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I mostri giapponesi sbarcano a Firenze: al Museo degli Innocenti apre la mostra sugli Yōkai

'Yōkai. Mostri, Spiriti e altre Inquietudini nelle Stampe Giapponesi', un viaggio nel mondo dei mostri della tradizione nipponica

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mercoledì 12 giugno 2024 18:20

Firenze arrivano gli Yokai. I mostri della tradizione giapponese, che hanno già conquistato il pubblico a Monza e a Bologna, dal 13 giugno al 3 novembre 2024 arriveranno negli spazi espositivi del Museo degli Innocenti, grazie a YokaiMostri, Spiriti e altre inquietudini nelle Stampe Giapponesi.

 

Una mostra, prodotta da Vertigo Syndrome, totalmente nuova, con un nuovo allestimento, centinaia di opere mai esposte prima e due nuovi curatori: Paola Scrolavezza, tra le massime nipponiste in Italia, direttrice del Dipartimento di Lingue, Letterature e Culture moderne dell’Università di Bologna, e Eddy Wertheim, direttore della Japanese Gallery Kensington di Londra.

 

Yokai. Mostri, Spiriti e altre Inquietudini nelle Stampe Giapponesi torna a proporre al pubblico italiano il fantastico mondo dei mostri della tradizione nipponica, attraverso più di centocinquanta opere del XVIII e XIX secolo, tra stampe antiche ancora inedite, libri rari, maschere, e armi ed armature in prestito dal Museo Stibbert di Firenze.

 

La mostra si apre con una sala immersiva che fa rivivere al visitatore l’esperienza della più leggendaria prova di coraggio dei samurai: il rituale delle 100 candele. Rituale che iniziava dopo l’ora del tramonto e vedeva i samurai riunirsi in una stanza illuminata dalla luce di cento candele. Ognuno di loro doveva raccontare ai compagni una storia popolata di yokai, i mostri giapponesi appunto, con l’obiettivo di testare il loro coraggio spaventandoli a morte. Al termine della storia, chi l’aveva narrata doveva alzarsi, spegnere la candela di una lanterna, prendere uno specchio e specchiarvisi nell’angolo più lontano dagli altri: l’oscurarsi progressivo della stanza accompagnava la narrazione di racconti sempre più spaventosi e carichi di suspense.

 

Allo stesso modo i visitatori faranno il loro ingresso in una stanza totalmente buia, illuminata soltanto dalla fioca luce di cento candele che, con un gioco di specchi sembreranno moltiplicarsi e proietteranno sui loro volti rosse ombre tremolanti. Le candele si spengeranno poi una ad una, accompagnate dalla voce roca del fantasma di un vecchio samurai, morto dopo essere impazzito per aver incontrato un vero mostruoso yokai nella notte. Una volta usciti dalla sala delle cento candele, facendosi strada nella fioca luce della mostra, i visitatori incontreranno le stampe dei mostri, sorpresi da voci, suoni, rochi racconti improvvisi ed evocazioni che metteranno in scena la paura degli antichi samurai.

 

A introdurre la mostra una selezione di stampe di maestri quali Utagawa Kuniyoshi  (1798-1861) e Utagawa Toyokuni III (1786-1865) immergeranno i visitatori nelle atmosfere brulicanti di vita e di piaceri dell’epoca Tokugawa, mentre a concluderla sarà un tuffo in una delle storie più amate dell’ultimo scorcio del periodo, il Nanso satomi hakkenden di Takizawa Bakin (1767-1848), celebre romanzo fiume in centosei volumi scritto tra il 1814 e il 1842, splendidamente tradotto in immagini da Utagawa Yoshitaki (1841-1899) e Utagawa Toyokuni III.

 

L’intero percorso espositivo si costruisce, quindi, dando voce ai luoghi, agli spazi, ai sentimenti e alle sensazioni che gli yokai incarnano per arrivare al cuore della creazione di un immaginario profondamente radicato nella cultura giapponese e attraverso di esso esplorarne le pieghe più intime, nella quali si nascondono sensazioni, inquietudini, paure e desideri vivi, reali e materici.

 

Così, nella sezione Trepidazione - viaggiare con la fantasia, troviamo Lo sterminio dei demoni da parte di Momotaro, attribuita a Katsushika Hokusai o alla sua scuola. La stampa raffigura uno dei momenti più iconici della celebre fiaba giapponese di Momotaro, il “bambino pèsca” che riesce a sconfiggere i terribili oni – creature mitologiche simili ai demoni e agli orchi - nell'isola di Onigashima, riconsegnandola al signore del luogo. Ancora, è esposta qui Shoki che cattura un demone in sogno, un’opera tratta dall’incredibile serie Le nuove forme dei trentasei fantasmi di Tsukioka Yoshitoshi, in cui l’artista, considerato l'ultimo grande maestro dell'ukiyoe, illustrò trentasei dei suoi racconti preferiti ispirati alle storie e alle leggende giapponesi, con il suo peculiare stile che rendeva le opere oltremodo terrificanti.

