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'La beffa del grasso legnaiuolo' a teatro, la Firenze del Rinascimento e l'omaggio a Carlo Monni

Fu interpretato per la prima volta nel 2010 da Carlo Monni: quest'anno ricorre il decennale della scomparsa

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sabato 31 dicembre 2022 19:18

Brunelleschi, Vasari, Rucellai e Donatello saranno al centro de “La beffa del grasso legnaiuolo”, la nuova produzione firmata Fondazione Accademia dei Perseveranti che sarà sul palcoscenico del Teatrodante Carlo Monni (Piazza Dante 23 Campi Bisenzio, Firenze) dal 5 all’8 gennaio alle 2023.

 

Tratto da testi quattrocenteschi, in una nuova riduzione di Angelo Savelli con la regia di Andrea Bruno Savelli, lo spettacolo è uno spaccato colto e popolare al tempo stesso della vita a Firenze nei primi anni del Rinascimento. La vicenda del legniaiuolo Manetto e della beffa ordita alle sue spalle, riscoperta 35 anni fa dal regista Orazio Costa e interpretata per la prima volta nel 2010 da Carlo Monni nel ruolo di protagonista, torna in un nuovo allestimento proprio nell’anno in cui ricorre il decennale della scomparsa del celebre attore campigiano (5/01 ore 21.00, 6/01 ore 18.00, 7/01 ore 21.00, 8/01 ore 16.30, info: www.teatrodante.it).

 

Arricchita da un cameo di Sergio Forconi, una delle ultime voci veraci del teatro fiorentino, questa edizione dello spettacolo oltre allo stesso Andrea Bruno Savelli vedrà sul palco Luca Avagliano, Andrea Bruno Savelli, Emiliano Buttaroni, Lorenzo Carcasci e Olmo De Martino. La trama: alle riunioni di una brillante Brigata di fiorentini intervengono il celebre architetto Filippo Brunelleschi e l'ebanista Manetto detto il grasso; poiché quest'ultimo non si presenta ad una cena, gli altri membri della brigata, offesi dall'essere trascurati da Manetto, che oltretutto è di condizione più bassa di tutti gli altri amici, agli ordini del Brunelleschi ordiscono una complicatissima beffa. Si farà credere a Manetto di essere un'altra persona, un certo Matteo Mannini, fannullone che vive alle spalle dei parenti. Con la complicità di un gran numero di persone, la beffa riesce al punto di far dubitare alla vittima della propria stessa identità. Alla fine della vicenda per evitare il ridicolo il povero legnaiuolo è costretto a trasferirsi in Ungheria dove peraltro farà fortuna.

 

Una prima versione dello spettacolo ha debuttato al Festival di Radicondoli con protagonista assoluto Carlo Monni – racconta Andrea Bruno Savelli –  fu un successo clamoroso, che proseguì con cinque giorni di sold out al Museo Del Bargello a Firenze e poi al Teatro di Rifredi. Abbiamo deciso di rielaborarlo e riproporlo adesso, per ricordare Carlo a dieci anni dalla scomparsa, in una nuova versione che mantiene inalterato l’amore per Firenze e il divertimento dell’originale. Risate e aneddoti sulla Firenze che fu: il testo è l’esemplificazione della vis comica toscana che è stata messa per la prima volta su carta da Boccacio nelle novelle e che poi via via è arrivata fino a Monicelli. Anche dopo che Brunelleschi ebbe costruito la cupola su di lui permaneva la diffidenza della gente. Si vociferava che avesse qualche rotella fuori posto, e per confutare questo pettegolezzo Vasari racconta la beffa ordita dal grande architetto ai danni del povero legnaiuolo, una trovata ingegnosissima piena di arguzia degna di un prequel di ‘Amici miei’. Intorno, storie curiose, buffe e coltissime: come la vera origine del nome della famiglia Rucellai, o le battaglie combattute da Donatello per sdoganare il nudo integrale nella scultura dell’epoca”.

 

 

 

 
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