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Barnini: 'Candido Empoli come città pilota per un modo diverso di pensare alla scuola'

'Non chiedo la riapertura anticipata delle scuole ma non accontentiamoci della strategia dell'attesa'

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domenica 19 aprile 2020 19:25

"Non credo si possa solo aspettare settembre ma che sia necessario mettere in campo fin da subito, come si sta facendo per il comparto produttivo, una serie di proposte e approfondimenti ispirate alla necessità di innovare spazi, metodi e strumenti didattici. Lo dico chiaramente, a scanso di equivoci, non si torna a scuola a Empoli prima che da qualche altra parte. La mia idea sta nel proporre il nostro territorio come luogo di una sperimentazione, nella volontà che da qui si possa alzare una voce che contribuisce a far fare un passo in avanti".

 

Ad intervenire sul tema dell’attività didattica durante l’emergenza sanitaria legata al Covid-19 è il sindaco di Empoli Brenda Barnini, che annuncia di avanzare ufficialmente la candidatura di Empoli come ‘città pilota’ per un modo diverso, innovativo di pensare alla scuola e alle attività, tutto questo nella speranza e nell’attesa di un’auspicabile normalizzazione e di una regolare apertura nel prossimo anno scolastico, come si legge in una nota del comune di Empoli.

 

Ecco cosa proporrà il sindaco di Empoli al ministro della pubblica istruzione Lucia Azzolina e al presidente del Consiglio Giuseppe Conte: "La scuola deve essere il punto di partenza nella strategia di riapertura del Paese. È stata la prima a chiudere, sembra sarà l'ultima a riaprire e nel mezzo solo la didattica a distanza. Non va bene e non basta. Scegliamo un territorio dove poter sperimentare qualcosa di più, utilizzando gli spazi comuni degli edifici scolastici per rispettare le distanze, sfruttando tutta la giornata per poter far entrare gruppi più piccoli di bambini. Scegliamo una zona in cui sperimentare la riorganizzazione degli orari a tutto tondo quelli lavorativi dei genitori insieme a quelli scolastici".

 

"Il Comune di Empoli – ha spiegato il sindaco – non può e non vuole fare scelte in modo autonomo su questioni che riguardano la salute di tutti i cittadini. E non vuol intraprendere iniziative in solitaria su un'organizzazione, come quella della scuola, che coinvolge tutti i livelli istituzionali, da quello della Conferenza Zonale, alla Regione, al Ministero. Non si tratta ovviamente di una decisione già presa. La mia vuole essere semplicemente una presa di posizione di carattere più politico che amministrativo che aiuti a indirizzare il dibattito nazionale. Non si torna a scuola a Empoli prima che da qualche altra parte, ma dal nostro territorio si può alzare una voce che contribuisce a far fare un passo in avanti a tutto il sistema".

 

«Ribadisco, non sto chiedendo la riapertura anticipata delle scuole. Sono state fra i primi sindaci a chiedere con forza alla cittadinanza di stare a casa, a chiedere ai commercianti di tenere chiusi i negozi, prim’ancora di alcune disposizione governative. Però adesso dico che, sulla scuola, per il bene dei bambini e dei ragazzi, non possiamo accontentarci della strategia dell'attesa e che questo tempo può e deve essere utilizzato per cominciare un confronto serio tra istituzioni, terzo settore e igiene pubblica per immaginare oggi come dovrà essere la scuola domani. Quando arriverà questo domani dovrà dircelo il Governo ma non credo che le ragioni e i bisogni educativi dei bambini e dei ragazzi possano essere tenute indietro rispetto alle ragioni che spingono a chiedere una ripartenza delle attività produttive".

 

Una proposta, quella di Barnini, che non ha convinto tutti, e in molti sul profilo Facebook del sindaco si sono detti perplessi o in disaccordo, tanto da spingerla ad un ulteriore chiarimento.

 

"Sono stata tra i primi a chiedere di chiudere tutto anche i negozi quando il Governo non lo aveva ancora deciso e qui sul territorio ci siamo arrivati prima. Risale all'8 marzo il primo video in cui invito la cittadinanza a stare in casa perché altrimenti non sarebbero bastati i posti letto in terapia intensiva e sono ancora oggi tra coloro che insistono di più nel far rispettare le regole di distanziamento sociale. Quindi non credo di aver bisogno di lezioni su quanto sia ancora difficile la situazione, anzi anche laddove a chiedere a gran voce di riaprire tutto sono le categorie economiche tendo sempre a rispondere in modo cauto. Tutto ciò per dire che chi mi accusa di voler riaprire le scuole a Empoli domani mattina o è corto di comprendonio o è in mala fede".

 

"Questo però non vuol dire accontentarsi sulla scuola della strategia dell'attesa e che questo tempo non possa essere utilizzato per cominciare un confronto serio tra istituzioni, terzo settore e igiene pubblica per immaginare OGGI come dovrà essere la scuola DOMANI. Quando arriverà questo domani dovrà dircelo il Governo ma non credo che le ragioni e i bisogni educativi dei bambini e dei ragazzi possano essere tenute indietro rispetto alle ragioni che spingono a chiedere una ripartenza delle attività produttive. E se qualcuno vuol continuare a comprendere altro da ciò che ho scritto mi viene ancora di più il sospetto che di scuola ci sia parecchio bisogno...a tutte le età".

 

 

 
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