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Nuovo volto per Santo Spirito: al via i lavori per la cordonatura. Ma c'è chi non ci sta

Posizionati i paletti metallici, con un basamento in calcestruzzo, che saranno legati con un cordone di canapa

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mercoledì 16 giugno 2021 13:24

Il sagrato di Santo Spirito cambia volto: sono iniziati i lavori per la realizzazione di una cordonatura lungo il sagrato della Basilica. Si tratta di un altro tassello del piano con cui Palazzo Vecchio intende tutelare la Basilica, dopo l’installazione di nove chiodi fiorentini a fianco della chiesa, su via de’ Coverelli.

 

Sono iniziati ieri i lavori per posizionare i paletti metallici, con un basamento in calcestruzzo, che saranno poi legati con un cordone di canapa.

 

Misure, arrivate anche dopo le richieste della comunità religiosa degli Agostiniani e dei comitati dei residenti, che riguardano uno dei punti nevralgici della vita notturna (ma non solo) della città, una piazza da sempre amata e scelta dai fiorentini per passare le sere estive. 

 

"Una decisione – ha spiegato la consigliera del Partito Democratico Patrizia Bonanni – condivisa dal sindaco, con i residenti e la comunità agostiniana che vive nella Basilica. Entro sei giorni verrà realizzato tutto il cordonato. Segnalerà un’area di rispetto, il divieto di stazionamento ed il divieto di consumo di cibi e bevande. Saranno, inoltre, installate due telecamere in via de’ Coverelli. Occorre tutelare il sagrato dall’inciviltà. Manca, purtroppo, il senso civico e mi auguro che la cordonatura possa proteggere una delle Basiliche più importanti di Firenze”.

 

Il sagrato è stato anche oggetto di un'apposita ordinanza che vieta lo stazionamento e il consumo di cibi e bevande di qualsiasi genere sull’intero sagrato della Basilica, sia davanti alla facciata principale che davanti a quella laterale. Ma il nuovo aspetto del sagrato non convince tutti. 

 

"La cordonatura del sagrato di Santo Spirito sembra quasi peggio della cancellata, con quelle piattaforme in cemento armato appoggiate sopra. La si sta rendendo una piazza ormai molto diversa da quella a cui siamo abituatÉ™, senza che i problemi siano destinati a essere risolti. Quattro panchine di numero, ovvero appena 12 posti dove potersi sedere liberamente, magari a mangiarsi un gelato. Il resto sono centinaia di sedie e tavolini tra cui si fatica a passare, specialmente se si è in condizioni di fragilità o si hanno difficoltà motorie. Chiaramente nessun bagno pubblico gratuito e nessun investimento su nuovi bagni in generale è stato previsto. Basta "privare" la cittadinanza del sagrato, secondo la Giunta". Queste le dichiarazioni di Francesco Torrigiani, Giorgio Ridolfi - Sinistra Progetto Comune Quartiere 1 e Antonella Bundu, Dmitrij Palagi - Sinistra Progetto Comune.


"Questa è oggi Piazza Santo Spirito, quella della “cittadinanza temporanea”, con cui far tornare le residenze in centro. 100.000 euro per corde e cemento, continui investimenti in telecamere, ma nessun investimento sui servizi igienici: tutto in nome del "decoro", dispositivo di disciplinamento con cui criminalizzare i bisogni delle persone, continuando a offrire alla cittadinanza un solo modello di consumo e di socialità, disciplinato tra scontrini che danno diritto a sedersi e divise pronte a ricordare che l'unica libertà riconosciuta è quella del profitto privato. La Giunta prova ad accontentare quella parte di cittadinanza che in questi anni ha lamentato una situazione vera, ma che non si vuole provare a superare agendo sulle cause, preferendo un atteggiamento che ha polarizzato sempre di più il dibattito pubblico. Magari l'idea è quella di tenere per qualche anno il sagrato precluso alle persone, sperando che la cittadinanza sia definitivamente soppiantata dalla "residenza temporanea", con tanti anglicismi di contorno (startup, smartworking, coworking, student hotel e così via).", continuano i consiglieri.


