Bergonzoni: "Scrittura è qualcosa di sospeso, è luce, energia"
Intervista ad Alessandro Bergonzoni, al Puccini con "Nessi"
sabato 08 novembre 2014 17:19
"Basta un corso d'acqua a diventare fiume?" Lo stile è inconfondibile, come la sua cadenza bolognese, i suoi tantissimi capelli e, da qualche mese, una fascia al braccio, a volte nera e a volte bianca, per ricordare tutte le nuove vite e le morti che accadono al mondo in un secondo (è l'idea "Le vite in fasce"). E' Alessandro Bergonzoni, autore, attore e scrittore bolognese che dal 1982 calca i palchi teatrali con le sue parole, e dal 1989 occupa gli scaffali delle librerie.
Nel fine settimana del 7 e dell'8 novembre il palco è quello del Teatro Puccini, con il suo nuovo spettacolo Nessi. Noi l'abbiamo incontrato al Porto delle Storie, dove Bergonzoni ha incontrato i ragazzi che partecipano ad un doposcuola sulla scrittura. Ci abbiamo fatto due chiacchiere, a due ore dall'entrata in scena davanti al pubblico di Firenze.
Come descriveresti il tuo spettacolo?
Nessi significa cose fondamentali, fili adottivi, fili spinati, perchè siamo tutti collegati l'uno e all'altro, e non su internet, ma continuamente, anche agli evitati e agli invisibili. Nessi serve a fare nesso, che è il comandamento zero, non rendersi conto solo della propria biografia. Lo spettacolo parla dei credenti e dei non credenti, e soprattutto degli incredibili.
Cos'ha di diverso Nessi dagli spettacolo precedenti?
Con Nessi sono cambiate le frequenze e le vibrazioni. E' un'invocazione continua all'ascolto ricevuto e all'ascolto da ricevere.
Che palco è Firenze?
Per me Firenze è stata una città ostica, mi vedeva come un'alce in deltaplano, perchè non parlavo di politica, non facevo satira e non riusciva a riconoscersi in me, cosa che alla Toscana interessa, riconoscersi in qualcuno. Ora però hanno imparato a conoscermi e a capirmi.
Cosa ti aspetti dal pubblico di stasera?
Mi aspetto una relazione, che la parola "collega" sia solo un verbo.
Cosa guarda il Bergonzoni spettatore?
Mi piacciono Paolo Rossi e Emma Dante, ma vado poco a teatro, e sono un po' ignorante in materia. Sono uno spettatore esigente ma soprattutto molto curioso, ed è proprio la curiosità a spingermi. Ho una grande passione per il cinema, ci vado anche tre volte a settimana.
Se dico scrittura, a cosa pensi?
Scrittura è qualcosa di sospeso, mi fa pensare alla luce, a energia.
Il Bergonzoni dei prossimi anni come sarà?
Faccio sempre meno l'attore, il mio lavoro non è solo sul palco, ma anche in altre circostanze, mi piace visitare molti luoghi in giro per l'Italia, luoghi come questo, incontrare persone. Mi piace pensare che il mio lavoro sia riconducibile all'espressione "ma anche".
Al Teatro Puccini un pubblico numeroso ha applaudito, molto, questo artista della scrittura, che con i suoi vortici di parole a volte non permette di distinguere se sia lui al servizio della parole, o se siano le parole ad essere al suo.
Foto di Giulia Madiai ©