Prosegue la marcia dei Ristoratori Toscana, il 'Cammino degli inessenziali' fino a Roma
I circa 150 ristoratori sono partiti da Firenze
venerdì 06 novembre 2020 18:21
Prosegue la marcia dei Ristoratori Toscana, come loro stessi la definiscono. Una marcia di protesta per raggiungere Roma, inizata da Ponte Vecchio, per lanciare l'allarme sulla crisi che sta attraversando la categoria. Sono arrivati questa mattina a Siena i Ristoratori, accolti dall'applauso di abitanti e commercianti. I Ristoratori Toscana hanno incontrato il sindaco di Siena Luigi De Mossi, il vice sindaco Andrea Corsi e l'assessore al commercio Alberto Tirelli.
Questa sera i ristoratori, circa 150 (al gruppo partito da Firenze si sono aggiunti tanti titolari di attività della provincia di Siena e dintorni), dormiranno a Buonconvento per poi riprendere il percorso verso San Quirico d'Orcia (Siena), Bolsena (Viterbo), Monte Fiascone (Viterbo), Viterbo, Sutri (Viterbo) e La Storta (Roma).
Appuntamento a Roma il 13 novembre, con l'obiettivo di incontrare il premier Giuseppe Conte. “Veniamo definiti inessenziali – spiega Pasquale Naccari, presidente del gruppo Ristoratori Toscana - quando noi produciamo il 30% del Pil. Non siamo inessenziali. Non lo siamo per il nostro paese, per i nostri collaboratori e per le nostre famiglie. Abbiamo scelto di arrivare a Roma a piedi anche per far capire all'Italia che siamo pronti a sacrifici e siamo partiti il 4 novembre perché è una data simbolica, importante: Firenze si è rialzata dopo l'Alluvione e si rialzerà anche oggi. E' necessario per questo uno sforzo di tutti, collettivo. Basta slogan, passiamo ai fatti”.
E' partito lunedì il “Cammino degli inessenziali", subito dopo la manifestazione di protesta su Ponte Vecchio, un percorso in dieci tappe che richiamerà, nel suo spirito, la manifestazione pacifica portata avanti da Mahatma Gandhi, passata alla storia come la 'Marcia del sale'. A piedi, i Ristoratori Toscana, lungo la via Francigena, l'antica via dei pellegrini che da Canterbury porta alla Città Santa, arriveranno davanti alla sede del Governo e chiederanno al premier Giuseppe Conte di essere ascoltati.