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Fondazione Tommasino Bacciotti, vent'anni accanto ai bambini del Meyer: '22 case e tanti progetti'

Dal dolore per la perdita del piccolo Tommaso al sostegno per le famiglie dei bambini ricoverati

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giovedì 05 marzo 2020 12:58

Vent'anni della Fondazione Tommasino Bacciotti. Dalla tragedia e dal dolore per la scomparsa del piccolo Tommaso, ad appena due anni, affetto da una rara forma di tumore cerebrale, alla creazione di una Onlus che ha dato speranza a decine e decine di famiglie contribuendo alla ricerca del Meyer. Era il febbraio 2000 quando Paolo e Barbara Bacciotti, genitori di Tommaso, decidevano di dare il via alla Fondazione Tommasino Bacciotti. Vent'anni dopo si contano tantissime iniziative, borse di studio per la ricerca e ben 22 appartamenti in cui le famiglie dei bambini ricoverati al Meyer possono soggiornare gratuitamente.

 

"Nel febbraio 2000, dopo che Tommaso se n'era andato dopo aver compiuto il suo 2° compleanno, io e Barbara abbiamo pensato di creare questa Fondazione per aiutare le famiglie e i bambini che sarebbero venuti nel nostro ospedale per curarsi. Non avrei mai pensato di mettere in piedi tutto questo, ma abbiamo mantenuto tutte le promesse", racconta a 055Firenze Paolo Bacciotti. "Quando un'associazione nasce da due genitori non è facile portare tutto avanti per così tanto tempo. Ma è stata una escalation, abbiamo aumentato sempre i nostri progetti".

 

"Innanzitutto aiutando il Meyer con borse di studio per la ricerca (3 o 4 ogni anno), poi aiutando le famiglie che venivano al Meyer. Dal 2010 abbiamo iniziato questo progetto di casa accoglienza con il primo appartamento, e oggi siamo arrivati ad averne 22", continua Bacciotti. "Con queste case diamo alloggio a titolo gratuito alle famiglie dei bambini che sono al Meyer, per tutto il periodo in cui i piccoli sono ricoverati. Non facciamo pagare né affitto né utenze, grazie alle tante iniziative con cui raccogliamo fondi". Come si legge sul sito della Fondazione Bacciotti, nelle 22 Case Accoglienza Tommasino si possono ospitare fino a 98 persone al giorno, che significa 35.770 notti gratuite con un risparmio stimato di circa 1.073.100€ annui per le famiglie per il solo pernottamento.

 

Un progetto bellissimo che ha uno scopo preciso: "La cosa bella che facciamo è quella di compattare la famiglia in un periodo così difficile. Per il bambino è importante avere vicini i suoi cari in questi momenti". E nascono rapporti umani profondi: "Quello che ci gratifica sono gli abbracci e le strette di mano quando le famiglie lasciano le case, le parole che ci dicono. Dopo averli ospitati 6 o 8 mesi, magari un anno, tutto ciò che ci dicono vale come pagamento. Sappiamo di fare una cosa importante, per loro e per l'ospedale Meyer. Siamo gli unici referenti per le lungodegenze".

 

In 20 anni ci sono tante storie che sono rimaste impresse nella mente di Barbara e Paolo Bacciotti: "Sì, e ogni storia ha un suo percorso e un suo epilogo, ma tutte hanno lo stesso pensiero. Tutte le famiglie, al di là dell'esito della storia e della realtà della malattia, a volte purtroppo molto dolorosa, hanno un pensiero importante per la Fondazione. La cosa carina, ad esempio, è che quando vanno via le famiglie scrivono una lettera di ringraziamento, e questo fa sempre stringere il cuore. Tutti ci invitano a visitare il loro paese per andare a trovarli. E ci fa un gran piacere. Sia che vengano dalla Calabria, dalla Sardegna, dalla Sicilia, dalla Puglia: tutto ciò ci dà gioia e ci riempie di soddisfazione".

 

E negli anni sono stati tantissimi i testimonial della Fondazione, da personaggi del mondo dello spettacolo, della politica e dello sport, con la Fiorentina sempre in prima linea con Giancarlo Antognoni e non solo: "Sì, in tanti si sono avvicinati alla nostra Fondazione perchè vedono quello che facciamo. Ovviamente quando doni anche solo un centesimo devi essere sicuro di dove va, i progetti che va a finanziare. E quello che noi facciamo è importante, lo puoi toccare con mano, con l'aumentare ad esempio degli appartamenti. Nel 2020 arriveremo ai 23 appartamenti. Il 17 dicembre 2020 sarebbero stati i 23 anni di Tommasino: vogliamo raggiungere questo numero, per dare un appartamento per ogni anno come regalo di compleanno".

 

Adesso, verso la Pasqua, ci sono le Uova di Tommasino, "iniziative importanti per mantenere e portare avanti i nostri progetti", aggiunge Paolo Bacciotti. "Come l'importante progetto con il Don Gnocchi, dove abbiamo aperto un centro di riabilitazione pediatrico con la Regione Toscana, la sanità e l'Asl di Firenze. Ci investiamo molto. Il piccolo paziente oncologico ha dei momenti in cui deve seguire una riabilitazione, prima doveva andare fuori Regione, invece ora può restare qui vicino all'ospedale. Un progetto che abbiamo portato a termine dopo tanti anni di lavoro". E ancora: "Abbiamo anche due ludoteche dove i bambini possono passare il pomeriggio a divertirsi con le nostre ragazze, poi ci sono psicologhe a sostegno dei genitori. Non ci fermeremo, perché ahimè le richieste sono sempre di più. Finché i fiorentini ci daranno la forza e l'aiuto di continuare, andremo avanti".

 

Perché in 20 anni di cose la Fondazione Tommasino Bacciotti ne ha fatte e come. Che effetto fa guardarsi indietro? "Non avrei mai pensato 20 anni fa di arrivare a questi livelli", conclude Paolo Bacciotti. "Siamo io e Barbara come Fondazione, c'è un gruppo di persone che ci aiuta, ma ci mettiamo la nostra faccia, le nostre parole e i nostri progetti. Non avrei mai pensato 20 anni dopo di avere 22 appartamenti e aver realizzato tutti i progetti che abbiamo portato avanti fin qui".

 

Marco Pecorini

 

 
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