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Prato, fermato a Padova dopo 9 mesi un 36enne accusato di tentato omicidio

Secondo la Procura è parte di un commando arrivato dalla Cina per tutelare gli interessi imprenditoriali del gruppo monopolista nel settore delle grucce

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lunedì 07 aprile 2025 13:30

E' stato individuato in un ristorante della periferia di Padova, dopo nove mesi di lavoro coordinato dalla Procura di Prato, un ex soldato dell'esercito della Repubblica Popolare cinese, ritenuto dagli investigatori il sesto esecutore materiale che il 6 luglio 2024, all'interno di un locale a Prato avrebbe compiuto il tentato omicidio ai danni di un imprenditore cinese inserito nel mercato della produzione delle grucce. 

 

La vittima, pregiudicato condannato in via definitiva per un omicidio commesso a San Giuseppe Vesuviano, in provincia di Napoli, nel marzo 2006, era stata accerchiata e colpita ripetutamente in varie parti del corpo, prima con una bottiglia di vetro poi con un'arma da taglio e con pugni e calci, e infine attinta da numerose coltellate all'addome, con conseguente eviscerazione. L'uomo è poi stato portato in ospedale dal gestore del locale, e sottoposto a diversi interventi chirurgici. Nonostante le gravissime ferite è riuscito a sopravvivere e ha iniziato una collaborazione con la giustizia, che ha consentito, tra l'altro, di acquisire preziosi elementi per individuare l'apporto fornito dal soggetto fermato. Questi, secondo quanto si apprende dalla Procura, è risultato essere componente di un commando misto proveniente appositamente dalla Cina per tutelare con il ricorso alla violenza gli interessi imprenditoriali del gruppo monopolista nel settore delle grucce.

 

Le investigazioni si sono nutrite dell'apporto degli appartenenti alla Squadra Mobile della Questura di Prato. Lo strumento intercettivo ha portato all'individuazione materiale del soggetto nel territorio padovano. Il consolato cinese ha fornito una collaborazione per giungere all'identità certa del soggetto. 

 

Nell'immediatezza del delitto, l'analisi dei frames estrapolati dal sistema di videosorveglianza del locale in cui si erano svolti i fatti, aveva consentito di individuare uno degli aggressori e reperire l'utenza cellulare che aveva in uso. Sottoposta a intercettazione, era emerso che l'utenza si spostava rapidamente dalla Toscana verso il meridione e, giunta in Calabria, grazie ad una serrata analisi delle coordinate del positioning, veniva fermata una vettura con a bordo quattro cinesi, che venivano poi identificati quali corresponsabili dell'aggressione. Altro autore, invece, sfuggito al primo controllo, ha attraversato lo stretto di Messina, e fermato due giorni dopo a Catania, individuato sempre sulla base degli spostamenti della predetta utenza.

 

Tutti e cinque gli autori, oggi in fase di giudizio abbreviato, sono stati sottoposti a fermo di indiziato di delitto. Con il fermo del sesto si è giunti a individuare l'ultimo soggetto che mancava all'appello.

 

Le investigazioni hanno consentito di far emergere una rete di collegamento in più porzioni del territorio nazionale, dato confermato dalla presenza a Padova del soggetto fermato che si era reso irreperibile subito dopo il tentato omicidio.

 

 

 
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