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Spaccio di cocaina nell’hinterland di Firenze, l'operazione dei carabinieri di Borgo San Lorenzo

Cinque provvedimenti cautelari, tre in carcere e due all’obbligo di dimora

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lunedì 13 maggio 2019 12:53

Spaccio nell’hinterland fiorentino, su questo si è concentrata l'operazione dei carabinieri di Borgo San Lorenzo, che nella mattinata odierna, hanno eseguito cinque provvedimenti cautelari, tre in carcere e due all’obbligo di dimora, emessi dal GIP presso il Tribunale di Firenze.

 

L’attività investigativa, coordinata dalla Procura della Repubblica di Firenze, come riporta una nota diffusa dai militari, ha consentito di far luce su due distinte attività di spaccio nell’hinterland del capoluogo toscano. Quattro destinatari del provvedimento sono di nazionalità albanese e uno italiano.

 

L’indagine è stata avviata a seguito delle dichiarazioni di un consumatore di cocaina, sentito dai carabinieri. A seguito delle informazioni assunte, tramite l'intercettazione di una singola utenza telefonica intestata a terzi, gli operanti hanno ricostruito i traffici di due 25enni, entrambi residenti nel Comune di Sesto Fiorentino, utilizzatori effettivi della scheda SIM.

 

Lo sviluppo delle operazioni ha presentato diverse difficoltà in quanto non si è mai fatto esplicito riferimento alla droga né tantomeno sono stati rinvenuti quantitativi di sostanze illegali. Gli inquirenti però, quando hanno ascoltato frasi del tipo “Ma la ragazza, cosa hai fatto? Ti è piaciuta? Sì, buonissima” oppure “ne voglio tre, uno regalo; son 250 questi” hanno potuto intuire l’oggetto delle conversazioni.

 

I due, in concorso tra loro, avevano realizzato una remunerativa attività di spaccio in grado di rifornire diversi consumatori di Sesto Fiorentino e di Calenzano, condotta in perfetta simbiosi tra i due correi. Gli oneri dell’approvvigionamento, i rischi della custodia e della distribuzione e la spartizione dei guadagni non hanno mai creato attrito, specificano i carabinieri. Anche lo strumento di lavoro utilizzato, il telefono dello spaccio, non poteva che essere in comune, utilizzato a seconda delle necessità contingenti. Una sorta di brand conosciuto dagli assuntori in cerca di sostanze stupefacenti di qualità: sono state duecento le dosi cedute in soli quindici giorni.

 

Nel provvedimento cautelare notificato stamattina è di particolare rilievo il passaggio che descrive l’interessamento per nuovi e sempre più consistenti approvvigionamenti di cocaina.

 

Acclarato in modo incontrovertibile lo smercio al minuto ad opera dei due, gli investigatori hanno fatto poi luce sui loro canali di approvvigionamento. Due le figure emerse a questo livello: si tratta di due soggetti albanesi anch’essi destinatari di provvedimento cautelare in carcere, un 40enne allo stato irreperibile ed un 33enne. Ad opera del primo sono state documentate due consegne, entrambe di cinquanta grammi di cocaina.

 

Il suo arresto a Bologna, nel dicembre 2016, non si è rivelato un evento drammatico per i correi, che poi hanno individuato subito nel 33enne il loro nuovo fornitore, dal quale acquistare cocaina di purissima qualità “tutta a cristalli” e a prezzi vantaggiosi: “un etto m’ha dato; giuro; perché me l’ha fatto a 45; bono!”.

 

L’attività delinquenziale di quest’ultimo non era minimamente ostacolata dal fatto di essere sottoposto agli arresti domiciliari per altra causa, visto che proprio all’interno del suo appartamento venivano effettuate le cessioni, anche con la formula “soddisfatti o rimborsati” nel caso di prodotto non rispondente ai canoni abituali. Proprio in occasione della restituzione al loro fornitore di una consegna non conforme, i due soci 25enni sono stati costretti a disfarsi del “prezioso” carico (circa 100 grammi di cocaina) temendo di poter essere bloccati dai Carabinieri. Nella circostanza, i due si sono lanciati in una precipitosa fuga, nel traffico cittadino di Firenze, imboccando le strade in controsenso.

 

Le indagini hanno inoltre consentito di disvelare un ulteriore traffico illecito di sostanze stupefacenti a Sesto Fiorentino ad opera di altri due indagati, un 36enne, in contatto con un soggetto arrestato nel corso dell’operazione conclusa a maggio 2017, e di suo padre, 68enne. Quest’ultimo ha seguito le direttive del figlio, occupandosi delle consegne ai vari clienti a vantaggio dell’impresa familiare. I riscontri acquisiti sono stati sufficienti contestare loro i reati di detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti. I due sono stati sottoposti all’obbligo di dimora nel Comune di residenza.  

 

All’operazione hanno partecipato una trentina di Carabinieri del Comando Provinciale di Firenze e due unità cinofile antidroga, impegnati anche in perquisizioni personali e domiciliari degli indagati sottoposti a misura.

 

 

 
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