Firenze, restaurato il Terrazzo di Giunone a Palazzo Vecchio: torna il Putto del Verrocchio
Completato il restauro con il contributo di Friends of Florence
venerdì 28 febbraio 2020 17:29
E' terminato il restauro del Terrazzo di Giunone. Il Terrazzo attiguo alla Sala degli Elementi nel museo di Palazzo Vecchio è stato restaurato ed è tornato ad ospitare il Putto del Verrocchio, anch’esso sottoposto ad accurato restauro nei mesi scorsi, ricollocato nella sua abituale collocazione dopo le mostre a Palazzo Strozzi e a Washington.
I lavori di restauro, dal costo di circa 60mila euro complessivi, sono stati presentati oggi a Palazzo Vecchio alla presenza dell’assessore alla cultura Tommaso Sacchi, della presidente della Fondazione Friends of Florence Simonetta Brandolini d’Adda, e dei tecnici e restauratori coinvolti.
“Siamo orgogliosi - dichiara Tommaso Sacchi assessore alla cultura del Comune di Firenze - che il Putto con delfino di Andrea del Verrocchio, una delle più note icone di Palazzo Vecchio fin da quando Cosimo I de’ Medici lo fece porre sulla fontana al centro del cortile di Michelozzo, torni finalmente nella sua casa originaria appena rimessa a nuovo e splendida come un tempo dopo essere volato negli Stati Uniti per una straordinaria mostra nell’anno leonardiano. Ringraziamo Friends of Florence e la presidente Simonetta Brandolini d’Adda per la sensibilità dimostrata verso il nostro patrimonio culturale: siamo onorati di averla al nostro fianco nella cura per i nostri monumenti e beni storico-artistici”.
“Il ritorno del Putto del Verrocchio dopo le mostre a Palazzo Strozzi e alla National Gallery di Washington e la sua definitiva ricollocazione nel Terrazzo di Giunone appena restaurato dalla nostra Fondazione, completa un luogo di unica bellezza e di grande pregio storico artistico - sottolinea Simonetta Brandolini d’Adda, presidente di Friends of Florence - Ringrazio a nome di Friends of Florence, Ellen e James Morton, tutto il board della Fondazione, Jon e Barbara Landau, Fabrizio Moretti, cioè i donatori che hanno reso possibile questi interventi, il Comune di Firenze che ci ha offerto questa opportunità, la Soprintendenza che ci ha accompagnati nel lavoro e i restauratori che hanno realizzato gli interventi al Terrazzo di Giunone e al Putto del Verrocchio”.
Il terrazzo di Giunone si trova tra le «stanze nuove» che Cosimo I de’ Medici fece costruire all’indomani del suo trasferimento dalla residenza di famiglia al palazzo che per oltre due secoli aveva ospitato il governo comunale e repubblicano della città. Ubicato nell’ala sud-orientale del piano nobile del palazzo, fa parte del cosiddetto Quartiere degli Elementi, destinato ad accogliere gli ospiti della corte e costruito sotto la direzione di Battista del Tasso tra il 1551 e il 1555, ma subito dopo modificato dall’architetto e pittore Giorgio Vasari, il principale artefice della trasformazione dell’antico Palazzo dei Priori o della Signoria in una sontuosa reggia ducale.
Gli affreschi presentavano estese ridipinture, numerose ricostruzioni e stesure di colle e resine di varia natura, frutto di interventi di restauro precedenti. Si potevano individuare sollevamenti e cadute della pellicola pittorica, distacchi tra gli strati preparatori e varie stuccature. Allo scopo di mantenere la lettura dell’opera, si è reso necessario salvaguardare in larga misura le ricostruzioni, senza però compromettere la qualità e la materia cromatica degli affreschi originali.
L’intervento di pulitura, preceduto dal preconsolidamento delle scaglie decoese, ha richiesto una particolare attenzione. Sono stati effettuati impacchi di carbonato d’ammonio applicati su carta giapponese e supportati da polpa di cellulosa, sepiolite o gel di agar-agar. Questa delicatissima fase ha permesso il recupero delle pitture originali e di salvare, attenuandolo, l’intervento ricostruttivo che interessava brani fondamentali del testo pittorico, quali la testa di Giunone, parte del corpo e i pavoni.
Gli stucchi erano ricoperti da uno spesso strato di polveri incoerenti ed erano interessati da una patinatura giallastra, diffusa anche sui fondi bianchi delle decorazioni a grottesche. Alcune cornici modanate erano deteriorate. La pulitura dei rilievi a stucco di malta di grassello è stata eseguita con l’applicazione di carta giapponese e una soluzione di tensioattivo neutro. L’asportazione controllata della patinatura applicata in superficie ha messo in luce diverse ricostruzioni pertanto, ove necessario, in particolare nelle sottili cornici modanate che presentavano stuccature a base di gesso, si è proceduto con il consolidamento tramite caseinato di calcio. Sia le vecchie stuccature che quelle nuove sono state mimetizzate con leggere velature ad acquerello.
Al termine dei lavori è stato inoltre ricollocato nella sala, il Putto con Delfino di Andrea del Verrocchio restaurato lo scorso anno in occasioni della Mostra “Verrocchio, il maestro di Leonardo” tenutasi a Firenze nelle sedi di Palazzo Strozzi e del Museo Nazionale del Bargello. Per salvaguardare le superfici affrescate, infine, è stata realizzata una protezione con vetri extrachiari temperati antiriflesso.
Anche l’impianto di illuminazione della sala è stato completamente rivisto. Sulla cornice in pietra serena che corre in alto, perimetralmente alla sala, sono stati installati faretti led di dimensioni contenute ma di ottima resa cromatica con ottica variabile che hanno consentito di migliorare notevolmente la visibilità sia delle superfici pittoriche, sia del putto in bronzo, e una barra led asimmetrica che illumina la volta a botte. I corpi illuminanti sono stati scelti per le loro caratteristiche, in funzione della superficie da illuminare e per la posizione obbligata sopra il cornicione.