Coronavirus nel mondo, Lorenzo dalla Baviera. 'Il Covid ha cambiato la realtà quotidiana, ma generale sentimento di minimizzazione della situazione'
'Spero che in questa tragedia che ci ha ricordato la nostra vulnerabilità possiamo riscoprire ciò che realmente dona valore alla vita e che spesso siamo portati a dimenticare'
giovedì 09 aprile 2020 12:38
Vicini, anche se distanti. 055Firenze ha preso questo slogan di resistenza all'emegenza sanitaria del COvid 19 e lo ha fatto proprio, cercando di raccontare come fiorentini e toscani vivano all'estero questa terribile esperienza.
Lorenzo Romaniello vive a Landshut, in Baviera. E ha deciso di rispondere alle nostre domande.
Perché ti sei trasferito?
Ho sempre avuto uno spirito “vagabondo” nel vero senso del termine, e sin dai tempi dell’Università ho svolto attività e esperienze fuori dal Paese. Per questo, una volta conseguita la laurea in architettura, ho deciso di prendere in mano la mia vita e di trasferirmi per avventurandomi nuovamente all’estero, sia per un mio desiderio di indipendenza e ricerca di benessere personale, ma anche per avviare un percorso di realizzazione professionale che attualmente mi ha portato in Baviera.
Quale è la situazione nel tuo paese e in Baviera?
Attualmente la Baviera risulta lo Stato più colpito dal virus fra quelli appartenenti alla federazione tedesca. Dopo molto ritardo e con l’aumento esponenziale delle infezioni, sono state adoperate una serie di progressive restrizioni e, a partire da Venerdì 20 Marzo, è stato deciso di attuare delle misure di quarantena sul modello italiano. Già dal 14 del mese gli istituti scolastici e le Università hanno sospeso le lezioni. I locali commerciali che ad inizio pandemia dovevano semplicemente attenersi a far rispettare una distanza minima di 1,5m per i clienti e un massimo di 500 presenze per pub e discoteche, sono state definitivamente chiuse, seguite da cinema, teatri, biblioteche, musei e palestre. La cosa più impressionante è stata la decisione di chiudere le grandi fabbriche del mondo dei motori, il vero cuore pulsante della Germania: BMW e Volkswagen. Rimangono aperti solo supermercati, farmacie, alimentari, studi medici, poste e banche, con l’ormai famoso consiglio di uscire di casa soltanto se strettamente necessario, mentre in tv, internet e per le strade sono presenti avvisi che ricordano quanto le misure di precauzione siano essenziali per contenere l’infezione. Molte attività e uffici, come ad esempio lo studio di architettura presso il quale lavoro, si sono velocemente organizzati per far lavorare direttamente da casa i propri dipendenti, mentre ristoranti e cucine hanno attivato il servizio a domicilio.
Sulle strade principali che si diramano dalla città sono stati istituiti presidi e posti di blocco che eseguono quotidianamente centinaia di tamponi al maggior numero possibile di automobilisti in entrata o in uscita da Landshut. Un avviso che mi ha molto colpito e che circola con insistenza su quotidiani locali e sulle pagine social, è quello inerente la ricerca di volontari da impiegare come personale di supporto per servizi sanitari in vista del picco di contagi previsto per le prossime settimane, e che potrebbe mettere in seria difficoltà il sistema sanitario bavarese. Infatti, se all’inizio del contagio la Germania si è sempre mostrata forte del suo sistema ospedaliero, in quanto efficiente e dotato di 28 mila posti in terapia intensiva, la progressiva infezione ha fatto emergere con crescente preoccupazione la vera falla della sanità: la carenza di personale per cui molti reparti rimangono sguarniti o chiusi anche in condizioni normali.
