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Arci Firenze, 230 dipendenti in cassa integrazione. I numeri della 'crisi covid' per i Circoli

Alcune Case del Popolo rischiano di chiudere e scelgono il crowdfounding 

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martedì 09 giugno 2020 12:33

Sono 230 i dipendenti in cassa integrazione, circa 3000 le iniziative annullate o sospese e 500mila euro settimanali stimati di mancati incassi. Sono questi i numeri, diffusi da Arci Firenze, che raccontano le conseguenze del lockdown sulla rete dei 236 Circoli dell’Arci di Firenze. 

 

L'emergenza Coronavirus ha creato gravi danni economici e anche molte Case del Popolo e associazioni affiliate ad Arci Firenze ne sono state coinvolte. Sotto l’aspetto occupazionale, per più dell’80% dei 252 dipendenti dei Circoli Arci di Firenze è stata richiesta l’attivazione della cassa integrazione e, fra le iniziative annullate, si contano centinaia di concerti, dj set, presentazioni di libri, dibattiti, cene sociali, corsi formativi, serate di ballo e molto altro ancora.

 

"I volontari Arci hanno dato il loro contributo nei momenti più difficili dell'emergenza, attivando nel complesso circa 150 iniziative di volontariato in tutta la provincia di Firenze: consegnando la spesa e i farmaci a domicilio alle persone più bisognose, allestendo le "spese sospese" nei pressi dei circoli, attivando alcuni sportelli telefonici e online dedicati al supporto legale, psicologico e di mediazione dei conflitti, oltre che relativo a problematiche correlate all’orientamento sessuale o all’identità di genere; raccogliendo donazioni per le strutture della sanità territoriale e per la protezione civile, dando vita a gruppi di acquisto collettivo per il supporto dei piccoli negozianti di quartiere e di paese; producendo arte e cultura online con dirette, rassegne musicali e interventi di vario tipo", si legge nella nota di Arci.

 

“I numeri raccolti in queste settimane di crisi tramite i nostri circoli – spiega il Presidente di Arci Firenze Jacopo Forconi - ci dimostrano, anche in questa situazione, quanto siano una presenza capillare sul territorio e quanto purtroppo abbiano subito anche loro inevitabilmente i danni di questa chiusura forzata. Allo stesso tempo però abbiamo avuto la conferma dell'importanza del loro ruolo di supporto alla comunità sia a livello aggregativo e ricreativo che occupazionale. Nonostante le difficoltà che la pandemia ha arrecato alle nostre strutture vorrei però anche sottolineare come i circoli abbiano dimostrato una volta di più un grande senso civico, di solidarietà e creatività. Valori centrali, con radici profonde, per la nostra associazione che ci daranno il giusto slancio per il futuro”.

 

Dal 18 Maggio i circoli Arci hanno potuto riaprire le proprie porte, ma in molti casi le strutture hanno ripreso le proprie attività, seppur ridotte, soltanto dal 1° giugno, ed ancora oggi molte sono le basi associative impossibilitate a riaprire.

 

Alcune Case del Popolo, messe di fronte alla concreta possibilità di chiudere definitivamente, hanno scelto la strada del crowdfounding sulla piattaforma “produzionidalbasso” per raccogliere quei fondi necessari alla riapertura. Tutte le raccolte fondi sono visibili e supportabili su www.produzionidalbasso.com.

 

 

 
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