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Firenze, nuova ordinanza per il centro storico: chiusura alle 22 per minimarket e alimentari

Il sindaco Nardella: 'Tuteliamo salute pubblica, sicurezza e decoro urbano'

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sabato 29 settembre 2018 16:38

Nuova stretta sui minimarket nel centro storico di Firenze: dovranno chiudere alle 22. È quanto previsto dall’ordinanza firmata dal sindaco Dario Nardella, che limita gli orari di apertura notturna delle attività alimentari nel centro storico.

 

Obiettivo? Dare una "nuova stretta sul consumo eccessivo di alcol per tutelare la salute pubblica, la sicurezza e il decoro nel centro storico di Firenze", si legge nella nota diffusa dal comune di Firenze.

 

Dovranno chiudere alle 22 i negozi di vicinato alimentari e misti, le attività artigianali o industriali di produzione, preparazione o vendita di prodotti alimentari, ma solo se hanno nella propria offerta anche bevande alcoliche. La riapertura è prevista per le 6 del giorno successivo.

 

L’ordinanza sarà in vigore dal 7 ottobre al 31 dicembre 2018 in via sperimentale, per arrivare eventualmente a un provvedimento stabile.


“Andiamo avanti con la nostra battaglia contro il consumo eccessivo di alcol e la nostra azione di tutela della salute pubblica, della sicurezza e del decoro nel centro storico – ha detto il sindaco Nardella – Un intervento che si aggiunge a quelli già adottati per bloccare il proliferare di attività alimentari e mettere un freno al consumo di alcol, così dannoso per i nostri giovani. Una tutela per i cittadini e per la città”.


Si tratta di un nuovo provvedimento, che si aggiunge a quello già adottato dal Regolamento Unesco di due anni fa, che proibisce ai minimarket la vendita di alcolici dopo le 21, oltre al blocco per tre anni di nuove aperture di attività di somministrazione di alimenti e bevande nell'area Unesco del centro.  

 

“Vogliamo sempre di più un’area Unesco viva ma vivibile – ha detto l’assessore allo Sviluppo economico Cecilia Del Re – I dati dimostrano che la vendita di alcolici fuori dagli orari consentiti porta a conseguenze dannose per la salute dei nostri concittadini o visitatori, oltre che per i residenti del centro storico. Per questo, abbiamo deciso di aggiungere una misura limitativa degli orari alle misure già adottate, come il blocco per tre anni di nuove aperture che ha già dato risultati importanti. Un intervento anche a tutela degli stessi lavoratori dei minimarket, che spesso coprono da soli orari eccessivi per garantire le aperture smisurate”.


All’interno del centro storico Patrimonio mondiale Unesco – si legge nelle motivazioni dell’ordinanza - la presenza per abitante di “esercizi di vendita al dettaglio di generi è altamente superiore rispetto al dato medio regionale toscano; inoltre, negli ultimi anni, all’interno di questa categoria, hanno aperto molti esercizi per lo più dediti alla vendita di alcolici e superalcolici rispetto alla vendita di generi alimentari a supporto dei residenti”.

 

Rispetto alla vendita di alcolici, la polizia municipale ha segnalato nel corso del 2018 un aumento del numero di infrazioni al divieto. L’ordinanza riporta poi i dati trasmessi dall’ospedale di Santa Maria Nuova in merito agli accessi al pronto soccorso di pazienti in stato di etilismo acuto, abuso, intossicazione da alcol: la fascia oraria di massimo accesso risulta quella tra la mezzanotte e le 4 del mattino, con un incremento degli accessi il sabato sera già nella fascia oraria 20-24; la maggior parte degli accessi riguarda pazienti di età compresa tra i 15 e i 44 anni (75% nell’anno 2017) e di nazionalità non italiana (63% nell’anno 2017, 69% nel periodo nei primi 9 mesi del 2018). 

 

“I dati del pronto soccorso di Santa Maria Nuova sono estremamente preoccupanti – ha sottolineato l'assessore al welfare Sara Funaro - e trovano riscontro in quelli che emergono dai servizi di prevenzione che l'amministrazione comunale attua sul territorio. Le sostanze alcoliche sono utilizzate in maniera massiccia soprattutto da ragazzi estremamente giovani, spesso anche minorenni. Bisogna dunque intervenire sia sul fronte della prevenzione e della comunicazione sia attuando una serie di politiche, in sinergia con i servizi sanitari, capaci di attenuare questo fenomeno”.

 

Immagine di repertorio

 

 

 
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