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Rarissimo caso di collasso neonatale inaspettato, stabilizzata neonata di 70 minuti all’ospedale di Bagno a Ripoli

La piccola è adesso ricoverata all'ospedale pediatrico Meyer

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martedì 14 marzo 2023 11:53

Un caso rarissimo e che può portare anche a morte neonatale, definito in gergo tecnico SUPC (Sudden Unexpected Postnatal Collapse) e meglio conosciuto come collasso improvviso e inaspettato, è accaduto nei giorni scorsi all’ospedale Santa Maria Annunziata, in località Ponte a Niccheri a Bagno a Ripoli

 

L’eccezionalità dell’evento è confermato dai numeri: la letteratura internazionale indica un’incidenza stimata tra i 3 e i 6 casi su 100mila nati, con la possibilità di un caso ogni 15 anni di verificarsi negli ospedali di area fiorentina.
 

Il collasso neonatale si verifica prevalentemente nei primi 7 giorni di vita ma anche nelle prime due ore dalla nascita.

 

All’ospedale Santa Maria Annunziata si è verificato su una neonata a circa 70 minuti di vita ed ha richiesto la reazione pronta e tempestiva di tutta l’equipe medica e infermieristica che era presente in sala parto. Grazie al pronto intervento del personale e all’applicazione delle procedure del caso, è stato possibile intervenire stabilizzando immediatamente la neonata che ora è ricoverata al Meyer: i primi dati fanno ben sperare per una risoluzione completa.
 

Sarebbe potuto accadere di tutto. Per questo mi complimento con il personale medico e sanitario – ha dichiarato Alberto Mattei, direttore del dipartimento materno infantile della Asl Toscana centro – Devo sottolineare che ha funzionato anche tutto il livello organizzativo, quello delle procedure previste dall’Azienda sanitaria che devono essere applicate in questi casi. Certi volumi di parti sono determinanti nei punti nascita proprio per garantire l’expertise anche in casi di emergenza come quello che si è verificato all’Annunziata”.
 

“Benché rari, gli episodi di SUPC possono presentare conseguenze drammatiche con esito in morte nella metà dei casi segnalati e gravi disabilità neurologiche nella maggior parte dei neonati sopravvissuti - spiega Gianpaolo Mirri, direttore di Neonatologia e Pediatria del Santa Maria Annunziata - Determinante per gli esiti, sono la tempestività e la appropriatezza degli interventi nell’immediatezza dell’evento (rianimazione neonatale e stabilizzazione post-rianimatoria) e la qualità delle cure successive, che devono essere garantite da un centro di Terapia Intensiva Neonatale, il Meyer, nel nostro caso. Nel 30-60% dei casi di SUPC possono essere diagnosticate patologie sottostanti come infezioni neonatali, difetti del metabolismo, cardiopatie congenite ma è verosimile che all’origine dell’evento vi sia una predisposizione genetica in combinazione con una condizione esterna che agisce in un periodo di alta vulnerabilità. Molti casi, però, rimangono senza una causa”.
 

 

 
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