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Quindicenne morta fulminata per un cavo USB difettoso: 5 indagati, sequestri anche nel fiorentino

Tra Sesto e Calenzano sequestrati caricabatterie non a norma

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venerdì 15 settembre 2023 18:51

Nella giornata di ieri i carabinieri della Compagnia di Mirabella Eclano, in provincia di Avellino, hanno dato esecuzione ad un decreto di sequestro preventivo emesso dal Giudice per le indagini preliminari del tribunale di Avellino, che vede quali destinatari cinque imprenditori, operanti in Toscana e Lombardia.

 

Gli indagati, quattro dei quali di origini cinese, sono stati raggiunti da notifica del provvedimento cautelare che ha sottratto alla loro disponibilità un gran numero di caricabatterie di fabbricazione cinese che, allo stato, sono risultati non conformi agli standard di fabbricazione comunitari e pertanto potenzialmente pericolosi. Gli indagati operano anche nel fiorentino, tra Calenzano e Sesto Fiorentino, oltre che a Pontedera e a Trezzano sul Naviglio (Milano), dove sono arrivati i sequestri di ieri.


Il procedimento penale nasce dalla tragica morte di una ragazza di 15 anni, avvenuta il 2 maggio scorso nella provincia di Avellino, causata da una scarica elettrica propagata da un'estremità libera di un cavo USB, in uso mentre la giovanissima era in vasca da bagno. Le indagini, svolte dai militari della Compagnia di Mirabella Eclano e coordinate dalla Procura di Avellino, che si è avvalso del contributo del Reparto Tecnologie Informatiche del RACIS, hanno accertato, allo stato degli atti, l'esistenza nella tipologia di caricabatterie utilizzata dall'adolescente di difetto di fabbricazione di uno dei componenti interni. Più precisamente il "condensatore ceramico a disco" di questo particolare prodotto di importazione cinese - dopo essere stato sottoposto ad accertamenti tecnici non ripetibili - avrebbe mostrato "difetti riconducibili alla scarsa qualità tecnica del materiale con il quale tali dispositivi sono realizzati". Secondo il giudizio del RACIS, se il condensatore interno del caricabatterie fosse stato costruito impiegando componenti elettrici secondo i criteri tecnici previsti dal D.Lgs. 86/2016, la scarica elettrica letale non si sarebbe verificata.


I dispositivi posti in sequestro, tra l'altro, sono risultati privi di foglio di istruzioni d'uso, delle avvertenze di sicurezza e dichiarazioni di conformità "CE", così come della marcatura di "classe Y" che le norme tecniche richiedono per i dispositivi elettronici di tale specie. I cinque indagati sono chiamati a rispondere dei reati di frode in commercio e vendita di prodotti industriali con marchi mendaci, nonché del reato di omicidio colposo in pregiudizio dell'adolescente di Montefalcione.

 

 
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