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Firenze, iniziati i lavori al Terzo Giardino sulla sponda dell'Arno

Il Consorzio: 'Quel luogo ha bisogno di una manutenzione che non lo vuole eliminare o snaturare. Ma la sinistra lancia l'allarme: 'In corso la distruzione del Terzo Giardino'

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giovedì 12 settembre 2024 11:59

Ruspa in azione sull'Arno: sono iniziati in questi giorni i lavori sulla sponda sinistra dell'Arno, in zona Terzo Giardino – San Niccolò, a monte del Ponte alle Grazie a Firenze.

 

Il Consorzio di Bonifica Medio Valdarno spiega che "si tratta di lavori che il Consorzio esegue nell’ambito della convenzione con il Genio Civile Valdarno Superiore della Regione Toscana che ha chiesto a partire da quest’anno e per fasi successive su più anni, di alleggerire le due grandi barre di sedimenti stabilizzatisi nel letto del Fiume Arno a valle delle due traverse storiche di San Niccolò e Santa Rosa. Queste, per il loro posizionamento trasversale rispetto al corso d’acqua, determinano noti ed evidenti fenomeni di deposito di ghiaie e sabbie che nel tempo aumentano in estensione e solidità tanto da andare a determinare importanti riduzioni della sezione idraulica, specie in relazione alle luci dei ponti Vespucci e delle Grazie. Oltre la valenza idraulica locale, l’obiettivo ambientale strategico di questi interventi è quello di reimmettere i sedimenti a valle delle briglie cittadine e dunque alla loro dinamica naturale per favorirne l’arrivo alla foce e di qui alle coste in perenne rischio erosione".


Per quanto riguarda il lavoro alla cosiddetta ‘spiaggia’ di San Niccolò e area del ‘Terzo Giardino’ il Consorzio "prima di avviare i lavori ha tenuto vari sopralluoghi e la necessaria conferenza dei servizi con i soggetti istituzionali occasioni in cui si sono definite nel dettaglio le modalità operative: si è cominciato i lavori a metà settembre e dunque ben oltre il periodo di attenzione riservato all’avifauna nidificante che negli indirizzi regionali è indicato fino al 1 luglio; si affronterà dapprima il tratto più a valle, più vicino al Ponte alle Grazie e si procederà su più anni e per lotti, andando dunque a mantenere zone di rifugio adeguate per l’avifauna stanziale oltre a garantire tempi e spazi utili per il riadattamento e la rigenerazione degli habitat vegetali ed animali; si scaverà a partire dal retro sponda andando poi ad interessare solo da ultimo la zona più delicata ovvero il fronte dell’attuale sponda bagnata la cui terra superficiale, più fertile e ricca di rizomi in grado dunque di rigenerare la vegetazione spondale sarà riportata sul nuovo profilo di progetto che sarà in linea con il terrapieno della terrazza Marasco; le terre, ghiaie e sabbie asportate saranno riversate, come per la zona di Lungarno Vespucci, a valle del Ponte all’Indiano e dunque dell’ultima traversa cittadina perché riprendano la loro naturale dinamica via via fin verso il mare".


“Il Consorzio di Bonifica lavora in strettissimo contatto con il Genio Civile della Regione Toscana e con le istituzioni locali e da sempre esegue questo tipo di manutenzioni su cicli pluriennali, laddove via via negli anni se ne rileva la necessità – spiega il Presidente Marco Bottino – Le particolari e pregiate caratteristiche naturalistiche e paesaggistiche dell’area in questione sono il frutto di almeno dieci anni di generoso, attento e prezioso lavoro proprio di questo Consorzio di Bonifica, in accordo e collaborazione con molte associazioni cittadine di carattere ambientale e culturale; oggi, così come è stato creato, quel luogo ha bisogno di una manutenzione certamente più visibile ma che non lo vuole eliminare o snaturare bensì renderlo compatibile con le esigenze di sicurezza idraulica della città, certi che in breve tempo l’area tornerà a riprendere i suoi caratteri di naturalità attuali”.

 

Ma i lavori al Terzo Giardino preoccupano. "In corso la distruzione del Terzo Giardino lungo il lungarno in San Niccolò. Ciao vegetazione, ciao avifauna nidificante, a partire dal tarabusino, ciao spiaggette e avanti con le isole di calore", ha scritto su Facebook Fracesco Torrigiani, ex consigliere del Quartiere 1 per Sinistra progetto comune.

 

"Da qualche anno ormai a Firenze, in San Niccolò, si è creata un’area di dune fluviali che si è stabilizzata e riempita di vegetazione - spiega Torrigiani - Diventando una preziosa area verde, che modera gli eccessi termici nel rione, un’area ricca di biodiversità, e un’area sociale, dove era possibile vivere la riva dell’Arno in alternativa ai locali del centro. Vari gli eventi culturali ospitati negli anni. Questo anche grazie agli interventi e alle iniziative di valorizzazione del Comune di Firenze, della Regione Toscana e del Consorzio di Bonifica. Le ultime notizie invece preoccupano, dato che “il Genio Civile della Regione Toscana ha incaricato il Consorzio di Bonifica, su convenzione di avvalimento, di intervenire per l’alleggerimento e l’arretramento delle due banche di depositi”. Ovvero, l’area verrà spianata in gran parte. Perché? “le sabbie accumulate saranno trasportate e rilasciate, sempre in Arno a valle, Isolotto-Cascine in modo che qui possano riprendere la via della corrente e piena dopo piena arrivare – si spera (si SPERA, l’hanno scritto davvero!) – a rimpinguare le spiagge, sempre più in erosione di Marina di Pisa”. Insomma, per rimpinguare le spiagge di Tirrenia si sbanca una preziosa area a dune fluviali, un ambiente raro soprattutto in città, e prezioso. Invece di tutelare l’intero bacino, in cui continua la cementificazione (due parole: Viola Park e Rimezzano) si spostano milioni di tonnellate di sabbia SPERANDO che arrivino a Pisa. La LIPU è preoccupata e ha lanciato l’allarme: tarabusino, martin pescatore, marangone, garzette, sono decine le specie vulnerabili nidificanti nell’area. La nidificazione del tarabusino a Firenze, specie sempre più rara, è un evento straordinario. La risposta del Consorzio: ma interverremo dopo la stagione di nidificazione, gli uccelli saranno già volati via. Risposta che dice tutto: occorre spiegare che non torneranno mai più, dato che il loro habitat sarà distrutto? Quest’area va tutelata valorizzata e protetta, e sono sicuro, o almeno speranzoso, che anche le istituzioni che negli anni hanno contribuito a renderla così preziosa mantenendola e valorizzandola (fermo restando che da un punto di vista ecologico la cosa migliore sarebbe non fare nulla!) ripensino questo intervento, anacronistico e dannoso per l'ambiente cittadino". 

 

 

 
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