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Firenze, in piazza Santo Spirito ecco la 'corda della discordia' che divide la città

Protesta la sinistra: 'Indecorosa e degradante', replica Palazzo Vecchio: 'Soluzione temporanea per problema urgente'

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venerdì 18 giugno 2021 11:21

In piazza Santo Spirito è arrivata la corda. Quella che ormai si può chiamare la corda della discordia: si tratta della cordonatura montata sul sagrato di Santo Spirito, una delle misure disposte da Palazzo Vecchio nel piano per tutelare la Basilica, di cui fa parte anche l'installazione di nove chiodi fiorentini su via de’ Coverelli. Misure arrivate anche dopo le richieste della comunità religiosa degli Agostiniani e dei comitati dei residenti. 

 

Niente 'bivacchi' sul sagrato, niente consumazoni di alcol e cibo, questo l'obiettivo con cui, nei giorni scorsi, sono iniziati i lavori per posizionare i paletti metallici, con un basamento in calcestruzzo, che sono stati poi legati con un cordone di canapa. Un cambiamento nella piazza d'Oltrarno, uno dei cuori pulsanti della vita notturna cittadina, che non poteva passare inosservato.


"Ogni aspetto di questo intervento è stato calibrato per venire incontro alla delicatezza del bene su cui stavamo lavorando ma, è bene ricordarlo, questo piano è dettato dalla necessità urgente e emergenziale di proteggere il sagrato, non è un’installazione per abbellire la piazza. Ci sono stati troppi episodi gravi, danneggiamenti alla struttura, imbrattamenti", ha detto la vicesindaca Alessia Bettini.

 

Ma i blocchi e i paletti sul sagrato hanno da subito generato polemiche, dividendo le opinioni, dalla politica cittadina fino agli sfottò sui social, tra commenti di chi pensa che deturpino la piazza, e chi crede che non siano una soluzione efficace. 

 

"Voglio vedere a chi dà la colpa il primo che inciampa sul piedistallo e casca per le scale! Che bruttura", Le piazze vanno tutelate non recintate !!! Nella nostra amata città non siamo neanche più padroni di sederci", "Oltre a essere orribile è inutile. L’unica speranza è che sia solo temporanea", "Non sono belle...ma se servono a togliere quel bivacco ignobile....potevano pensarci anche prima", "Indubbiamente bello non è ma qualcosa bisognava fare...invece di criticare passate alle 2 di notte per quella piazza....e ora di turisti ce ne sono pochi!", "Più controlli e meno paletti in tutta la zona, non solo in piazza", questi alcuni dei commenti che si rincorrono sui social.


Forte contrarietà è subito arrivata dai gruppi consiliari di Sinistra Progetto Comune in Palazzo Vecchio (Antonella Bundu, Dmitrij Palagi) e al quartiere 1 (Giorgio Ridolfi, Francesco Torrigiani), che ieri, insieme all’Associazione Progetto Firenze (Massimo Lensi e Grazia Galli), Laura Lombardi e Tomaso Montanari, si sono riuniti in piazza, tenendo stretta una corda, per un flash mob.


"L’ultima decisione del Sindaco e della Giunta di Firenze in tema di “decoro e antidegrado” è una toppa peggiore del buco, indecorosa e degradante. Su una proprietà pubblica, in una piazza pubblica, in cui la residenza vede ormai tutto lo spazio già “privatizzato” dai locali adesso abbiamo la novità della cordonatura anti-movida", hanno dichiarato.


"Astraendo dalla complessità dei problemi un solo dettaglio, si fa finta di risolverlo, creando ulteriori problemi e spostandolo altrove: per di più mostrando tutta la cattiveria che si poteva tirar fuori, con piattaforme pericolose per gli spigoli aguzzi. Si insiste a non voler rendere i bagni gratuiti, nonostante l’emergenza sanitaria e pandemica: per anche solo lavarsi le mani, o per cambiarsi un assorbente, occorre consumare o pagare. Si tratta di un messaggio di chiusura, negativo e di cui il Sindaco deve rispondere a tutta la cittadinanza".


Tomaso Montanari ha aggiunto: "Appare come una misura simbolica, perché questi cordoni per essere efficaci avranno bisogno di un costante apparato di repressione, ed è un simbolo del peggio: una città proibita, una città solo mercato e merce, nessuno spazio per i corpi, proprio nel momento in cui i corpi speravano di riprendersi la città".


Secca la replica di Palazzo Vecchio. “Per Santo Spirito in campo ci sono una serie di interventi che vogliono evitare eccessi e storture che purtroppo conosciamo bene. Un conto è la voglia di recuperare contatti e vita dopo un anno difficile, un altro sono le immagini di caos e mancanza di civiltà che abbiamo visto prendere forma a Santo Spirito. Se per Sinistra Progetto Comune riprendersi la città vuol dire fare bivacchi o mancare di rispetto alla Basilica evidentemente abbiamo idee diverse di cosa voglia dire socialità. Quella messa in campo dall’amministrazione è una soluzione temporanea che vuole affrontare una problematica seria su cui i residenti della zona da tempo hanno chiesto grande impegno. L’obiettivo è far sì che questi spazi siano vissuti correttamente. L’obiettivo delle polemiche sterili e degli show improvvisati di SPC invece proprio non si capisce”. Così Mimma Dardano, capogruppo lista Nardella a Palazzo Vecchio.

 
Di "soluzione temporanea" parla anche Nicola Armentano, capogruppo Pd a Palazzo Vecchio. “La delimitazione del sagrato con la cordonatura fa parte di un più ampio piano di azioni per tutelare la zona attorno alla Basilica di Santo Spirito. È un intervento che si è reso necessario dopo episodi gravi che si sono verificati in quest’area, vuole evitare un uso distorto e sbagliato di questi spazi. È una soluzione temporanea, per affrontare una problematica urgente che in quest’anno di pandemia si è acuita in maniera ancora maggiore. Obiettivo è favorire una fruizione corretta del sagrato, anche nuova, magari con un impegno ulteriore anche per favorire nuove forme di socializzazione rispettose degli spazi e di ciò che rappresentano, per imparare a viverli in modo giusto e civile. L’impegno infatti non mancherà per iniziative di sport, socialità, cultura di modo che questa parte di città possa essere sì viva e vissuta ma in modo adeguato e bello, rispettando un monumento importante, un luogo di culto, una zona abitata da molti residenti che hanno diritto a vivere in tranquillità. Chi pensa, come SPC, che proibiamo l’uso di questi spazi si sbaglia di grosso: vogliamo promuovere, questo sì, un loro uso corretto, sano e rispettoso”.

 

 

Irene Grossi


 
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