Crollo via Mariti, petizione dei residenti: 'Degrado e abbandono, restituire la zona dell'ex Panificio Militare alla città'
Le richieste dei residenti in una raccolta firme: 'Velocizzare il dissequestro dell’area'
lunedì 30 dicembre 2024 16:36
"Sbloccare il sequestro, restituire alla città la zona dell'ex Panificio Militare". E' la petizione lanciata dal Comitato Ex Panificio Militare, ovvero l'area in cui il 16 febbraio di quest'anno si è verificato il crollo nel cantiere della nuova Esselunga costato la vita a cinque operai.
Una petizione diretta a Comune di Firenze, Procura e Esselunga. "Sono trascorsi molti mesi dalla tragedia del 16 febbraio 2024 nel cantiere Esselunga di Via Mariti, dove 5 lavoratori hanno perso la vita e altri sono rimasti feriti. Da allora i lavori sono bloccati, tutta l’area è sotto sequestro, e al momento non si hanno ancora notizie di indagati. Via Giovanni da Empoli è chiusa completamente al traffico e neanche i mezzi di soccorso possono accedere, un grave problema per i residenti e un gran danno per gli esercizi commerciali. I parcheggi mancano in tutta la zona e la viabilità è talmente peggiorata che le ambulanze dirette a Careggi utilizzano percorsi alternativi più lunghi, pur di evitare gli ingorghi di via Mariti. Il degrado e l’abbandono stanno favorendo l’aumento della criminalità (furti, spaccio)", si legge nella petizione su Change.org.
"Per tutto questo, i residenti promuovono una raccolta di firme per chiedere a tutti i soggetti coinvolti, in primis Comune di Firenze, Magistratura e società Esselunga proprietaria dell’area, di intervenire al più presto e rispondere positivamente alle seguenti richieste: Riaprire in sicurezza via G. da Empoli chiusa al passaggio dei mezzi dal 16 Febbraio 2024. Sistemare la viabilità tutto attorno al cantiere sotto sequestro, compresa la parte di via Mariti in prossimità del semaforo, in modo da consentire anche il passaggio dei mezzi di soccorso in direzione Careggi. Sanificare l’area di cantiere, ricettacolo di topi e zanzare, e mettere in sicurezza le gru e le strutture rimaste abbandonate dal giorno della tragedia. Ripristinare il numero di parcheggi auto persi attorno al cantiere, sistemare le parti a verde e piantare gli alberi previsti. Intraprendere ogni possibile azione per velocizzare il dissequestro dell’area, primo passo per restituire a residenti e cittadini questa parte del quartiere, ripristinando vivibilità, sicurezza e decoro".
A sostegno della petizione sono intervenuti Dmitrij Palagi e Thomas Maerten, consiglieri rispettivamente comunale e del quartiere 5 di Sinistra Progetto Comune: "Fra un po' saremo a un anno dalla strage di via Mariti. Da alcuni giorni il Comitato Ex Panificio Militare ha lanciato una petizione che sosteniamo e invitiamo a firmare. A inizio novembre avevamo depositato un'interrogazione che è ancora senza risposta, con quasi un mese di ritardo rispetto ai tempi previsti dal regolamento. I problemi sono noti. Via Giovanni da Empoli è chiusa al traffico, anche per i mezzi di soccorsi e tantissimi disagi si sono venuti a creare per le attività commerciali. Anche la sosta e la viabilità risentono del contesto. Si aggiunge una situazione di abbandono che aumenta il rischio rispetto alla presenza di topi e zanzare. Inoltre, come denunciamo da mesi, nel nuovo Piano Operativo è stata accolta l'osservazione di Esselunga, per passare da media e grande superficie di vendita senza necessità di autorizzazione. Tutto il contrario della richiesta di vedere aumentare il verde urbano e i parchi, invece degli ennesimi punti di vendita della grande distribuzione, di cui è satura in particolare anche l'area in questione. A noi non sono ancora arrivate risposte, ma abbiamo ascoltato quelle date a Italia Viva in aula, oltre ad aver letto quelle fornite oggi da Fratelli d'Italia. Presenteremo due risoluzioni nelle prossime ore. Una per sostenere la petizione del Comitato Ex Panificio Militare e una per sostenere la richiesta dell'Assemblea 16 febbraio ("facciamoci un parco"). Confidiamo che la pressione dal basso possa determinare un miglioramento rapido e reale della situazione, senza un gioco di responsabilità tra articolazioni dello Stato che compromette la quotidianità di una zona già segnata dalla strage".