L'attentato a Piero de Medici
Il primo 'magnifico' gesto di Lorenzo
martedì 23 ottobre 2018 18:43
Nei cinque anni in cui Piero il Gottoso (qui trovate la storia) tenne il potere, la situazione non fu rosea. Una congiura capitanata da Luca Pitti e Diotisalvi Neroni fu organizzata contro il capo dei Medici, una condanna a morte a cui Piero riuscì a scampare grazie alle sue spie, alla fortuna e al figlio Lorenzo.
La congiura avvenne nell'Agosto del 1466, ma per capirla occorre fare un passo indietro. Il “partito del Poggio” (chiamato così per la nuova casa che Luca Pitti si stava facendo costruire - oggi conosciuta come Palazzo Pitti) era formato da molti nemici dei medici, unito per l'odio dalla casata fiorentina nato per i motivi più disparati.
Nelle fila di questo partito si conta Luca Poggi, Diotisalvi Neroni ( che aveva convinto Piero a provvedere al recupero delle somme date in prestito alle famiglie fiorentine in modo da far emergere nuovi nemici dei Medici), Agnolo Acciauoli che si era visto negare da Cosimo il Vecchio l'arcivescovado di Pisa per suo figlio.
In una calda giornata d'Agosto Piero sta soggiornando nella sua villa di Careggi assieme ai figli Giuliano e Lorenzo, di 13 e 17 anni. Viene avvisato dalle sue spie di strani movimenti a Firenze, di sussurri di morte e cospirazioni, ma decide di tornare nella ua città quel giorno stesso.
Colui che diventerà il Magnifico ha un'idea: lui passerà per la strada canonica, in modo da controllare la veridicità di queste affermazioni e far guadagnare al padre il tempo di giungere a Firenze tramite una strada più lunga e meno frequentata.
Lorenzo si avvia e a metà strada trova un gruppo di uomini che gli chiede notizie del padre: sono i congiurati pronti all'assalto. Lorenzo finge di non capire le loro intenzioni, annuncia che il padre è rimasto indietro, ma che arriverà. Viene lasciato andare e tutta la famiglia Medici si rinchiude nel Palazzo in Via Larga, un Palazzo che Cosimo (di cui potete leggere la storia qui) aveva fatto costruire in modo che potesse, in situazioni di pericolo, divenire un fortino.
Ma non basta: Piero richiama a Firenze alcune forze militari milanesi degli Sforza che soggiornavano ai confini della Toscana, in modo da avere un piccolo esercito di guardie del corpo.
Alla Signoria rivela il piano per assassinarlo, insieme ad una lettera i Giovanni Bentivoglio in cui si svela il tradimento di Pitti, dell'Acciaiuoli e del Neroni che hanno chiesto al Duca di Ferrara di marciare su Firenze per cacciare i Medici. Una mossa pericolosa.
Luca Pitti decide di tradire i congiurati, confessando tutto e garantendosi l'immunità. I Medici hanno vinto.
Gli oppositori vengono processati e condannati a morte, ma la sentenza viene commutata: Diotisalvi sarà mandato in confino in Sicilia, Soderini in Provenza e l'Acciauoli a Barletta.