Omicidio Ciatti, le motivazioni dei 23 anni a Bissoultanov: 'Colpito quando era indifeso e inoffensivo'
Ma sono escluse le aggravanti della crudeltà e dei futili motivi
giovedì 23 febbraio 2023 10:12
A due settimane dalla sentenza che ha condannato lo scorso 7 febbraio Rassoul Bissoultanov a 23 anni per aver ucciso Niccolò Ciatti in discoteca a Lloret de Mar (era l'11 agosto 2017), la Corte d'Assise di Roma ha pubblicato le motivazioni: ''La forza dirompente dei due ceceni si è abbattuta con impatto micidiale sulla vittima e sull'unico dei presenti che abbia concretamente tentato di intervenire efficacemente in soccorso dell'amico, ridotti a terra in fin di vita o doloranti e quindi inoffensivi’’, scrivono i giudici.
"Inoltre nessuno degli astanti pone in essere alcuna azione offensiva nei confronti dei due ceceni e di soccorso della vittima; tutti si allontanano dal centro della pista per timore di essere colpiti mentre sono vani i tentativi degli amici di avvicinarsi per prestare loro soccorso – continuano le motivazioni –. Il povero Ciatti è stato colpito quando era del tutto indifeso ed inoffensivo, ancora stordito per il pugno ricevuto, con un colpo portato in violazione di ogni più elementare regola di combattimento che fin da epoca antica proibisce di colpire l'avversario a terra, indifeso, addirittura in testa. Una regola che è parte delle più comuni regole del costume sociale e che era nota all'imputato, cultore ed atleta di lotta greco-romana e di Mma. Proprio la conoscenza approfondita della lotta da combattimento consentiva all'imputato di avere piena consapevolezza della potenzialità letale del calcio da lui sferrato in una zona vitale del capo proprio perché un tale colpo è proibito dalle regole più elementari che la disciplinano".
"Inoltre, a rafforzare la ricostruzione accusatoria e a smentire la tesi difensiva va tenuto conto anche del comportamento successivo tenuto, cioè, di come l'imputato abbia continuato a dare sfogo alla propria aggressività anche dopo aver colpito in modo gravissimo la vittima e si fosse accorto, avendone osservate le condizioni, della situazione di incoscienza in cui versava, atteso che – concludono i giudici - nonostante Niccolò fosse stramazzato a terra con gli occhi sbarrati, immobile, sanguinante dalla tempia destra, Bissoultanov ha continuato a rivolgere i propri agiti aggressivi nei confronti degli amici di Niccolò affinché non potessero prestare soccorso all'amico".
Sono state però escluse le aggravanti della crudeltà e dei futili motivi. Bissoultanov è stato infatti condannato (in Italia) a 23 anni, mentre il pm (così come la famiglia) chiedeva l'ergastolo. Il giovane ceceno è oggi ancora latitante, dopo che era stato condannato in Spagna a 15 anni ma non portato in carcere (aveva solo un obbligo di firma): era scattato un mandato di cattura internazionale, ma ad oggi è ancora libero.
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