 

Dalla serie mai completata di Katsushika Hokusai Cento storie di fantasmi proviene la celebre stampa Il ghigno della donna demone, in cui il maestro riprende una antica leggenda buddhista, che racconta di Hariti, una crudele e terrificante orchessa decisa a mangiare tutti i bambini della città di Rajgir, in India. La storia si conclude con la conversione della temibile orchessa in una divinità benevola, protettrice dei bambini, ma Hokusai sceglie di ritrarla nella sua versione più spaventosa, facendone un simbolo del lato oscuro del femminile e della minaccia che esso rappresenta per il potere maschile. È infatti dal bisogno di arginare questa minaccia che la cultura profondamente patriarcale del Giappone antico ha generato innumerevoli racconti di cui sono protagoniste vecchie streghe che divorano uomini vittime dei loro sapienti inganni, fantasmi vendicativi e demoni crudeli che si nascondono dietro le fattezze di splendide e seducenti fanciulle.

 

I personaggi fantasma erano molto presenti nelle rappresentazioni del teatro kabuki, e gli artisti delle xilografie si ispirarono proprio ai drammi teatrali per immortalarli in molte delle loro opere. Non a caso una sala dell’esposizione è intitolata A teatro per esorcizzare le paure. Di questa fanno fa parte, ad esempio, gli splendidi trittici di Toyokuni III Utagawa – prolifico artista della stampa su lastra di legno che divenne noto appunto come “il pittore di attori” – tratti da alcuni dei più popolari drammi del tempo come Meiboku sendai hagi, scritto attorno al 1780. La pièce si basava su fatti realmente avvenuti nel Seicento: una disputa per la successione all'interno di una famiglia di stirpe militare. 

 

Raccontano di lealtà e vendetta le diverse stampe proposte in mostra dedicate alla vicenda storica dei quarantasette ronin di Edo che, nel XVIII secolo, vendicarono il loro signore per poi infliggersi la morte attraverso il seppuku. Tra queste, L’omaggio dei quarantasette ronin al loro signore di Kuniyoshi Utagawa, maestro nelle stampe di guerra.

 

La mostra Yokai si avvale della preziosa collaborazione del Museo Stibbert di Firenze, che concede in prestito per l’occasione un nucleo composto da due straordinarie armature samurai, una delle quali, in acciaio, seta, cuoio, legno e crine, risalente al 1738 e costruita da Myochin Muneakira, il più abile artigiano di loriche del Giappone del periodo Edo, ma anche elmi e antiche spade tachi, lunghe e incurvate, usate principalmente dalla nobiltà a cavallo.

 

I pezzi provengono dalla preziosa armeria giapponese dello Stibbert, tra le più ricche al mondo, che vanta esemplari del periodo del cosiddetto Sengoku jidai, l’epoca del paese in guerra, quando a partire dal XV secolo, in un mondo dominato dal timore della morte, il guerriero si trasforma esso stesso in uno yōkai. Le forme delle armature prendono sempre più spesso ispirazione dalle figure terrifiche create dall’immaginazione popolare, che iniziano a popolare anche i pesanti elmi e le else dei pugnali.

 

Come ogni progetto firmato Vertigo Syndrome, anche Yokai. Mostri, Spiriti e altre Inquietudini nelle Stampe Giapponesi presenta l’immancabile “mostra nella mostra” con una selezione di opere realizzate appositamente per l’occasione da giovani artisti o artiste contemporanei. Stavolta, le tavole inedite sono dell’illustratrice Giulia Rosa, che ha scelto di raccontare – con il suo tratto onirico e delicato – la vita, le relazioni, l’amore e le altre crisi esistenziali quotidiane che tutti ci troviamo ad affrontare, lasciandosi ispirare dal favoloso mondo degli yokai

 

La mostra si completa con una selezione di illustrazioni, poster e locandine contemporanee realizzate per gli anime di oggi, da Son Goku, l’iconico protagonista della serie animata Dragon Ball, ispirato allo Scimmiotto del celebre classico cinese Viaggio in Occidente, fino a GeGeGe no Kitaro, a Pom Poko e al successo mondiale Demon Slayer.

 

La mostra Yōkai è adatta ai bambini e ai ragazzi, con molte attività pensate per loro. Tutti i bambini che arriveranno in mostra saranno accolti dall’invito a partecipare ad una caccia al tesoro all’interno delle sale della mostra per trovare delle tracce lasciate da un fantomatico Ambrogio, esploratore di yokai, che ha bisogno del loro aiuto. Al termine della caccia al tesoro, ogni bambino riceverà come premio una delle ambite dieci spille da cacciatore di tesori raffiguranti uno yokai. In uno degli spazi della mostra, sarà creata una sala gioco piena di mostri da colorare, un gioco di carte realizzato da noi dove ogni bambino potrà creare il proprio yokai personale e uno scenario dove far scorrazzare gli yokai ricevuti in regalo.

 

Orari

Da lunedì a venerdì dalle 10.00 alle 19.00 (ultimo ingresso ore 18.00)

sabato e domenica dalle 11.00 alle 20.00 (ultimo ingresso ore 19.00)

 

Biglietti

Intero 16,50 con riduzioni

 

 

 
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