Modi di dire: 'Troppa grazia Sant'Antonio!'
Sapete perché si usa questo modo di dire?
giovedì 12 novembre 2020 19:13
Sicuramente avrete sentito almeno una volta l'esclamazione 'Troppa grazia Sant'Antonio!', usata in maniera ironica per qualcosa di gradito e utile ma anche per certi versi eccessivo. Ma da cosa deriva questo modo di dire?
A Firenze il detto sarebbe legato al vescovo Antonio Pierozzi, che molti alla metà del quindicesimo secolo chiamavano “Antonino” perché di struttura esile. In via dello Studio, dove era nato e risiedeva, oggi possiamo trovare un'effige di marmo che lo commemora, come ricorda la pagina Facebook del Comune di Firenze.
Molti cittadini si recavano da lui per avere consigli e si dice che riuscissero sempre a trovare, attraverso le parole di Antonino, conforto e giuste soluzioni e questo lo portò ad essere soprannominato "Antonino dei consigli".
Da lui un giorno, arrivò una coppia, Dante Pitti e sua moglie Marietta, per chiedergli se attraverso le sue preghiere potesse intercedere per loro e fargli avere quel figlio tanto desiderato che non riuscivano ad avere. Antonino li rassicurò e dopo poco la coppia ebbe un primo figlio. Appena possibile la famigliola si recò presso la casa del vescovo per ringraziarlo e dirgli "Sant'Antonio ha fatto la grazia".
Poi arrivò un secondo figlio, un terzo, un quarto, un quinto e addirittura un sesto! Si narra che i coniugi dopo l'ultimo figlio esclamarono, appunto, “Troppa grazia Sant’Antonio“.
Non è comunque, questa, l'unica versione del modo di dire. Secondo altre fonti, il detto è riconducibile ad un uomo che, non riuscendo a salire a cavallo, chiese a Sant'Antonio la grazia di aiutarlo a montare in sella. L'uomo, riprovandoci, prese la rincorsa e tentò di nuovo il salto, ma questa volta lo slanciò fu tale che superò il cavallo e finì a terra dall'altra parte.
Così, volgendo gli occhi al cielo, l'uomo avrebbe esclamato, proprio, "Troppa grazia Sant'Antonio".
(foto dalla pagina Facebook 'Città di Firenze')