Impiego di operai in nero e irregolari in Italia, sottoposti a turni massacranti: arrestata una donna
Arrestata un'imprenditrice: per gli operai turni di oltre 12 ore 7 giorni su 7. Trovati 89mila euro in contanti
domenica 16 marzo 2025 16:33
I militari del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza hanno arrestato in flagranza di reato un'imprenditrice cinese, legale rappresentante di una società operante nel commercio all'ingrosso di tessuti. La donna è accusata di sfruttamento della manodopera irregolare, di favoreggiamento all'immigrazione e di autoriciclaggio, unitamente al datore di lavoro di fatto dell'impresa.
L'indagine, avviata a seguito di approfonditi accertamenti, ha consentito di individuare la società, situata nella zona Fontanelle di Prato, sospettata di impiegare lavoratori in nero e irregolari. Durante l'intervento, sono stati individuati sei operai privi di regolare contratto - quattro di origine cinese e due pakistani - di cui due cittadini cinesi clandestini, impiegati illegalmente.
Le evidenze investigative hanno consentito di arrestare l'imprenditrice in flagranza di reato per impiego di lavoratori stranieri privi di permesso di soggiorno e di appurare condizioni di sfruttamento e violazioni delle norme di sicurezza. In particolare, è emerso un contesto lavorativo altamente vessatorio e disumano, spiega la Procura pratese: i dipendenti erano costretti a turni massacranti di 12 ore al giorno o più, sette giorni su sette, senza riposo settimanale, e ricevevano lo stipendio esclusivamente in contanti, senza alcuna forma di tutela previdenziale.
Ulteriori verifiche condotte dal Gruppo Antisfruttamento dell'ASL. Toscana Centro e dal Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco di Prato hanno evidenziato gravi violazioni delle norme di sicurezza sul lavoro, "confermando il totale disprezzo delle misure di tutela per i dipendenti".
Parallelamente, nel corso delle perquisizioni eseguite presso la sede aziendale e l'abitazione dell'indagata, sono stati rinvenuti e sequestrati denaro e beni di lusso, tra cui 89mila euro in contanti, parte dei quali occultati all'interno di un armadio e tre orologi di lusso (due Patek Philippe e un Rolex), per un valore complessivo di circa 160mila euro.
Tali beni sono stati sottoposti a sequestro in quanto ritenuti provento del reato di autoriciclaggio, ipotesi che sarà approfondita nelle fasi successive delle indagini.