"Per noi la strada da seguire - concludono - è quella di un rapporto più stretto con la cittadinanza e una visione del territorio come bene comune, che non prova a dare un colpo al cerchio (annunci sulla ZTL, parziali e insufficienti) e uno alla botte (occupazioni di suolo pubblico a oltranza), ma propone un progetto che cambi la nostra città in meglio. A partire dal dare voce alla residenza, che non è una "categoria economica" e difficilmente si accontenta di questi interventi che fanno solo finta di affrontare i problemi, peggiorando la qualità della vita (perché uno spazio sottratto alla cittadinanza è sempre una sconfitta per tutto il territorio)". 

 

La novità divide anche i cittadini, e in molti commentano sui social le foto delle installazioni: tra chi giudica i blocchi e i paletti come elementi che imbruttiscono l'aspetto della Basilica, e chi ritiene necessari degli accorgimenti per allontanare le persone. 

 

"I lavori per l’installazione della cordonatura intorno al sagrato di Santo Spirito si stanno svolgendo nei tempi che avevamo annunciato. L’intervento fa parte di un piano più ampio di protezione della basilica e della piazza risultato di un confronto anche lungo con la cittadinanza, e che comprende l’implementazione della videosorveglianza, dell’illuminazione e l’installazione di chiodi fiorentini su via de’Coverelli, già ultimata, per inibire la sosta non autorizzata e comportamenti poco decorosi che ne derivavano. Il costo complessivo del piano è di circa 80mila euro, 40mila per la realizzazione della delimitazione del sagrato con la cordonatura, altrettanti per l’implementazione della videosorveglianza e dell’illuminazione, non 100mila come detto dalla consigliera Bundu". Sono le precisazioni della vicesindaca Alessia Bettini dopo le polemiche sui lavori per la delimitazione del sagrato.

 

"La realizzazione di una cordonatura ha l’obiettivo di proteggere il sagrato, il progetto ha visto un ampio confronto dei nostri uffici con la Soprintendenza per valutare tutte le caratteristiche più opportune e compatibili con un bene monumentale come la Basilica. L’intervento prevede l’inserimento di calcestruzzo rivestiti di lamiera di acciaio con chiodi fiorentini collegati tra loro da una cordonatura. La scelta di questo tipo di arredi è motivata dal fatto che gli elementi devono essere amovibili e non fissi, come richiesto dalla Soprintendenza per non interferire in alcun modo con la superficie del sagrato, ma nello stesso tempo stabili e ben radicati sul suolo, così come di colore ben visibile, da lì lo scuro, scelto, appunto per motivi di sicurezza. Si tratta di un dispositivo, lo ricordiamo perché qualcuno pare averlo scordato, volto a tutelare il decoro e la sicurezza di questa parte delicata e importante di città, dopo episodi di ordine pubblico che l’hanno coinvolta e sui quali è stato necessario porre massima attenzione".

 

"Ogni aspetto di questo intervento è stato calibrato per venire incontro alla delicatezza del bene su cui stavamo lavorando ma, è bene ricordarlo, questo piano è dettato dalla necessità urgente e emergenziale di proteggere il sagrato, non è un’installazione per abbellire la piazza. Ci sono stati troppi episodi gravi, danneggiamenti alla struttura, imbrattamenti. Ci lascia basiti leggere consiglieri comunali come la consigliera Bundu che parlano di ‘schifo’ perché per noi è stato invece riprovevole vedere portone e sagrato spesso imbrattati, bivacchi, gente che orinava, quella totale mancanza di rispetto nei confronti di uno dei principali monumenti del Rinascimento. Comportamenti di pochi, certo, ma che vanno stigmatizzati con forza e che ci hanno costretto a prendere questo tipo di provvedimento, comportamenti rispetto ai quali alcune forze politiche mai hanno speso parole di indignazione o condanna. La nostra è una soluzione che vuole essere netta e che vuole venire incontro a chi questa piazza la vuole vivere correttamente, nel pieno rispetto di questi spazi. È proprio per loro e per questo quartiere che stiamo portando avanti questo intervento. È un punto di equilibrio tra diverse esigenze, tra la situazione sopra descritta e chi voleva soluzioni più impattanti come le cancellate, un piano completo su cui ci siamo presi la responsabilità di agire. Responsabilità, come invece non si prende chi preferisce polveroni e attacchi gratuiti senza mai portare idee e soluzioni per affrontare i problemi. Perché di certo per risolverli non abbiamo bisogno di polemiche sterili ma di un lavoro complesso e lungo per ristabilire quella cultura della civiltà e del rispetto su cui non vediamo altrettanto impegno da parte di alcune forze politiche”.

 

Irene Grossi

 

 

 

 
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