Firenze, i giardini di piazza Donatello intitolati a Silvano Campeggi e Rodolfo Marmaioli
Omaggio ai due artisti protagonisti del Novecento fiorentino
martedì 30 giugno 2020 09:54
I giardini di piazza Donatello a Firenze sono stati intitolati a Silvano Campeggi e Rodolfo Marmaioli. E' il modo in cui la città tributa il suo omaggio ai due artisti protagonisti del Novecento fiorentino. La cerimonia di inaugurazione si è svolta questa mattina con la moglie di Campeggi, Elena, la figlia di Marmaioli, Marisa, la vicesindaca e assessora alla toponomastica Cristina Giachi, il sindaco di Bagno a Ripoli Francesco Casini, la vicepresidente del consiglio comunale Maria Federica Giuliani, il senatore Riccardo Nencini, il presidente del consiglio regionale Eugenio Giani e la consigliera Caterina Nannelli, in rappresentanza del Quartiere 2.
"Una grande emozione - ha sottolineato la vicesindaca Giachi - intitolare questa porzione di piazza Donatello a due grandi pittori del Novecento fiorentino. Due artisti che hanno saputo parlare di Firenze e che oggi avranno un giardino loro dedicato proprio vicino a quella via degli Artisti dove si installò una nutrita e vivace colonia di pittore e scultori. Un luogo dove il gruppo Donatello allestisce ancora una bella mostra di pittura. Oggi è un giorno di festa per tutti i fiorentini che amano la loro cultura e l'ispirazione che questo luogo straordinario seppe trasmettere ai suoi artisti".
"Nano Campeggi - ha ricordato la vicepresidente Giuliani - partecipava ogni anno alla mostra allestita dal gruppo Donatello in questa bellissima piazza. Una piazza che respira arte e cultura a tutto tondo. Con questa scelta lo ricordiamo e lo rappresentiamo nel migliore dei modi".
Silvano 'Nano' Campeggi nasce come artista nella bottega del pittore Ottone Rosai. E' però a Roma, dove si stabilisce nel dopoguerra, che si dedica al cartellone da film. Entra in contatto con Luigi Martinati, uno dei più noti cartellonisti dell’epoca, e realizza il primo manifesto per “Aquila nera” di Riccardo Freda, con Rossano Brazzi e Gino Cervi, dando così il via a una straordinaria carriera che lo porta fino a Hollywood, chiamato dalle grandi majors. Dal 1945 al 1972 lavora per la Metro-Goldwin-Mayer, la Universal, la Paramount, la RKO, realizzando più di tremila manifesti, tra cui capolavori della settima arte come “Ben Hur”, “Un americano a Parigi”, “Cantando sotto la pioggia”, “Colazione da Tiffany”, “West Side Story”. Suo anche l’immortale abbraccio di Clark Gable e Vivien Leigh nel manifesto di “Via col vento” e gli sguardi languidi di Humphrey Bogart e Ingrid Bergman in “Casablanca”.
Rodolfo Marmaioli 'Marma' nacque nel quartiere di Santa Croce e frequentò l'Accademia di Belle Arti sotto la guida di Ugo Capocchini, diplomandosi nel 1948. Contemporaneamente frequentò lo studio di Emanuele Cavalli. Dal 1956 al 1958 visse e lavorò a New York, dove tornò anche successivamente. Di importanza è la sua corrispondenza degli anni in cui si trovava in America, dalla quale emerge l'amore e la mancanza per la sua città nativa, e le lettere scambiate con gli amici Vasco Pratolini e Primo Conti. Negli Usa dedicarono un giorno nel 1965, il “Marma's Day”, mentre negli anni tra il 1967 e il 1972 si concentrerà ad esporre a Firenze. Marma è stato anche lettore e illustratore di libri, tra cui Il giardino del cavaliere di Mario Mattolini e Quando Firenze era capitale di Marcello Vannucci. Sue opere si trovano in collezioni pubbliche e private in Europa e negli Stati Uniti, tra cui la Casa Bianca a Washington e il Museo di San Antonio in Texas. A Firenze suoi dipinti sono presenti alla Galleria d'arte moderna di Palazzo Pitti e al Museo del complesso delle Oblate.