Un altro aspetto che evidenzia come il Covid abbia cambiato la realtà quotidiana è nei supermercati. Da molto tempo fare la spesa non è più la stessa cosa. Non ho mai assistito a scene di particolare ressa o panico, ma da inizio Marzo molti prodotti hanno iniziato gradualmente a scarseggiare fino a mancare negli scaffali anche per molte settimane consecutive. La carta igienica è sicuramente il primo e il più bizzarro fra questi che mi viene in mente, e risulta un bene praticamente introvabile. Lo stesso vale anche per Scottex, disinfettanti, igienizzanti e sapone per le mani che sono ormai veri e propri tesori. Vi è stata una vera e propria razzia per gli alimenti in scatola, sottovuoto, surgelati o a lunga conservazione. Gli scaffali della pasta e del riso sono quasi sempre vuoti. Mentre su prodotti di pulizia e detersivi è stato imposto il limite di numero massimo per ogni spesa. Infine, ho osservato più volte ad un benzinaio vicino casa che venivano riempite dai clienti anche due-tre taniche a persona per fare la scorta di benzina.
Che percezione c'è del virus?
Anche se è stato attivato un servizio di prevenzione molto esteso, la maggior parte delle attività risultino attualmente chiuse, ed il passaggio allo Smart Working sia stato molto veloce, purtroppo devo ammettere che tra le persone ancora non vi è una reale percezione del pericolo. Se da un lato vi è la corsa convulsiva a fare le scorte nei supermercati, più per paura che per necessità, dall’altro c’è un generale sentimento di minimizzazione della situazione. Questo può essere dovuto alla differenza nel sistema di conteggio delle vittime rispetto ad altri Paesi che sottostima il numero dei decessi e di conseguenza la gravità del contagio. Le misure di quarantena risultano di per sé molto più blande se paragonate a quelle italiane. Non vi è l’obbligo di possedere un’autocertificazione quando si è fuori casa, è consentito uscire per passeggiare o fare sport, e anche di poter andare a trovare i propri famigliari o il partner. Tutto questo, unito ad un sistema di controllo assolutamente insufficiente e alla bella stagione, fa sì che si creino facilmente situazioni di assembramento nei parchi o nelle strade. Inoltre, anche se nei supermercati o nei negozi di alimentari siano state installate barriere e distanziatori, non vi è alcun filtro, precauzione o controllo per la folla all’entrata, e la maggior parte dei lavoratori non indossa né guanti o mascherina. Tuttavia, visto che la curva dell’epidemia è in costante ascesa, penso che molto presto verranno attuate regole più stringenti. Lo scorso weekend ad esempio veniva vagliata dal Comune di Landshut l’ipotesi di rendere obbligatorio l’uso di mascherine fuori dalla propria abitazione.
Come viene vista la situazione italiana?
Il punto di vista è cambiato moltissimo nel corso del contagio. Inizialmente vi è stata molta diffidenza verso il nostro Paese, infatti come è accaduto da noi per i cinesi, l’italiano è stato etichettato come l’untore europeo. Ma con il progredire dell’infezione e il numero di tamponi eseguito non si sono più verificati simili pregiudizi, e anzi le misure adottate in Italia sono diventate il modello di riferimento per la prevenzione e la tutela della salute. Attualmente le dinamiche italiane sono seguite con grande attenzione nella speranza di riscontrare al più presto dei risultati di miglioramento e sperare così di tornare rimettere in moto quanto prima la macchina economica tedesca: la prospettiva sempre più concreta e vicina di una crisi con conseguente collasso economico è quanto più temuto dai tedeschi molto più di qualunque pandemia.
Cosa vorresti dire ai fiorentini/toscani?
Alla mia amata terra vorrei poter dare un grande un grande abbraccio e dire a tutti i toscani che li porto nel cuore. Spero che in questa tragedia che ci ha ricordato la nostra vulnerabilità possiamo riscoprire ciò che realmente dona valore alla vita e che spesso siamo portati a dimenticare. Spero inoltre che nel nuovo inizio che ne seguirà possiamo costruire una società più altruista e generosa.
Aggiornamento: In data 9 Aprile 2020 alcuni negozi di ristorazione ( bar e gelaterie) sono autorizzati a fare un servizio take away.