Firenze, inaugurato il Mandela Memorial: riprodotta la cella di Robben Island
Riprodotta la cella di Nelson Mandela
giovedì 15 febbraio 2018 09:11
E' stato inaugurato a Firenze il Mandela Memorial, con la riproduzione di una cella del carcere di Robben Island dove Nelson Mandela trascorse 18 dei 27 anni di prigionia.
Svelata nel pomeriggio di ieri, mercoledì 14 febbraio 2018, l'opera davanti al Mandela Forum, alla presenza di Ndileka Mandela, la nipote di Nelson Mandela. Una cella di 2,59 metri di lunghezza per 2,3 metri di larghezza. Due piccole finestre, un tappeto come letto, un comodino e un secchio per i bisogni corporali.
Un luogo simbolo della lotta all’apartheid che il Nelson Mandela Forum di Firenze – struttura polivalente che dal 2004 ha scelto di rinunciare a qualsiasi sponsorizzazione per intitolarsi al Premio Nobel per la Pace – ha riprodotto in vetro, davanti all’ingresso principale, prima di una serie di iniziative nel centenario della nascita di Nelson Mandela.
Il Mandela Memorial è stato posto in un luogo accessibile alla cittadinanza 24 ore su 24, tutti i giorni dell’anno. L’opera vuole essere un invito a riflettere sul contrasto fra lo spazio ristretto in cui fu confinato Nelson Mandela e la grandezza del messaggio di riconciliazione e ricostruzione lanciato dal leader anti-apartheid dopo la liberazione. Così si legge in una nota di Met.
All'inaugurazione dell'opera, presenti anche il ministro plenipotenziario dell’ambasciata del Sudafrica in Italia Sheldon Moulton, il sindaco di Firenze Dario Nardella, l’assessore regionale allo Sport Stefania Saccardi, l’assessore regionale alla Presidenza Vittorio Bugli, il presidente del Consiglio Regionale Eugenio Giani, il cardinale Giuseppe Betori, il prorettore alla comunicazione dell’Università degli Studi di Firenze Laura Solito.
Mandela Memorial è la replica della cella nella sezione B di Robben Island dove Mandela fu detenuto dal 13 giugno 1964 al 31 marzo 1982, quando fu trasferito nella prigione di Pollsmoor e in seguito nella prigione di Victor Verster da dove fu rilasciato l'11 febbraio 1990.
“Una della cose che Nelson Mandela mi ha detto quando ero piccola è che la cella gli ha dato la possibilità di trovare l’energia che ognuno di noi ha dentro", dice Ndileka Mandela. "Penso che sia responsabilità di tutti noi, soprattutto con chi ha responsabilità di governo, cercare questa energia per inseguire i propri sogni. In tutte le lettere che mi scriveva parlava di educazione, di studio. E’ grazie alla formazione che mio nonno è riuscito ad emanciparsi. Lui era avvocato, avrebbe potuto avere una vita comoda, ma scelse di servire il suo popolo. Vorrei che la cella rappresentasse questo spirito, soprattutto per i giovani. Un simbolo di come possiamo superare anche le difficoltà più grandi".
“Questa potente immagine che accoglie i visitatori all’ingresso evoca in pochi attimi la storia di una vita e il messaggio che un grande uomo come Nelson Mandela ha portato nel mondo: una prigione che è simbolo di costrizione ma che ha le pareti trasparenti, a simboleggiare la strada verso la libertà, la propria e quella di un intero popolo, e un po’ anche quella dell’intera umanità", commenta Dario Nardella.
"A Nelson Mandela Firenze ha conferito la cittadinanza onoraria nel 1985 e il Fiorino d’oro nel 2012. Oggi la nostra città sceglie di ricordare questo protagonista del XX secolo con l’inizio di una serie di festeggiamenti in vista del centenario della nascita ma soprattutto con la volontà, praticata ogni giorno, di continuare la sua battaglia contro intolleranza e razzismo, mali che purtroppo affliggono ancora la nostra società”.
(foto dal profilo Twitter di Dario Nardella)