliore garanzia anche per qualsiasi privato fosse interessato a capire il futuro del territorio. Svuotarlo e procedere sul piano dell'ordine pubblico sarebbe un'incredibile occasione per chi avesse intenzioni speculative. Si alimenta la tensione, si punta ad allontanare chi vive il territorio dal territorio e poi ci si allinea in attesa che dai tribunali arrivino risposte in nessun modo sostitutive rispetto a quelle che spettano alla politica. Ci sono persone senza stipendio da ormai anni. E poi ci sono anni di promesse rimaste sulla carta, da concretizzare".
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