Haka per il compagno in ospedale: squadra di rugby dedica un messaggio al giovane ricoverato

Il gesto per il compagno di squadra ricoverato per un problema di salute durante una trasferta in Italia

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sabato 08 novembre 2025 12:31

Un gesto di umanità e spirito di squadra attraverso migliaia di chilometri per raggiungere l’ospedale Santo Stefano di Prato: la Haka (danza tradizionale del popolo Maori), è stata dedicata, grazie alla complicità del personale sanitario, da una squadra di rugby neozelandese al proprio compagno di 15 anni, ricoverato per un problema di salute durante una trasferta in Italia per un gemellaggio sportivo.

 

Il giovane atleta, per l’andamento del suo quadro clinico è stato accolto inizialmente in Pediatria, ma ha poi necessitato di un trattamento intensivo in Rianimazione, dove è rimasto alcuni giorni, per poi concludere la degenza di nuovo nel reparto pediatrico. Grazie alla sinergia e alle cure tempestive ricevute, come si apprende dall'Asl Centro, ha potuto lasciare l’ospedale in breve tempo.

 

Mentre la squadra proseguiva il viaggio, i compagni hanno voluto comunque far sentire vicinanza e sostegno al ragazzo e dopo aver preso accordi con la coordinatrice infermieristica di Rianimazione, le hanno inviato un video, in cui ballano la Haka tradizionale, per poterglielo mostrare.

 

L’atleta ha così potuto vedere il video realizzato dalla propria squadra, un gesto che ha profondamente commosso il ragazzo e il nonno, che nel frattempo lo ha raggiunto per stargli vicino.

 

Il giovane e il familiare hanno espresso sincera gratitudine per l’attenzione e l’ascolto, per la qualità delle cure ricevute e per l’accoglienza riservata da medici, infermieri e operatori socio sanitari dei due reparti: “Grazie a tutti i dottori, infermieri, addetti alle pulizie, cuochi e a tutti coloro che si sono presi cura di mio nipote – ha scritto il nonno al personale sanitario - Siete stati fantastici nel farlo. Anche con il mio arrivo e con l'accoglienza che mi avete dato in ogni modo possibile, il compito di assisterlo è stato meno stressante. Ho visto quanto è migliorato dal mio arrivo. È stato un vero miracolo. L'assistenza sanitaria ricevuta è semplicemente la migliore che abbia mai sperimentato”.

 

 

In foto, da sinistra: coordinatrice infermieristica Pediatria, Stefania Bianchi, direttore Pediatria, Pierluigi Vasarri, coordinatrice infermieristica Rianimazione, Beatrice Bettazzi e a destra il medico anestesista Iacopo Cappellini 

 
 
 
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